Bologna, 13 gennaio 2011 - È UNA CHIMERA della scienza da decenni. Un sogno chiamato fusione nucleare fredda. Il team di fisici dell’Università di Bologna, capitanati dal professor Sergio Focardi, ha annunciato di averne scoperto il segreto e ha dato appuntamento domani a un ristretto gruppo di ricercatori e giornalisti per assistere alla diretta dimostrazione. Al contrario della fissione, che ‘spezza’ un atomo con conseguente emissione di energia, la fusione nucleare è l’unione di due nuclei atomici che produce un terzo, nuovo, elemento con altrettanta emissione di enormi quantità di energia. È la reazione che tiene accese le stelle, la stessa che fa brillare il sole, laddove le condizioni di temperatura sono talmente estreme da permettere una fusione tra atomi. Com’è allora possibile riprodurla sulla Terra?
LA FUSIONE ‘fredda’ — alle temperature ordinarie — in realtà non è mai stata realizzata. Benché più volte scienziati di tutto il mondo ne abbiano dato annuncio, regolarmente smentito da tentativi successivi, la fusione fredda rimane un attraente campo di studio: ottenere una ‘fornace stellare’ di energia sulla Terra da un apparato ingombrante appena come un tavolo rivoluzionerebbe i consumi delle società e certamente varrebbe immediatamente il Nobel. Una scommessa interessante per Focardi che, con il partner e inventore del reattore, l’ingegnere Andrea Rossi, ha messo nero su bianco il metodo in fase di brevettazione mondiale. Una scommessa, perché, per ora, il team non si è ancora presentato con le carte in regola di fronte alla comunità dei colleghi: l’articolo redatto, dopo essere stato rifiutato dalle riviste scientifiche accreditate, è stato pubblicato autonomamente su Journal of nuclear physics, una rivista on-line fondata dagli stessi autori e nel cui comitato scientifico appare come primo nome lo stesso Focardi. Ma una scommessa interessante, perché se l’esperimento riuscisse e fosse riproducibile dimostrerebbe che il sistema di controllo della revisione paritaria, ‘peer review’, che nel mondo valida secondo pareri e criteri standard l’idoneità di ciò che viene prodotto dalla comunità scientifica, è sì garantista ma troppo rigido: come un filtro antispam che però respinge anche le e-mail importanti.
«DALL’ESPERIMENTO abbiamo ottenuto rame — ha detto Focardi –— e riteniamo che la sua comparsa sia dovuta alla fusione dei nuclei atomici di nichel e idrogeno, proprio gli ‘ingredienti’ che alimentano il nostro reattore». Poiché idrogeno e nichel ‘pesano’ insieme meno del rame deve essersi liberata molta energia, dal momento che «nulla si crea e si distrugge». E infatti: «La massa mancante — spiega Focardi — si è trasformata in energia e noi l’abbiamo misurata: è nell’ordine di qualche chilowatt, duecento volte superiore all’energia che c’era all’inizio della reazione».
Il meccanismo resta tuttavia un alchemico mistero: «Non possiamo spiegare come si possa innescare la fusione fredda ma la presenza di rame e la liberazione di energia ne sono testimoni: abbiamo le prove sperimentali ma non quelle teoriche». Se l’apparato Focardi-Rossi è un cappello da prestigiatore o un reattore a fusione nucleare fredda non si può stabilire senza la teoria. Per questo le riviste hanno rimandato al mittente l’articolo.
Domani allo stabilimento Gm System, in via dell’Elettricista (zona industriale Roveri), si replicherà l’esperimento davanti a testimoni accreditati. L’energia attesa dal reattore è pari a quella che soddisferebbe i bisogni di un paio di appartamenti. Inoltre verranno misurate le radiazioni emesse dall’apparato come conferma dell’origine nucleare dell’energia prodotta.
di MARCO PIVATO
http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/2011/01/13/441795-realizzato_fusione_fredda.shtml
Per me è una balla colossale! Anche a rigor di logica! Mi spiego: fosse vero l'avrebbe strombazzato in questo modo? La fusione fredda, una rivoluzione nel campo della scienza e delle sue applicazioni pratiche? Vedremo.
RispondiEliminaSperiamo bene!
RispondiElimina;-))