Dal primo gennaio scorso è stata interrotta l'assistenza agli uffici giudiziari. L'Anm parla di "colpo finale" del governo a una "macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento". In arrivo proteste "clamorose". E il ministero ammette: "Hanno ragione"
ROMA - "Una paralisi complessiva del sistema", con la "chiusura dei tribunali", e l'impossibilità per le imprese e i privati di partecipare a gare di appalti e concorsi. E' quello che si rischia con il blocco dal primo gennaio scorso dell'assistenza informatica agli uffici giudiziari 1. Per questo l'Associazione nazionale magistrati annuncia una "protesta forte e decisa" e parla di "colpo finale" del governo a una "macchina che ha già enormi difficoltà di funzionamento"."Altro che riforme punitive, qui c'è il rischio che i tribunali chiudano. Da tempo chiediamo una seria politica che razionalizzi i costi ed eroghi risorse umane e materiali tali da consentire un efficace funzionamento della gisutizia" insiste il presidente del'Anm Luca Palamara.
Il grido d'allarme dell'assocaizione trova conferma nelle parole del capo dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del ministero della Giustizia Luigi Birritteri, che ammette le difficoltà. Un intervento (in un lungo messaggio sulla mailing-list dell'Anm) fatto dopo la riunione di ieri sulla questione al ministero di via Arenula, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del Viminale per verificare le "possibile ricadute sull'attività di polizia". "L'allarme è più che giustificato", scrive Birritteri. "Voglio, tuttavia, rassicurare tutti sull'impegno del Ministro per la soluzione del problema in tempi assai brevi".
Ma le toghe che annunciano la mobilitazione. "Magistratura democratica è pronta ad una forte mobilitazione con forme di protesta anche clamorose", dice il segretario Piergiorgio Morosini, gip a Palermo, che denuncia: "La politica del governo fatta di annunci e conferenze stampa mostra scarsa percezione dei veri problemi della giustizia. Il ministro non può parlare di processo breve e poi negare le risorse minime per i sistemi informativi automatizzati".
"Senza un provvedimento immediato di ripristino della assistenza informatica - avverte il leader di Md - torniamo indietro di vent'anni, con danni irreparabili alle indagini, ai rapporti tra polizia e procure e ai processi civili; diventa impossibile la ragionevole durata dei processi. A pagare il prezzo di tutto questo sono i cittadini. Senza rimedi urgenti sarebbe un fallimento per il paese".
Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd e Cinzia Capano, responsabile giustizia civile, il blocco è "inaccettabile", mentre per Antonio Di Pietro dell'Idv 'Il governo si riempie la bocca con promesse di modernizzazione della pubblica amministrazione e allo stesso tempo taglia i fondi sui servizi informatici"
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