L'Istituto rileva soprattutto la contrazione nel comparto alimentare. L'organismo per la cooperazione economica europea ritocca al ribasso la crescita del Pil per quest'anno e prevede un più lento assorbimento della disoccupazione. Giudizio positivo sull'immigrazione. Conti pubblici: vigilare su rapporto debito/Pil
ROMA - Le vendite al dettaglio a marzo sono calate del 2,0% rispetto allo stesso mese del 2010 e dello 0,2% rispetto a febbraio. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che la discesa registrata su base annua è la più marcata dal gennaio del 2010. Sulla contrazione, sia tendenziale che congiunturale, pesa soprattutto la negativa performance del comparto alimentare. Rispetto a febbraio 2011, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,3% e quelle di non alimentari dello 0,2%; a confronto con marzo 2010 la differenza è ancora più ampia, -2,6% per i primi e -1,6% per i secondi. Sempre su base annua, nella grande distribuzione le vendite segnano variazioni negative sia per il 'food' (-2,9%), dove il ribasso è più accentuato, sia per il 'non food' (-1,2%). Anche per le imprese operanti su piccole superfici, si registra una diminuzione (con un calo dell'1,9% sia per i prodotti alimentari, sia per quelli non alimentari).Il dato è l'ennesimo segnale di una ripresa economica che in Italia fatica a decollare. Esattamente quanto certifica l'Ocse nel suo Economic Look di primavera, in cui si sottolinea il rafforzamento della "ripresa da quella che è stata la recessione più profonda degli ultimi decenni", con "progressi diseguali" da paese a paese. Al capitolo Italia, l'organismo per la cooperazione economica dell'Ue parla di "lenta ripresa", che "continuerà" nel 2011, ma in cui si registra un leggero ribasso all'1,1% la crescita del Pil di quest'anno, contro il +1,3% stimato in autunno, lasciando invariata a +1,6% la previsione per il 2012.
Impietoso il confronto con la crescita del Pil nell'Eurozona. L'Ocse prevede un Pil in crescita del 2% nel 2011, meglio del +1,7% stimato a novembre, e un altro +2% nel 2012. In evidenza soprattutto la Germania, la cui crescita è stimata del 3,4% nel 2011 e del 2,5% nel 2012, meglio della Francia (+2,2% e +2,1%) e della Gran Bretagna (+1,4% e +1,8%). Per quanto riguarda le maggiori economie mondiali, negli Usa l'Ocse prevede un Pil in frenata nel 2011, a +2,6% contro il +2,9% del 2010, ma meglio del 2,2% previsto a novembre, mentre per il 2012 conferma una crescita del 3,1%. Per il Giappone del dopo terremoto l'Ocse prevede una contrazione del Pil che dal +4% del 2010 passa a -0,9% nel 2011, per poi riprendersi nel 2012 a +2,2%.
Tornando all'Italia, secondo l'Ocse la buona domanda mondiale stimolerà le esportazioni e anche gli investimenti sono destinati ad accelerare. La disoccupazione calerà "solo in parte", attestandosi all'8,4% nel 2011 e all'8,1% nel 2012, meglio delle stime autunnali rispettivamente dell'8,5% e dell'8,3%. "L'iniziale miglioramento della domanda di lavoro - si legge nel rapporto - sarà assorbita da un ridotto utilizzo del lavoro a tempo".
L'Inflazione crescerà dall'1,6% del 2010 al 2,4% del 2011, per calare all'1,7% nel 2012, "non appena diminuirà l'impatto dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari". Per il 2011 'l'Ocse prevede un calo dello 0,2% dell'export, inferiore a quello dello 0,4% del 2010 e una ripresa a +0,4% nel 2012. Per quanto riguarda la domanda interna, l'Ocse stima una crescita dello 0,8% quest'anno e dell'1,2% il prossimo. Stabile la spesa per consumi che passerà dall'1% del 2010 a +0,9% nel 2009 e a +1,2% nel 2012. Le giacenze di magazzino sono previste in calo dallo 0,7% del 2010 allo 0,6% nel 2011, mentre resteranno invariate nel 2012.
Positivo il giudizio dell'organismo europeo sugli effetti dell'immigrazione. "L'impatto del basso tasso di produttività - si legge nel rapporto - e il tasso negativo dell'aumento della popolazione sono stati riequilibrati degli alti livelli di immigrazione della gente in età da lavoro. L'immigrazione netta è salita di circa 400 mila unità negli ultimi 3 anni e, in base alle proiezioni a lungo termine di Eurostato, tra il 205-60 gli immigrati cresceranno in media di 230 mila unità l'anno".
Capitolo conti pubblici. L'Ocse promuove la politica di bilancio del governo italiano e lo invita a "implementare effettivamente" le riforme che si è impegnato a realizzare e a esercitare "uno stretto controllo sulla spesa" e a "migliorare ulteriormente la riscossione delle tasse" se vuole raggiungere i target di bilancio per il 2011 e il 2012. Vigilanza, secondo l'Ocse, necessaria a causa dell'elevato rapporto tra debito e Pil, anche se questo diminuirà nel 2012 e per il probabile aumento del costo del servizio del debito legato all'aumento dei tassi di lungo termine atteso nel medio periodo.
Il piano nazionale di riforma varato dal governo italiano - nota ancora l'organismo europeo - contiene "una lista impressionante di priorità di riforma". L'importante è che queste vengano realizzate in modo efficace per rafforzare il potenziale dell'economia a ridurre il peso del debito attraverso la crescita. Nel rapporto Ocse, il debito pubblico italiano è previsto in crescita nel 2011 al 129% del Pil dal 126,8 del 2010, per poi rallentare al 128,4% nel 2012. Per quest'anno l'Ocse prevede un deficit in calo dal 5,3% del 2009 e dal 4,5% del 2010 al 3,9% del 2011 e al 2,6% del 2012. Secondo l'Ocse, gli obiettivi di deficit previsti dal programma di stabilità "dovrebbero essere più facili da raggiungere grazie al miglioramento" già ottenuto nel 2010. E' inoltre "un obiettivo importante" - ai fini della riduzione del debito - l'avere confermato che il governo cercherà di portare i conti in equilibrio entro il 2014".
Nessun commento:
Posta un commento