Il premier resiste per evitare di andare in prigione, ma è lui il vero problema dell'Italia. Non si può continuare a tenere in piedi questo carrozzone di gente incapace, l'unica via è il ritorno alle urne. E l'opposizione? Un partito serio dovrebbe rifiutare i topi che abbandonano la nave.
Giornata politica convulsa dopo la notizia, data su "Il Foglio" da Giuliano Ferrara, delle possibili immineti dimissioni di Berlusconi. Poco dopo, però, è giunta la smentita del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. La notizia, ripresa da tutte le testate italiane e rilanciata anche sui network esteri, aveva provocato un rimbalzo sui mercati, repentinamente tornati in discesa dopo la sconfessione del Governo.
Comunicazioni altalenanti da stamane circa il destino politico del Governo. Si susseguono le voci di possibili dimissioni del premier, oramai assediato anche dai fedelissimi. Le Borse, inizialmente partite in rialzo, hanno poi rallentato dopo la smentita. Come valuta la situazione?
"Farei due osservazioni fondamentali: la prima, è che il problema di Berlusconi - che io credo se ne andrebbe a casa volentieri, perché è molto evidente che la situazione critica dell'Italia dipende soprattutto dal fatto che lui resta al Governo, perché se non ci fosse avremmo più scienza- è che non può permettersi di lasciare il Governo, perché qualora andasse via, rischierebbe concretamente di finire in prigione. Sarebbero finite le possibilità non solo di presentare legittimi impedimenti più o meno veri, ma anche di fare approvare delle leggi che gli consentano di evitare i processi, quantomeno di arrivare alla prescrizione, e alla fine di non finire in prigione. Una volta che non sia più Presidente del Consiglio, che ci sia un governo tecnico o addirittura nuove elezioni, lui resterebbe sì ancora parlamentare ma fondamentalmente un cittadino qualsiasi nei confronti del quale la giustizia potrebbe finalmente fare il suo corso. La seconda questione è che Berlusconi è il vero problema dell'Italia. Ne è la dimostrazione il fatto che, in quel breve intervallo in cui è sembrato che Berlusconi dese le dimissioni, lo spread nei confronti del Bund tedesco è diminuito, e le Borse hanno segnato una tendenza al rialzo. Vogliamo ulteriori prove del fatto che Berlusconi è il problema? Speriamo che tutti quei topi che stanno abbandonando la nave di Berlusconi in questo momento, ultima Gabriella Carlucci, tutta questa gente che prima si è sperticata in lodi e ogni tipo di ufficio, mentre adesso è faticosamente impegnata a conservare il proprio posto, diventino talmente tanti per cui il Pdl, a questo punto non per ragioni politiche, non per ragioni ideali né per ragioni economiche ma per puro tornaconto personale, si riduca a un partito di minoranza."
Un governo Letta o Schifani darebbe un segnale reale di discontinuità, o sarebbe meglio andare alle elezioni anticipate?
"Prima di tutto differenzierei le due posizioni, un governo Letta non è un governo Schifani. Un governo Letta potrebbe ancora essere un Governo degno di fiducia, poi certo bisogna vedere, un governo Schifani non sarebbe affatto un governo discontinuo rispetto a Berlusconi, di cui Schifani è stato uno dei più strenui sostenitori. E dico questo prescindendo dal fatto che Schifani condivide, sia pure a un livello minore, con Berlusconi la sua caratteristica di politico imputato di gravissimi reati. Dunque io credo che in questo momento, guardando anche agli altri Paesi che hanno affrontato la crisi con le dimissioni e il ricorso a nuove elezioni, questa sia l'unica soluzione praticabile. Non si può assolutamente accettare l'idea di dover continuare a tenere in piedi questo carrozzone di gente: gli incapaci non sono stati solo Berlusconi e i suoi stretti collaboratori, ma tutto il Pdl che negli anni gli ha fatto corona attorno si è dimostrato incapace di risolvere i problemi dell'Italia, quindi si facciano nuove elezioni."
Anche sul fronte dell'opposizione si ravvisano difficoltà. Il Pd è lacerato dalle divisioni interne, l'Udc dopo le numerose "transumanze" di parlamentari sembra essere diventato il vero ago della bilancia...
"L'opposizione sta dando una pessima prova di sé. Oltretutto penso che siano poco lungimiranti, perché un partito che si rispetti dovrebbe rifiutare l'arrivo di questi topi che abbandonano la nave che affonda, così potrebbe presentarsi agli elettori con la faccia di un partito pulito. Un partito che invece accoglie tra le sue file i traditori dell'ultimo minuto è evidentemente poco serio. Premesso ciò, proprio per questo vorrei si facessero le elezioni, è giusto sapere l'elettorato dove si dirigerà, se avrà acquisito finalmente una sua capacità politica, se avrà finalmente maturato l'idea che non si vota perché il deputato o l'onorevole promette di risolvere un problema locale, perché si attacca quell'etichetta di comunisti o di fascisti o di qualunque altra cosa, che ormai non dipinge più nessuno negli scenari politici possibili nel nostro Paese. E poi alla fine bisogna pure accettare l'idea che se il nostro continua ad essere un elettorato immaturo, perfino sotto certi punti di vista amorale, beh insomma è questa l'Italia che abbiamo."
