Oggi, invece, Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni dal 2005, nell’indagine sulla P4 è un testimone. Grazie a un trojan installato nel computer dell’ex piduista Luigi Bisignani (condannato a due anni e otto mesi per la maxi tangente Enimont), la Guardia di Finanza di Napoli ha potuto ascoltare le conversazioni dell’ottobre 2010 tra i due. Ma quando il numero uno dell’Eni si ritrova davanti ai magistrati per spiegare i suoi rapporti con il lobbista, non ha più lo stesso piglio collaborativo di un tempo e le dichiarazioni son piene di “non ricordo”. Forse anche perché all’Eni, di fatto, comandava Bisignani e, al contrario di quanto era accaduto nel 1993, il suo “sistema” non è crollato. Ma ha ancora tanti amici in sella, due dei quali seduti a Palazzo Chigi: Gianni Letta e Silvio Berlusconi.
Ecco l’interrogatorio integrale:
Addì 8.3.2011 alle ore 11.35 negli Uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, nella stanza del Procuratore Aggiunto sezione esecuzione, piano 7 Torre B. Avanti al Pubblico Ministero Henry John Woodcock, è comparso Scaroni Paolo, nato a Vicenza il 28.11.1946.
Domanda: Come e dove ha conosciuto Luigi Bisignani?
Risposta: Ho conosciuto il Bisignani negli anni ’70 presentato da tale ing. Agostino Rocca, amico del padre del Bisignani per il quale il Bisignani faceva la rassegna stampa; da allora ho sempre visto il Bisignani ad intermittenza dal momento che ho vissuto molto all’estero; da quando sono rientrato in Italia lo vedo molto di più. Con Bisignani ho un forte legame di famiglia, abbiamo casa sull’argentario entrambi e le nostre famiglie si conoscono.
Domanda: Come mai lei chiede al Bisignani di informarsi su quale sarà l’oggetto dell’incontro fissato con lei ad Arcore per il mercoledì 27.10.2010 (e poi anticipato alle ore 16.00 del 25.10.2010 dal Presidente Berlusconi? Chiarisca il senso e il contenuto delle conversazioni e degli sms corrispondenti ai n. 2601 del 23.10.2010, 2775, 2783, 2785, 2786, 2787, 2799, 2831 del 25.10.2010 captate sull’utenza n. xxxxxxx in uso al Bisignani (che vengono fatte ascoltare alla parte con contestuale lettura della relativa trascrizione); chiarisca in particolare la ragione per la quale lei chiede a Bisignani quali argomenti e quali questioni affrontare e trattare con il Presidente Berlusconi e addirittura che cosa dire a Berlusconi; dica quali sono le due “cose” che il Presidente Berlusconi avrebbe detto a lei e che lei dice che avrebbe riferito al Bisignani “di persona” e “da vicino” (cfr conv. 2831)
Risposta: Ribadisco che il Bisignani è un mio amico e che io mi consiglio a volte con lui e sento le sue opinioni perché lo considero un esperto di relazioni e conosce tanta gente. Io comunque alla fine decido sempre di testa mia. Nello specifico, nelle conversazioni che ho appena ascoltato la “lettera” a cui facciamo riferimento è – credo – una lettera che avevo scritto ai Russi – e cioè alla Gazprom il cui amministratore è Miller che è l’azienda russa da cui importiamo il Gas – e che volevo sottoporre a Berlusconi vista la rilevanza politica della vicenda e visti i rapporti esistenti tra Putin e Berlusconi. Non mi ricordo le ragioni per le quali Berlusconi mi convocò e non mi ricordo quali erano le “due cose” di cui io volevo parlare “da vicino” con il Bisignani. Io ho ritenuto di chiedere a Bisignani il motivo della mia convocazione da parte di Berlusconi dal momento che lui ha quotidiani rapporti con membri del Governo, con Giornalisti e con esponenti delle Istituzioni e dunque è più informato di me; peraltro Bisignani ha rapporti di amicizia storici con Letta.
