Il differenziale tra i rendimenti dei titoli italiani e tedeschi tocca anche i 304 punti, minimo da settembre. Il recupero sui mercati ha lo stesso impatto di una maxi Finanziaria. Benefici su chi ha mutui variabili.
DOPO MESI di capricci (con una impennata a novembre a quota 575 punti), lo spread tra Bund e Btp torna con i piedi per terra. Ieri il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi è sceso a quota 308 (con un minimo a 304), il livello più basso da settembre. E i tassi dei decennali sono caduti sotto il 5%.
La credibilità del governo Monti sommata ai mille miliardi dati alle banche dalla Bce hanno riportato gli acquisti su bond tricolori e Piazza Affari (ieri +2,9%). Per i conti dell'Italia è più di una maxi-Finanziaria: con i rendimenti a questi livelli, Roma pagherà nei prossimi tre anni 55 miliardi di interessi in meno rispetto alle stime di novembre.
Il modello tedesco
Bund più vicini con l'effetto-fiducia: distacco quasi dimezzato in tre mesi Il recupero di ieri (con il record di scambi sui bond di casa nostra) ha riportato il differenziale di rendimento tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani a quota 308, un risultato che non si vedeva dalla scorso settembre. La spia dell'allarme, naturalmente, non è ancora spenta: visto che solo un anno fa, con la Grecia già sull'orlo del baratro, la forbice era di "soli" 200 punti.
II combinato disposto della credibilità del governo Monti e della pioggia di liquidità a costo (quasi) zero garantita dalla Bce alle banche ha mandato per ora in soffitta il brutto ricordo di novembre scorso, quando il rendimento dei BtP decennali era salito al 7,5%, il 5,75% in più dei Bund. Ieri i titoli a dieci anni tricolori rendevano il 4,92% e il recupero (per fortuna) c'è stato su tutte le scadenze.
Il risparmio
Il Belpaese paga meno interessi: in tre anni recuperato il 2,7% del Pil Quanto risparmia l'Italia grazie al calo dei rendimenti sui titoli di Stato? Tanto, anzi tantissimo. I numeri parlano da soli: il 28 novembre Roma ha pagato il 6,5% di interessi per convincere gli investitori a comprare i suoi Bot semestrali. Martedì scorso lo stesso titolo è stato collocato senza difficoltà garantendo solo l'1,2%.
Il calo medio dei rendimenti sulla curva delle durate è tra i 2 e i 3 punti percentuali. Banca d'Italia stima per ogni punto risparmi per le casse dello stato alla voce spesa per interessi pari allo 0,2% il primo anno, 0,4% al secondo e 0,5% al terzo. Tradotto in soldoni, ai livelli attuali, equivale a uscite inferiori per 55 miliardi in tre anni rispetto a quelle previste con i tassi dello scorso novembre.
Piazza Affari
Torna l'ottimismo sul listino che balza del 18% da novembre Il recupero di credibilità dell'effetto Italia non si misura solo con il termometro del Btp. L'ottimismo regna infatti da qualche mese anche a Piazza Affari che ha recuperato l'11% da inizio anno e il 18% dai minimi di novembre. Una rondine, certo, non fa primavera visto che rispetto a marzo 2011 il bilancio è fotografato da uno sconsolante -24%.
Protagoniste, nel bene e nel male, le banche: crollate lo scorso anno per la zavorra dei Btp nei loro bilanci e ripartite a razzo nelle ultime settimane: dal primo gennaio la Popolare Milano ha recuperato il 69% e l'Mps il 68%. Qualcuno ha fatto dei bei soldi. Peccato che chi ha comprato gli stessi titoli un anno fa registri oggi rispettivamente un saldo del -47 e del -38%.
Mutui meno cari
Per chi ha il tasso variabile riduzioni fino a 300 euro l'anno
Un bel sospiro di sollievo lo tirano anche gli italiani che negli anni scorsi hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile per comprarsi la casa. D'accordo, l'Euribor - il valore di riferimento in base a cui si calcolano le rate - non si era impennato in verticale come i rendimenti dei Btp. Ma qualche deciso aumento c'era stato lo stesso.
Ora anche questo tasso ha ripreso a scendere. Il suo rendimento a tre mesi (quello che fa fede per i mutui) è sceso dall'1,5% allo 0,9%. Per un mutuo a tasso variabile 20 anni su una cifra vicina ai 130 milioni, il risparmio medio può essere calcolato in 300 euro l'anno circa. Resta il fatto che molte banche preferiscono dirottare i fondi presi in prestito dalla Bce sui titoli di Stato con rendimento alto e certo piuttosto che prestarli a famiglie e imprese.
Italia-Spagna
Roma riesce a riagganciare Madrid nel derby mediterraneo dei tassi
Dopo quasi sette mesi di pesante purgatorio, l'Italia è riuscita questa settimana a completare quasi del tutto la remuntada su Madrid. Sui titoli biennali il sorpasso è già fatto: ieri i Btp a due anni tricolori rendevano l',168% mentre i Bonos con la stessa scadenza viaggiavano al 2,1%. Un mezzo miracolo visto che a novembre scorso lo spread nel derby del Mediterraneo era arrivato a livelli stratosferici, con la Spagna che collocava titoli biennali a interessi inferiori del 2,5% di quelli che riusciva a spuntare Roma.
