sabato 30 aprile 2011

Soldi per le missioni in Libia L’ipotesi di aumenti sui carburanti. - di Mario Sensini


Per finanziare l'intervento contro Tripoli si pensa ad incrementare le accise.

Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (Fotogramma)
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti (Fotogramma)
ROMA - Tra i cinquecento ed i seicento milioni di euro. Ammesso che le operazioni in Libia vadano bene e si concludano entro la fine di giugno. Altrimenti il costo della nuova missione internazionale in Libia sarebbe destinato a salire vertiginosamente: se gli attacchi si dovessero protrarre fino alla fine dell’anno ci sarebbe da mettere in conto almeno un altro miliardo di euro. Una cifra enorme che «non sarà facile da trovare» , dicono al ministero dell’Economia. Soprattutto considerato che accanto al nuovo stanziamento per le operazioni condotte con la Nato per scalzare da Tripoli Muhammar Gheddafi c’è ancora da pagare il conto delle altre missioni internazionali. Nel bilancio dello Stato del 2011 il distaccamento dei nostri soldati in Afghanistan, Libano, Balcani, Iraq, Pakistan, Myanmar, e la partecipazione alle altre operazioni congiunte della Ue e della Nato, è coperto solo fino al prossimo 30 giugno.

In questi primi sei mesi dell’anno sono costate 706 milioni di euro (la metà per l’Afghanistan, 120 milioni per il Libano). Bene che vada al ministero dell’Economia dovranno recuperare oltre un miliardo di euro entro la fine di giugno. L’ipotesi di rifinanziare le missioni ricorrendo ad un aumento dell’accisa su benzina e gasolio è sul tavolo ma, spiegano al ministero, non è l’unica. Sarebbe la più immediata (e sperimentata, visto che l’accisa è servita, e serve ancora, per coprire i costi del Libano, del Kosovo, ma anche dell’Etiopia del 1935), ma avrebbe un prezzo politico considerevole, soprattutto in campagna elettorale. La Lega Nord, che è dichiaratamente contraria ai bombardamenti in Libia, già tuona sostenendo che porterà ad un aumento delle tasse. E, da ieri, sono scesi in campo anche i sindacati per scongiurare la possibilità di un nuovo aumento dell’accisa sui carburanti. La Cisl vuole raccogliere 500 mila firme per un disegno di legge popolare che punisca la speculazione sui prezzi «del cartello dei petrolieri» e chiede al governo di rispettare la promessa del 2010, ovvero la diminuzione delle accise per compensare un eventuale prezzo del greggio oltre i 70 dollari al barile (oggi quota 113,10 dollari). Figuriamoci come verrebbe digerito un nuovo aumento delle imposte sui carburanti, che tra l’altro sono state appena aumentate per rifinanziare il Fondo Unico per lo Spettacolo. Dal 6 aprile scorso l’accisa sulla benzina è salita da 0,56 a 0,57 euro al litro, quella sul gasolio da 0,42 a 0,43 euro. E da fine giugno scatterà un ulteriore leggero aumento (sempre per il Fus).



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