Domanda: Quali sono e quali sono stati i rapporti tra Bisignani e l’Eni, e prima tra Bisignani e l’Enel? Le risulta che il Bisignani si sia “speso” per farle ottenere le suddette nomine?
Risposta: Io ho lavorato dal 1996 al 2002 in Inghilterra, a quell’epoca vedevo il Bisignani due o tre volte all’anno; fino a quell’epoca avevo visto Berlusconi una sola volta nella mia vita. Nel 2001 Bruno Ermolli (consulente finanziario milanese molto legato a Berlusconi) incontrò mia moglie ad un ricevimento e gli disse di farmi vivo quando sarei tornato in Italia; quando tornai in Italia, nel 2001, Ermolli mi portò ad Arcore; qualche mese dopo Bruno Ermolli mi chiamò e mi disse che Berlusconi mi voleva vedere a Roma; andai a Palazzo Grazioli e Berlusconi mi propose di fare l’Ad dell’Enel; eravamo nell’aprile del 2002. In quel contesto intensificai i rapporti con Berlusconi, Tremonti, Matteoli e con l’allora Ministro dell’Industria Marzano. Nella primavera del 2005 Berlusconi mi chiamò e mi propose di fare l’Ad dell’Eni; in quel contesto mi chiese pure chi avrei visto bene io come mio successore all’Enel, e io gli dissi Conti. Nel 2005 sono stato nominato Ad dell’Eni e nel 2008 sono stato rinnovato. Per ciò che riguarda il Bisignani vi dico che almeno a me non risulta che il Bisignani stesso si sia speso e sia intervenuto per farmi ottenere la suddette nomine. Se lo ha fatto lo ha fatto a mia insaputa. Certamente a Berlusconi il mio nome lo ha fatto, per primo Bruno Ermolli.
Domanda: Conosce Alfonso Papa?
Risposta: Non conosco Alfonso Papa, né l’avevo mai sentito nominare prima di leggere, in questi giorni il suo nome sui giornali.
Domanda: Bisignani le ha mai segnalato persone da assumere in Eni?
Risposta: A me personalmente no; non so ad altri.
Domanda: Le risulta che Bisignani svolta un qualche ruolo in Eni?
Risposta: Lo escludo categoricamente; mi risulta che la Ilte ha un rapporto con Eni di cui io neppure sapevo; parliamo di cifre piccole di cui ripeto io neppure sapevo. L’unica cosa che il Bisignani mi suggerisce da tempo è quello di stampare un giornale, un free press, da dare gratuitamente nelle nostre stazioni di servizio; ritengo che lui me ne abbia parlato nell’interesse della Ilte. Io tuttavia sono un po’ perplesso. Tenga presente che l’Eni possiede l’agenzia di stampa Agi che è la seconda agenzia italiana dopo l’Ansa. L’Agi percepisce contributi dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e, credo, dal Ministero degli Esteri.
Domanda: Per quale ragione quando parla con il Bisignani – che, come lei stesso ha appena ha evidenziato, non alcun ruolo nell’ENI, né alcun altro ruolo istituzionale – usa tante precauzioni?
Risposta: Mi risulta che il Bisignani ogni tanto cambia numero, ritengo per sottrarsi agli “scocciatori” che lo importunano.
Domanda; Chi è l’Agnese dell’Eni con la quale parla Bisignani?
Risposta: E’ la responsabile della mia segreteria che mi risulta conosce Bisignani da oltre 20 anni.
Domanda: ci può fornire qualche chiarimento sul viaggio fatto da lei, dal Lucchini e da altri Dirigenti Eni in Giordania?
