NEW YORK - «Il primo ministro Silvio Berlusconi è al capolinea», secondo la rivista americana Foreign Policy, «la farsa politica che è stata la sua legislatura potrebbe terminare presto». Oltre alle divisioni interne alla coalizione di governo, l'autore James Walston - che insegna Relazioni Internazionali all' American University of Rome - sottolinea come le non felici condizioni economiche italiane aggravino la situazione del presidente del consiglio.
L'Italia, dice Walston, ha un tasso di crescita inferiore a quello dei suoi competitori, la sua economia è stata stagnante nell'ultimo ventennio e lo scorso mese l'agenzia di rating Standard and Poor's ha rivisto al ribasso il rating del Paese. «Anche il presidente di Confidustria, Emma Marcegaglia, tradizionale alleato del centro-destra - scrive la rivista - ha criticato il governo». Per ravvivare la popolarità del premier «servirebbe una linea economica meno rigida» ma Tremonti sembra non volerci sentire da quell'orecchio.
Berlusconi è quindi con le spalle al muro: «se licenzia Tremonti e ricomincia a spendere verrà punito dai mercati - spiega Walston - se consente al ministro dell'Economia e delle Finanze di portare avanti la proprio linea verrà punito dagli elettori».
Foreign Policy sottolinea come «buona parte degli italiani si limita a lamentarsi mentre la Lega Nord può fare cadere Berlusconi». Come hanno evidenziato sia Bossi che Maroni la scorsa settimana, altro tema caldo è la partecipazione italiana all'intervento militare Nato in Libia. «Gran parte del Paese - chi come Berlusconi per legami personali con i leader libici, chi per paura delle ondate migratorie e chi per opposizione culturale alla guerra - era ed è ancora contrario all'intervento», afferma Walston.
In una situazione simile, le vicende personali del premier passano quasi in secondo piano. «Quasi - scrive Foreign Policy - perché questa settimana Berlusconi si è dovuto recare in tribunale a Milano per il processo Mills. Mentre le accuse di sfruttamento della prostituzione legate al caso Ruby, se non hanno avuto un peso significante nelle vicende interne, hanno danneggiato l'immagine internazionale dell'Italia».
Tutto questo dopo le deludenti elezioni municipali a Milano e Napoli fa notare Walston. Se il presidente del consiglio vuole avere qualche possibilità di rimanere in sella, deve saldare le divergenze che si sono venute a creare tra il suo partito (in particolare Alemanno e gli esponenti meridionali del Pdl) e la Lega dopo le esternazioni della scorsa settimana di Bossi e Maroni.
Nessun commento:
Posta un commento