Nastro a Fassino, il premier rischia il processo col fratello.
Il premier Silvio Berlusconi (Ansa) |
LA VICENDA - L’intercettazione, captata il 17 luglio, in quel dicembre 2005 era segreta nel senso che non soltanto non era ancora depositata agli atti (lo sarebbe stata solo molti mesi dopo), e neppure era trascritta o anche solo riassunta in brogliacci, ma esisteva esclusivamente come file audio nei computer della Guardia di Finanza, dei pm milanesi dell’inchiesta Antonveneta/Unipol, e dell'azienda privata «Research control system» che per conto della Procura aveva svolto in estate le intercettazioni. Proprio l’allora suo amministratore, Roberto Raffaelli, dopo aver a lungo negato, nell’estate ammise di aver trafugato e portato un computer con l’audio della telefonata nella villa di Arcore a Silvio e a Paolo Berlusconi, alle 7 di sera della vigilia di Natale 2005 in un incontro organizzato tramite un ex socio di Paolo, l’imprenditore Fabrizio Favata. Il 10 giugno scorso in udienza preliminare Raffaelli aveva patteggiato 20 mesi, Favata era stato condannato a 2 anni e 4 mesi e a risarcire Fassino con 40.000 euro per i danni morali, Paolo Berlusconi era stato rinviato a giudizio. Il giudice Donadeo aveva invece convocato una apposita udienza per approfondire la richiesta di archiviazione proposta dai pm per il premier, e si era riservata la decisione. Ora ha sciolto la riserva, respingendo l'archiviazione e ordinando alla Procura di chiedere a un altro gip il rinvio a giudizio di Berlusconi per concorso nella rivelazione di segreto d’ufficio.
http://www.corriere.it/cronache/11_settembre_15/nastri-fassino-gip_6b1fbaf4-df5e-11e0-b2a5-386afc6bc08a.shtml
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