Risposta: l’Eni lavora in Iraq; ogni volta che vado a Bagdad facciamo scalo ad Amman; dormiamo ad Amman e poi la mattina si va a Bagdad e la sera ritorniamo a Milano. In quella circostanza c’era Frattini a Bagdad e io avevo appurato che in quel fine settimana era a Amman con la figlia; fu così che quella sera cenammo tutti insieme ad Amman
Domanda: quali sono i suoi rapporti con la Libia e segnatamente con l’Ambasciatore Libico Hafed Gaddur.
Allo Scaroni viene fatta leggere la relative trascrizione dell’sms corrispondente al progressivo 7351 del 10.9.2010, della conversazione n. 42, 60 del 28.9.2010 e 195 del 29.9.2010 e n.213 del 4.10.2010 num. xxxx
Risposta: Abdulhafed Gaddur è un ambasciatore a Roma sicuramente molto influente che conosce tutti da Berlusconi a Letta da Frattini a Bisignani; oggi Gaddur si è schierato con i rivoltosi. Bisignani è molto amico del Gaddur e probabilmente nelle suddete conversazioni si fa riferimento a talune questioni collegate al rinnovo del contratto GAS con la Libia che io ho rinegoziato ad agosto 2010; al riguardo fui chiamato da Gaddur che mi disse che il primo ministro Libico Bagdadi faceva problemi e frapponeva ostacoli a tale rinnovo pretendendo che l’Eni finanziasse attività sociali in Libia in cambio della conclusione del contratto; direi quasi una concussione; tale cosa a me non andava giù dal momento che il finanziamento riguardava proprio l’area dove erano allocati i campi di concentramento degli Italiani in Libia.
Domanda: quali sono le “carte” cui Lei e il Bisignani fate riferimento nelle conversazioni corrispondenti ai n. progressivi n. 640, 709, 715, 719 del 6.10.2010 captate sull’utenza n. xxxxxx in uso al Bisignani (che vengono fatte ascoltare alla parte con contestuale lettura della relativa trascrizione)? chi è quello che definite come “il nostro uomo”? Qual è la cosa che, a detta del Bisignani, “può interessare” a lui (Scaroni) e che il Bisignani gli avrebbe raccontato “da vicino”?
Risposta: Non mi ricordo a che cosa facciamo riferimento; non ho idea in questo momento di quali siano “le carte” a cui facciamo riferimento.
Domanda: Chiarisca e termine della vicenda inerente alla Nigeria di cui Lei e il Bisignani parlare nelle conversazioni/sms corrispondenti ai n. progressivi 1340, 1341, 1343 del 18.11.2010 captate sull’utenza n. xxxxxx in uso a Pollastri Paolo (autista del Bisignani che nel caso di specie ha utilizzato il telefono dell’autista); ci spieghi perché vengono utilizzate tali precauzioni?
Risposta: quello della telefonata 1341 non sono io, probabilmente è Descalzi o Casula; neppure quello della conversazione 1343 sono io. Immagino che la vicenda Nigeriana cui si fa riferimento sia quella del giacimento n. 245 che si trova in Nigeria, in mare, di fianco alla Opl 119 che un nostro blocco Nigeriano; per questa ragione, l’Eni ha cercato a più riprese di comprare la quota della compagnia petrolifera nigeriana Malabu. Circa un anno fa il Bisignani mi disse che c’era una piccola banca d’affari inglese capeggiata da un Nigeriano cattolico che diceva di avere un mandato per vendere una quota della Malabu; al riguardo io presentai il Bisignani al Descalzi che è il responsabile del settore Oil dell’Eni e cioè il soggetto Eni che doveva occuparsi della vicenda; tale trattativa non è andata a buon fine.
Domanda: A che cosa si riferisce la conversazione n. 327 del 14.10.2010 captata sull’utenza n. xxxxx in uso a Bisignani.
Risposta: l’interlocutore non sono io, ritengo che sia il Descalzi e che si faccia riferimento alla suddetta vicenda Nigeriana; il Roberto è Casula e Vincenzo non so chi è; il Vendor è “il venditore”, e cioè la Malabu; “biddare” in gergo vuol dire offrire.
