Sul nuovo Ministro delle politiche agricole, che ha appena giurato, pende ancora l'indagine per mafia.
Saverio Romano, nuovo pilastro del gruppo "I Responsabili", e' il nuovo ministro delle Politiche Agricole. Romano è giunto in tarda mattinata nella sede del Ministero in via XX Settembre dove è stato accolto dal ministro uscente Giancarlo Galan. E' stato salutato nel cortile dal picchetto d'onore ed è stato poi accompagnato da Galan all'interno dell'edificio per fare conoscenza con il suo nuovo staff. Ex fedelissimo di Calogero Mannino e poi di Toto' Cuffaro, originario di Belmonte Mezzagno (Palermo), Romano e' tuttora indagato nell'ambito di un’inchiesta per mafia “quasi” archiviata e di un’altra, tuttora in corso, per corruzione aggravata dall’art. 7, che prevede il favoreggiamento a un’associazione mafiosa. Sono le inchieste condotte dalla Dda di Palermo e proprio per questo motivo sulla nomina di Romano, si sono registrate nei giorni scorsi perplessità da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Le ragioni dei dubbi presidenziali sul neo-ministro siciliano, come scrive Il Messaggero, sarebbero dovute anche “ai presunti legami dei suoi familiari con la mafia”, forse riferendosi alla decisione del ministero dell’Interno, adottata un mese fa, di iniziare le procedure di scioglimento per mafia del comune di Belmonte Mezzagno, considerato un feudo elettorale di Romano e guidato da suo zio Saverio Barrale.
Lui, il neo-ministro, si difende cosi': ''Per otto anni sono stato indagato. E ora non sono indagato, né rinviato a giudizio, ma c'é una richiesta di archiviazione dopo otto anni in cui sono stato vivisezionato". In realta', la richiesta di archiviazione dell'inchiesta per concorso in associazione mafiosa, firmata dal pm Nino Di Matteo, e' stata respinta dal gip Giuliano Castiglia, in attesa di ulteriori ''chiarimenti''. Romano, pero', e' sicuro che il suo proscioglimento e' solo questione di ore. Pertanto, ha proseguito: "non ci sono ostacoli alla nomina odierna. E i fatti superano ogni veleno". La polemica, secondo il ministro all Politiche Agricole, "é stata montata da chi non mi vuole bene, ed è stata poi utilizzata strumentalmente. Sono convinto che la nota del Quirinale non riporti il vero pensiero del presidente Napolitano. Non ho pesi sulle spalle - ha concluso - e voglio essere giudicato sui fatti".
La nomina di Romano a ministro rischia ora di spaccare il gruppo di Iniziativa Responsabile e mettere in un angolo i membri del Pid accusati dai colleghi di "ambizione smodata". Solo un intervento di Silvano Moffa, nel corso di una riunione di Ir alla Camera, a quanto si apprende, avrebbe impedito che i dissensi interni potessero esplodere in una crisi. Il gruppo, secondo quanto riferito, si è riunito per festeggiare l'ingresso di un 'responsabile' nell'esecutivo ma qualcosa si sarebbe incrinato quando alcuni deputati hanno sottolineano che "ora è arrivato il tempo per la nomina dei sottosegretari".
Lui, il neo-ministro, si difende cosi': ''Per otto anni sono stato indagato. E ora non sono indagato, né rinviato a giudizio, ma c'é una richiesta di archiviazione dopo otto anni in cui sono stato vivisezionato". In realta', la richiesta di archiviazione dell'inchiesta per concorso in associazione mafiosa, firmata dal pm Nino Di Matteo, e' stata respinta dal gip Giuliano Castiglia, in attesa di ulteriori ''chiarimenti''. Romano, pero', e' sicuro che il suo proscioglimento e' solo questione di ore. Pertanto, ha proseguito: "non ci sono ostacoli alla nomina odierna. E i fatti superano ogni veleno". La polemica, secondo il ministro all Politiche Agricole, "é stata montata da chi non mi vuole bene, ed è stata poi utilizzata strumentalmente. Sono convinto che la nota del Quirinale non riporti il vero pensiero del presidente Napolitano. Non ho pesi sulle spalle - ha concluso - e voglio essere giudicato sui fatti".
La nomina di Romano a ministro rischia ora di spaccare il gruppo di Iniziativa Responsabile e mettere in un angolo i membri del Pid accusati dai colleghi di "ambizione smodata". Solo un intervento di Silvano Moffa, nel corso di una riunione di Ir alla Camera, a quanto si apprende, avrebbe impedito che i dissensi interni potessero esplodere in una crisi. Il gruppo, secondo quanto riferito, si è riunito per festeggiare l'ingresso di un 'responsabile' nell'esecutivo ma qualcosa si sarebbe incrinato quando alcuni deputati hanno sottolineano che "ora è arrivato il tempo per la nomina dei sottosegretari".
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