Prima di trasferirsi nella mansarda da duemila euro al mese a carico della Lega, l'ex ministro usufruiva di una dimora storica ancora più lussuosa alla Balduina. Un'abitazione da 3-4 mila euro di canone, ma sulle cifre tutte le bocche restano cucite.
Quando si trattava di sbugiardare i contribuenti, l’allora ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli era implacabile: “Staneremo chi mente sulla prima casa”, dichiarava bellicoso nel gennaio 2011. Con un giornale che tentava di metterlo in difficoltà cercando la sua abitazione romana, piagnucolava: “Vivo in un appartamento in affitto di 65 metri quadrati, in periferia”. Sarà anche di 65 metri l’appartamento in questione ma si fatica a definirlo “in periferia” e soprattutto non è mai stato pagato da lui. Il Noe dei Carabinieri su delega della Procura di Napoli ha sentito il proprietario della casa sul Gianicolo e il signor P. C. ha dichiarato che il partito ha pagato per il “ministro con vista” ben 2 mila e 200 euro al mese in comode rate trimestrali da 6 mila e 600 euro, a partire dall’aprile 2010.
Siamo a due passi da Villa Sciarra, nel quartiere chic e sinistrorso di Monteverde Vecchio dove abitano Serena Dandini, Nanni Moretti e Nicola Piovani. I leghisti sono arrivati di recente e hanno evitato di pagare come i comuni mortali. Il viceministro Castelli era ricorso all’ente previdenziale degli agenti di commercio, l’Enasarco, per agguantare un affitto da 700 euro per 90 metri in via quattro venti. Sembrava uno scandalo: Castelli fu costretto a levare le tende da quell’angolo di Affittopoli grazie anche ai nostri articoli. Ma non era nulla a confronto di Calderoli, che ha ottenuto una casa molto più bella e pagata dalla Lega. A conferma del fatto che nel partito c’erano gli inquilini del cerchio magico e i “barbari paganti”, più che sognanti.
I carabinieri avevano intuito qualcosa. “Come minuziosamente descritto da Francesco Belsito in numerose intercettazioni telefoniche”, scriveva il Comandante del Nucleo Operativo del Noe,Pietro Raiola Pescarini, “rilevanti somme di denaro sono state utilizzate per sostenere esigenze personali e familiari, estranee alle finalità ed alle funzionalità del partito Lega Nord e a favore di:Bossi Umberto, (…..) Mauro Rosi, Calderoli Roberto”. L’intercettazione chiave era quella in cui si affrontava il capitolo dei soldi per Calderoli dopo avere parlato del milione di euro chiesto per la scuola cara ai Bossi: “e invece quelli (i soldi Ndr) di Cald (ndr, Calderoli) come faccio? Come li giustifico quelli?”.
Ora spunta la mansardina a carico del partito, un tetto su Roma, con vetrata ad angolo e vista mozzafiato più un terrazzo di venti metri quadrati, pagato dalla Lega. Sul citofono non c’è il nome dell’ex ministro ma quello del proprietario. L’ex ministro della semplificazione come un novello Nerone amava le fiamme per far fuori le pandette inutili ma non disdegnava la vista sui sette colli, a sbafo. Via Ugo Bassi è una strada poco leghista: termina con una scalinata che scende lievemente verso tre simboli della Roma più romantica: la scala di Righetto, Trastevere e Porta Portese. La casa non è enorme, dicono i vicini, una sessantina di metri quadrati coperti più la terrazza di venti metri. La vista però è impagabile.
“Mi si infanga per aver avuto in dotazione da parte del movimento una casa-ufficio dal costo di 2200 euro al mese, quando io ne verso mensilmente 3000 di euro alla Lega Nord’’, è il commento di Calderoli. “Da dieci anni svolgo l’incarico di coordinatore delle segreterie nazionali della Lega nord, che mi ha portato a lavorare quasi sette giorni alla settimana, feste, sabati e domeniche compresi, girando su tutto il territorio nazionale. Per anni il movimento mi ha riconosciuto solo un rimborso che è stato totalmente devoluto al movimento”.
Il Fatto ha scoperto però che Calderoli, prima di andare ad abitare al Gianicolo, viveva in una casa molto più bella e di valore: una torre antica sul colle della Balduina con piscina e parco a disposizione. Probabilmente per combattere meglio l’odiata Roma ladrona è bene guardare il nemico dall’alto. Se oggi l’ex ministro dal Gianicolo scorge in lontananza il Colosseo, dalla vecchia casa poteva quasi toccare il Cupolone. “La chiamano la ‘torre della luna’”, spiega l’inquilina che è subentrata nella torre, “si sviluppa su tre livelli. È molto romantica ma forse un po’ scomoda. La vista è unica. Calderoli abitava qui e poteva, come facciamo noi, usare la piscina. Non so quanto pagasse”.
VIDEO/2 – LA “TORRE DELLA LUNA”
La proprietaria, una nobildonna napoletana con accento britannico, abita nella villa accanto. Alla domanda del Fatto su chi pagasse (“la Lega o il ministro?”) replica: “Non ho intenzione di rispondere”. Certo è che Calderoli, nel suo comunicato relativo alla sola casa del Gianicolo abitata da due anni a questa parte, eccede ricordando che “da dieci anni svolgo l’incarico di coordinatore della segreteria”. Come a dire che anche il pagamento dell’affitto precedente per “la torre della luna” sarebbe giustificato.
La risposta di Calderoli, a leggerla in filigrana, legittima altre domande inquietanti anche sulla casa abitata da Umberto Bossi. Si tratta di un quinto piano su via Nomentana composto di sei vani catastali che dovrebbe superare di poco i 150 metri quadrati. È stato ristrutturato nel 2008 prima di essere affittato al leader della Lega. Il canone dovrebbe aggirarsi sui 3-4 mila euro, stando alle quotazioni della zona. Casa Bossi è di proprietà della Immobiliare Elma. Il Fatto ha chiesto al titolare, Guido Cespa chi pagasse l’affitto. La risposta è stata: “Non lo dico certamente a un giornalista. Se mi chiameranno i magistrati lo spiegherò a loro”.
Il Fatto ha girato le domande sulle case leghiste all’unica persona titolata a parlare in materia: il tesoriere del partito. Stefano Stefani, però, sui canoni della torre di Calderoli e sull’attico di Bossi replica: “A queste domande io non voglio rispondere”.
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