sabato 21 gennaio 2012

Chissà cosa si fuma Calderoli - di Marco Travaglio






Ha un curriculum agghiacciante: dal finto rogo di leggi inutili alla difesa di Igor Marini, dalla moneta padana a cui voleva dare il suo nome agli aerei di Stato usati per andare a trovare la fidanzata. Eppure, in Italia, uno così è ancora in giro a pontificare.
Se non fosse l'autore della legge elettorale appena imbalsamata dalla Consulta, per gli amici "porcellum"; se con una t-shirt antislamica non avesse provocato una rivolta a Bengasi costata la vita a 11 persone; se non avesse riscritto mezza Costituzione in una baita del Cadore; se non fosse stato ministro delle Riforme e poi della Semplificazione; se non avesse preso soldi da Gianpiero Fiorani ai tempi della scalata ad Antonveneta e del salvataggio di Credieuronord; se non chiamasse i gay "culattoni ricchioni" e gli immigrati "bingo-bongo"; se non avesse proposto il "Maiale Day" contro la moschea di Bologna; se non avesse depenalizzato la banda armata a fini politici per salvare i leghisti imputatii al Tribunale di Verona per le camicie verdi, tra i quali se medesimo; insomma se non fosse Roberto Calderoli, Roberto Calderoli sarebbe un tipo simpatico.


E' stato il più antiberlusconiano e il più berlusconiano dei leghisti. Ha proposto di rimpiazzare la lira con una moneta padana chiamata "calderolo". Ha definito Igor Marini, il pataccaro della Telekom-Serbia, "una persona di una memoria che fa impallidire Pico della Mirandola, intelligente, sveglia, preparata". Ha salutato l'elezione di papa Ratzinger dicendo "a Benedetto XVI avrei preferito Crautus I". 


Divenuto ministro, ha confessato: "Su di me non avrei scommesso un euro". 


Due anni fa convocò giornalisti e cameraman perché lo immortalassero mentre incendiava con la fiamma ossidrica un cumulo di carte che spacciò per "375 mila leggi inutili che ho abrogato come ministro della Semplificazione". Si scoprì poi che il Parlamento, per produrre 375 mila leggi, avrebbe dovuto lavorare ininterrottamente per 150 anni, compresi quelli di guerra e i mesi di ferie, dall'Unità d'Italia a oggi, con una media di 7,8 norme al giorno. Dunque non s'è mai capito che diavolo abbia bruciato Calderoli quel giorno. E soprattutto che si era fumato. 
Di recente, passato all'opposizione, ha scagliato un'interrogazione parlamentare contro Mario Monti, reo di aver cenato la sera di San Silvestro con i parenti stretti nell'alloggio di servizio di Palazzo Chigi, per invocarne le immediate dimissioni e sapere "se risponda al vero la notizia secondo cui la notte dell'ultimo dell'anno si siano tenuti dei festeggiamenti presso la presidenza del Consiglio" e "chi ha sostenuto gli oneri diretti e indiretti della serata", perché "mentre i cittadini sono costretti a tirare la cinghia dalle misure del governo, sarebbe davvero incredibile, oltre che gravissimo, se venisse confermato che il premier ha utilizzato un palazzo istituzionale e il relativo personale per una festa di natura privata". 


Monti ha risposto sobrio e mesto che "gli acquisti di cotechino, lenticchie, tortellini e dolce sono stati effettuati a proprie spese dalla signora Monti", che ha pure cucinato e servito in tavola. Oneri per lo Stato: zero. Ma il Pota non s'è dato per vinto: la cena "è assolutamente inaccettabile" perché "la signora Monti che sparecchia e lava i piatti e Monti che scende ad aprire il portone non me li vedo, sicuramente c'erano quelli della sicurezza e i commessi... Avessi proposto io una cena con famiglia al ministero, avrebbero chiamato il 118".
Ora però si scopre, come rivela "Libero", che Calderoli è indagato dalla Procura di Roma con l'accusa di aver truffato la presidenza del Consiglio per usare un aereo di Stato che non gli spettava. 


Il 19 gennaio 2011 si librò da Roma, atterrò a Levaldigi (Cuneo) per visitare il figlio della sua compagna Giovanna Gancia (presidente della Provincia di Cuneo), finito in ospedale dopo un incidente stradale. Fatti privati spacciati da Calderoli per "comprovate inderogabili esigenze di trasferimento connesse all'esercizio di funzioni istituzionali". Costo della trasvolata: 10.271,56 euro. 


Il Tribunale dei ministri ha chiesto al Senato l'autorizzazione a processarlo. Ma il Senato la negherà, come fa sempre e com'è giusto che sia. Calderoli dev'essere per forza innocente. Se davvero avesse speso 10 mila euro di soldi nostri per i comodi suoi e avesse poi chiesto le dimissioni di Monti per un cotechino, bisognerebbe chiamare il 118.


(L'Espresso 20/1/2012)


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