Domanda: Lei conosce Francesco Micheli e G. Di Nardo?
Risposta: Non ho mai sentito nominare Gianluca Di Nardo; conosco benissimo Francesco Micheli, sono con lui nel consiglio di amministrazione della Scala di Milano, con lui non ho rapporti finanziari né personalmente né come ENI. Mi risulta che il Micheli conosca anche il Bisignani.
Domanda: Conosce la banca Akros?
Risposta: Si, ma non ho alcun rapporto.
Domanda: Sa dei precedenti giudiziari del Bisignani
Risposta: Si.
Domanda: Sa se vi siano rapporti ovvero contratti o qualsivoglia relazione commerciale tra l’Eni e la Visibilia ovvero tra l’Eni e la Dani Comunicazioni?
Risposta: No, non so nulla, devete chiedere a Lucchini.
Domanda: Sa se vi siano rapporti ovvero contratti o qualsivoglia relazione commerciale tra l’Eni e Dagospia?
Risposta: So che Eni fa pubblicità su Dagospia, non so però quando e come ciò sia accaduto e con quali modalità.
Domanda: chi ha scelto Lucchini e chi lo ha fatto entrare in Eni?
Risposta: Lo scelto io, ma non me l’ha segnalato Bisignani. Bisignani è stato il capo di Lucchini in Montedison.
Domanda: Sa di investimenti mobiliari immobiliari del Bisignani?
Risposta: Non so nulla; non sono mai stato a casa sua a Roma; sono stato nella sua splendida casa ad Ansedonia sulla collina di Giardino; mi risulta che produca anche dell’olio che mi regala; credo che l’abbia acquistata 10 o 15 anni fa.
Domanda: Ha mai conosciuto Sama o Cusani?
Risposta: Conosco Cusani ma non Sama.
Domanda: Allo Scaroni viene letto un brano estratto dal verbale delle sommarie informazioni rese da Di Nardo Gianluca in data 22.2.20100, e segnatamente il seguente brano: “…..Il “pazzo” al quale fa riferimento nella seconda conversazione è il mio socio Francesco Micheli; nella conversazione facciamo io e il Bisignani riferimento ad un potenziale investimento dell’Eni in Africa, e precisamente nel centro Africa; sarò più preciso: per mio lavoro ho molte relazioni in Africa; nel caso di specie seppi che un mio contatto africano Dan Etete, già Ministro del Petrolio in Nigeria (quello che chiamiamo il “ciccione”) voleva cedere una concessione petrolifera (il nome tecnico è “blocco petrolifero”) in Nigeria; il suddetto Etete si era rivolto, tra l’altro, anche ai dirigenti dell’Eni oltre che alla Total (che noi chiamiamo nella telefonata i “francesi”) e alla Shell (che noi chiamiamo nella telefonata gli “arancioni”). Per tale ragione mi rivolsi al Bisignani per sapere se l’ENI era effettivamente interessata all’affare…..”. dott. Scaroni lei ci sa dire a cosa il Di Nardo si riferisca?
Risposta: Non conosco né Etete né Di Nardo; ipotizzo che si parli del suddetto “blocco 245” di cui ho parlato e che il menzionato Etete sia in qualche modo azionista della Malabu che detiene la concessione.
Domanda: Nel caso di finanziamento o donazioni fatte dall’ENI, come quelli riferiti alla Libia, come avviene in concreto il passaggio di danaro ovvero l’elargizione?
Risposta: l’Eni ha un ufficio ad hoc e soprattutto interveniamo sulle “opere” e non con danaro; si tratta di elargizioni detraibili al 70%; ribadisco che noi non diamo danaro ma opere, ciò è accaduto, per esempio, nel 2005 quando abbiamo dato 150 milioni di dollari alla fondazione Gheddafi (di cui 80 spesi fino ad ora); le opere le facciamo noi e la fondazione individua le opere da fare. Ciò accade in tutti i paesi sottosviluppati.
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