… La Chiesa cattolica italiana non ha mai pagato l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) sui beni immobiliari che utilizzava per fini non commerciali, come previsto già dal decreto legislativo che introdusse la tassa nel 1992 e con un risparmio per la Chiesa che venne stimato dall’associazione dei comuni italiani in diverse centinaia di milioni di euro l’anno. Quanto agli immobili utilizzati per attività commerciali, la questione è stata oggetto di diversi pronunciamenti giuridici e di modifiche legislative nel corso degli anni: a partire dal 2005, la legge ha previsto l’esenzione tout court per tutti gli immobili. Questa decisione, presa dal governo Berlusconi a pochi mesi dallo scioglimento delle camere e all’inizio della campagna elettorale, fece molto discutere. Nel 2007 il governo Prodi limò la normativa, prevedendo che l’esenzione dell’ICI si potesse applicare solo agli immobili dalle finalità “non esclusivamente commerciali”. Quell’avverbio – “esclusivamente” – ha permesso alla Chiesa di usufruire dell’esenzione anche per strutture turistiche, alberghi, ospedali, centri vacanze, negozi: è sufficiente la presenza di una cappella all’interno della struttura. Il risparmio annuo per la Chiesa – e la perdita netta, per il fisco italiano – si avvicina ai due miliardi di euro. La legge in questione è da tempo oggetto di indagini da parte dell’Unione Europea … . (ilpost/)
Star qui a rifare la storia dei patti lateranensi sarebbe troppo lungo e noioso il succo di quanto sopra riportato, ma sarebbe interessante per ognuno che ciascuno leggesse da sé, sta nel fatto che la Chiesa ha avuto da quel grand’uomo del re d’Italia un risarcimento in denaro contante e titoli di stato per l’espropriazione dei suoi possedimenti temporali; ha avuto da un altro grand’uomo (sic) tal MUSSOLINI (1929) una garanzia di esenzione fiscale; ne ha avuto la conferma da quell’altro grand’uomo di CRAXI (1984) e, dulcis in fundo, dall’unto del Signore BERLUSCONI nel 2005 è venuta l’esenzione completa dall’ICI di tutti gli immobili della chiesa. Altra grossa furbata l’hanno fatta i padri costituenti che pur non dando valore di norma costituzionale ai Patti lateranensi, poi Concordato, ne hanno stabilito una valenza maggiore rispetto a quella relativi ai singoli trattati internazionale, ragione per cui solo in funzione di un accordo bilaterale essi possono essere modificati a meno di non cambiare la costituzione stessa a tal proposito vedersi gli artt. (7-8-20) della Costituzione.
RISULTATO? A MENO CHE IL PAPA, magari sollecitato dallo stesso Gesù, NON DECIDA DI FARE UN’ELEMOSINA ANCHE ALLO STATO ITALIANO NON C’E’ NULLA DA FARE: LA CHIESA HA TUTTI I DIRITTI DI NON CACCIARE NEMMENO UN CENTESIMO DI EURO PER AIUTARE QUASTO DISGRAZIATISSIMO POPOLO. Meditate gente … meditate .
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