Comunicazioni altalenanti da stamane circa il destino politico del Governo. Si susseguono le voci di possibili dimissioni del premier, oramai assediato anche dai fedelissimi. Le Borse, inizialmente partite in rialzo, hanno poi rallentato dopo la smentita. Come valuta la situazione?
"Farei due osservazioni fondamentali: la prima, è che il problema di Berlusconi - che io credo se ne andrebbe a casa volentieri, perché è molto evidente che la situazione critica dell'Italia dipende soprattutto dal fatto che lui resta al Governo, perché se non ci fosse avremmo più scienza- è che non può permettersi di lasciare il Governo, perché qualora andasse via, rischierebbe concretamente di finire in prigione. Sarebbero finite le possibilità non solo di presentare legittimi impedimenti più o meno veri, ma anche di fare approvare delle leggi che gli consentano di evitare i processi, quantomeno di arrivare alla prescrizione, e alla fine di non finire in prigione. Una volta che non sia più Presidente del Consiglio, che ci sia un governo tecnico o addirittura nuove elezioni, lui resterebbe sì ancora parlamentare ma fondamentalmente un cittadino qualsiasi nei confronti del quale la giustizia potrebbe finalmente fare il suo corso. La seconda questione è che Berlusconi è il vero problema dell'Italia. Ne è la dimostrazione il fatto che, in quel breve intervallo in cui è sembrato che Berlusconi dese le dimissioni, lo spread nei confronti del Bund tedesco è diminuito, e le Borse hanno segnato una tendenza al rialzo. Vogliamo ulteriori prove del fatto che Berlusconi è il problema? Speriamo che tutti quei topi che stanno abbandonando la nave di Berlusconi in questo momento, ultima Gabriella Carlucci, tutta questa gente che prima si è sperticata in lodi e ogni tipo di ufficio, mentre adesso è faticosamente impegnata a conservare il proprio posto, diventino talmente tanti per cui il Pdl, a questo punto non per ragioni politiche, non per ragioni ideali né per ragioni economiche ma per puro tornaconto personale, si riduca a un partito di minoranza."
Un governo Letta o Schifani darebbe un segnale reale di discontinuità, o sarebbe meglio andare alle elezioni anticipate?
"Prima di tutto differenzierei le due posizioni, un governo Letta non è un governo Schifani. Un governo Letta potrebbe ancora essere un Governo degno di fiducia, poi certo bisogna vedere, un governo Schifani non sarebbe affatto un governo discontinuo rispetto a Berlusconi, di cui Schifani è stato uno dei più strenui sostenitori. E dico questo prescindendo dal fatto che Schifani condivide, sia pure a un livello minore, con Berlusconi la sua caratteristica di politico imputato di gravissimi reati. Dunque io credo che in questo momento, guardando anche agli altri Paesi che hanno affrontato la crisi con le dimissioni e il ricorso a nuove elezioni, questa sia l'unica soluzione praticabile. Non si può assolutamente accettare l'idea di dover continuare a tenere in piedi questo carrozzone di gente: gli incapaci non sono stati solo Berlusconi e i suoi stretti collaboratori, ma tutto il Pdl che negli anni gli ha fatto corona attorno si è dimostrato incapace di risolvere i problemi dell'Italia, quindi si facciano nuove elezioni."
Anche sul fronte dell'opposizione si ravvisano difficoltà. Il Pd è lacerato dalle divisioni interne, l'Udc dopo le numerose "transumanze" di parlamentari sembra essere diventato il vero ago della bilancia...
"L'opposizione sta dando una pessima prova di sé. Oltretutto penso che siano poco lungimiranti, perché un partito che si rispetti dovrebbe rifiutare l'arrivo di questi topi che abbandonano la nave che affonda, così potrebbe presentarsi agli elettori con la faccia di un partito pulito. Un partito che invece accoglie tra le sue file i traditori dell'ultimo minuto è evidentemente poco serio. Premesso ciò, proprio per questo vorrei si facessero le elezioni, è giusto sapere l'elettorato dove si dirigerà, se avrà acquisito finalmente una sua capacità politica, se avrà finalmente maturato l'idea che non si vota perché il deputato o l'onorevole promette di risolvere un problema locale, perché si attacca quell'etichetta di comunisti o di fascisti o di qualunque altra cosa, che ormai non dipinge più nessuno negli scenari politici possibili nel nostro Paese. E poi alla fine bisogna pure accettare l'idea che se il nostro continua ad essere un elettorato immaturo, perfino sotto certi punti di vista amorale, beh insomma è questa l'Italia che abbiamo."
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