domenica 29 aprile 2012

Amministrative, partiti in campo. Pdl chiama Lega. 'No' di Maroni.


Angelino Alfano e Mario Monti


Roma - (Adnkronos) - Alfano: "Non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il nostro rapporto con i leghisti". La replica del leader del Carroccio: "I militanti vogliono andare avanti da soli". Casini: "Pdl faccia il suo percorso". Grillo attacca ancora Napolitano. Bersani: "Democratici uniti contro il populismo". Il 6 e 7 maggio al voto in 1.000 Comuni (SPECIALE)


Roma, 29 apr. - (Adnkronos) - Week end di campagna elettorale con un occhio alle amministrative di domenica prossima e non solo. Il test dei comuni è atteso dalle forze politiche per calibrare le mosse dei prossimi mesi, decisivi per l'assetto con cui si andrà alle politiche del 2013. Salvo interruzioni anticipate della legislatura che, ancora oggi, i leader impegnati in campagna elettorale sono tornati a smentire.
Avanti con il governo Monti, dunque, preparando il dopo Professore. Il Pdl continua il pressing sull'Udc di Pier Ferdinando Casini. Senza considerare "del tutto chiuso" però "il rapporto con la Lega", come ha detto oggi Angelino Alfano ricevendo però un 'no grazie' dal Carroccio. Sono i militanti leghisti che del Pdl non ne vogliono più sentir parlare a detta di Roberto Maroni. In casa Pd intanto Pier Luigi Bersani, in un messaggio al segretario del Psi, Riccardo Nencini, che celebra i 120 anni della nascita del partito, invita tutti i democratici (e non solo quelli di sinistra) ad unirsi contro il "populismo".
Quello di Beppe Grillo, tanto per cominciare. I partiti attendono con una certa apprensione il risultato del Movimento 5 Stelle e dell'onda antipolitica che porta con sé. Oggi il comico genovese in un comizio a Veggiano, vicino Padova, è tornato ad attaccare il Giorgio Napolitano. Il presidente, attacca Grillo, serve soltanto a "costare tre volte quello che costa la Regina d'Inghilterra a Buckingham Palace", a firmare il lodo Alfano e garantire i partiti.
Angelino Alfano, oggi impegnato in Veneto per la compagna elettorale, torna a blandire la Lega. "Noi -spiega- abbiamo dato al Paese stabilità e riforme governando con la Lega e non abbiamo mai ritenuto chiuso del tutto il nostro rapporto con il Carroccio, nonostante la Lega abbia scelto di separarsi da noi per queste elezioni amministrative non già per un problema relativo alle singole comunità locali ma per una scelta politica nazionale perché noi abbiamo deciso di sostenere il governo Monti e loro no''.
"Per la prospettiva -sottolinea il segretario del Pdl- noi non riteniamo chiuso il rapporto con la Legacosì come non lo riteniamo chiuso con i segmenti moderati del sistema politico italiano, perché noi faremo una grande offensiva diplomatica per riunire i moderati italiani e far sì che loro possano tornare a governare insieme il paese".
"Devo dire -ammette Alfano- che da questo punto di vista le elezioni amministrative in corso non aiutano; quindi crediamo tutto ciò a cui ho fatto cenno adesso dovrà avere come momento ideale il post voto amministrativo"
Il pressing del Pdl, però, resta innanzitutto concentrato sui centristi. Alfano assicura che questa apertura non crea "nessun problema con gli amici che provengono da An".
"Io -aggiunge- come segretario politico ho come obiettivo prioritario di fare sì che il Pdl rimanga qualcosa di molto robusto, forte e integro che non vada a parcellizzarsi o a frazionarsi". Secondo Alfano, quindi "l'obiettivo è quello di tenere insieme coloro i quali hanno una visione dei problemi sociali alternativa a quella della sinistra. Il modo migliore di cominciare non è di frazionarsi ma è di unificare".
Casini, però, continua a mantenere le distanze, invita il Pdl a fare il suo percorso e quanto ad Alfano che non considera chiuso il rapporto con la Lega, risponde: "E' un problema loro". Noi , aggiunge il leader dell'Udc, "abbiamo una convergenza a sostenere il governo con il Pdl e il Pd. Il giorno in cui ci presenteremo alle elezioni ci sarà una nuova offerta politica che stiamo costruendo. Il Pdl farà il suo percorso".
Anche Casini oggi è intervenuto sul 'fattore' Grillo invitando a non dare troppo peso al Movimento 5 Stelle. "Grillo non mi impressiona. Quello che mi preoccupa in questo momento è l'insieme di populismo e smemoratezza". Secondo il leader dell'Udc, Grillo "è l'altra faccia della medaglia del cappio agitato in Parlamento vent'anni fa" dalla Lega, ma "sono un signore e non dico com'è andata a finire".
Anche il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, attacca Grillo: "E' un populista, un qualunquista. Ma ve lo immaginate un Paese guidato da Grillo? Sarebbe una catastrofe". L'esponente di Fli parla anche dalla leadership del Terzo Polo e non ha buone parole per Casini: non può essere il leader alla prossime politiche perché, spiega, "per riunire tutti bisogna prendere un rappresentante esterno dalla politica, un papa straniero. Montezemolo, Marcegaglia, oppure soggetti del governo Monti che vogliono entrare in politica".
Meno che mai Bocchino vede un ruolo per Silvio Berlusconi. "Certo non può essere lui a riunire i moderati perché li ha divisi, deve lasciare la politica attiva mentre vedo che nel Pdl decide ancora tutto lui". E il Cavaliere, in un'anticipazione di un'intervista a 'Gente', dice di essere veramente intenzionato a lasciare l'impegno politico. "Non è vero che penso al Quirinale come al mio futuro. Quello che spero è che, profittando della pausa della contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra, si possa arrivare a un cambiamento dell'assetto istituzionale che renda finalmente governabile questo Paese. Il mio impegno in politica potrebbe concludersi con questo successo".


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