Il gap è quasi chiuso anche sui decennali: ieri quelli italiani rendevano il 4,91% contro il 4,82% dei "cugini" iberici. Segno che il differenziale di credibilità dei due paesi, malgrado a Madrid si sia votato e da noi no, è ormai colmato.
La credibilità del governo Monti sommata ai mille miliardi dati alle banche dalla Bce hanno riportato gli acquisti su bond tricolori e Piazza Affari (ieri +2,9%). Per i conti dell'Italia è più di una maxi-Finanziaria: con i rendimenti a questi livelli, Roma pagherà nei prossimi tre anni 55 miliardi di interessi in meno rispetto alle stime di novembre.
Il modello tedesco
Bund più vicini con l'effetto-fiducia: distacco quasi dimezzato in tre mesi Il recupero di ieri (con il record di scambi sui bond di casa nostra) ha riportato il differenziale di rendimento tra i titoli di stato tedeschi e quelli italiani a quota 308, un risultato che non si vedeva dalla scorso settembre. La spia dell'allarme, naturalmente, non è ancora spenta: visto che solo un anno fa, con la Grecia già sull'orlo del baratro, la forbice era di "soli" 200 punti.
II combinato disposto della credibilità del governo Monti e della pioggia di liquidità a costo (quasi) zero garantita dalla Bce alle banche ha mandato per ora in soffitta il brutto ricordo di novembre scorso, quando il rendimento dei BtP decennali era salito al 7,5%, il 5,75% in più dei Bund. Ieri i titoli a dieci anni tricolori rendevano il 4,92% e il recupero (per fortuna) c'è stato su tutte le scadenze.
Il risparmio
Il Belpaese paga meno interessi: in tre anni recuperato il 2,7% del Pil Quanto risparmia l'Italia grazie al calo dei rendimenti sui titoli di Stato? Tanto, anzi tantissimo. I numeri parlano da soli: il 28 novembre Roma ha pagato il 6,5% di interessi per convincere gli investitori a comprare i suoi Bot semestrali. Martedì scorso lo stesso titolo è stato collocato senza difficoltà garantendo solo l'1,2%.
Il calo medio dei rendimenti sulla curva delle durate è tra i 2 e i 3 punti percentuali. Banca d'Italia stima per ogni punto risparmi per le casse dello stato alla voce spesa per interessi pari allo 0,2% il primo anno, 0,4% al secondo e 0,5% al terzo. Tradotto in soldoni, ai livelli attuali, equivale a uscite inferiori per 55 miliardi in tre anni rispetto a quelle previste con i tassi dello scorso novembre.
Piazza Affari
Torna l'ottimismo sul listino che balza del 18% da novembre Il recupero di credibilità dell'effetto Italia non si misura solo con il termometro del Btp. L'ottimismo regna infatti da qualche mese anche a Piazza Affari che ha recuperato l'11% da inizio anno e il 18% dai minimi di novembre. Una rondine, certo, non fa primavera visto che rispetto a marzo 2011 il bilancio è fotografato da uno sconsolante -24%.
Protagoniste, nel bene e nel male, le banche: crollate lo scorso anno per la zavorra dei Btp nei loro bilanci e ripartite a razzo nelle ultime settimane: dal primo gennaio la Popolare Milano ha recuperato il 69% e l'Mps il 68%. Qualcuno ha fatto dei bei soldi. Peccato che chi ha comprato gli stessi titoli un anno fa registri oggi rispettivamente un saldo del -47 e del -38%.
Mutui meno cari
Per chi ha il tasso variabile riduzioni fino a 300 euro l'anno
Un bel sospiro di sollievo lo tirano anche gli italiani che negli anni scorsi hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile per comprarsi la casa. D'accordo, l'Euribor - il valore di riferimento in base a cui si calcolano le rate - non si era impennato in verticale come i rendimenti dei Btp. Ma qualche deciso aumento c'era stato lo stesso.
Ora anche questo tasso ha ripreso a scendere. Il suo rendimento a tre mesi (quello che fa fede per i mutui) è sceso dall'1,5% allo 0,9%. Per un mutuo a tasso variabile 20 anni su una cifra vicina ai 130 milioni, il risparmio medio può essere calcolato in 300 euro l'anno circa. Resta il fatto che molte banche preferiscono dirottare i fondi presi in prestito dalla Bce sui titoli di Stato con rendimento alto e certo piuttosto che prestarli a famiglie e imprese.
Italia-Spagna
Roma riesce a riagganciare Madrid nel derby mediterraneo dei tassi
Dopo quasi sette mesi di pesante purgatorio, l'Italia è riuscita questa settimana a completare quasi del tutto la remuntada su Madrid. Sui titoli biennali il sorpasso è già fatto: ieri i Btp a due anni tricolori rendevano l',168% mentre i Bonos con la stessa scadenza viaggiavano al 2,1%. Un mezzo miracolo visto che a novembre scorso lo spread nel derby del Mediterraneo era arrivato a livelli stratosferici, con la Spagna che collocava titoli biennali a interessi inferiori del 2,5% di quelli che riusciva a spuntare Roma.
Il gap è quasi chiuso anche sui decennali: ieri quelli italiani rendevano il 4,91% contro il 4,82% dei "cugini" iberici. Segno che il differenziale di credibilità dei due paesi, malgrado a Madrid si sia votato e da noi no, è ormai colmato.
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