Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 29 maggio 2012
Roberto Forchettoni (Marco Travaglio).
Il punto di partenza sono le “vacanze di gruppo”che Formigoni trascorre ogni anno fra i Caraibi e la Costa Smeralda, “come tutti gli italiani” tranne gli “sfigati” giornalisti che raccontano le sue ferie a sbafo per pura invidia.
Ieri Carla Vites, ciellina,moglie di Antonio Simone, ciellino, ex assessore alla Sanità arrestato ai tempi di Tangentopoli e riarrestato l’altro giorno col faccendiere Piero Daccò, ciellino pure lui, ha scritto al Corriere per fare gli auguri di compleanno al consorte detenuto e per lumeggiare le vacanze di gruppo di Formigoni, ciellino.
La signora è rimasta sfavorevolmente impressionata da alcune simpatiche fandonie raccontate dal pio indossatore-governatore, tipo: “Conosco Daccò da molti anni, ma non ha mai avuto rapporti direttamente con me, ma con l’assessorato”. Ora, van bene le vacanze di gruppo, ma quant’è grande questo gruppo? No, perché se al seguito di Daccò s’imbarcava ogni volta l’intero assessorato, uno yacht non bastava e conveniva noleggiare perlomeno la nave Concordia. “La sorte – narra Carla Vites – mi ha riservato una conoscenza ravvicinata col Governatore: conosco lui, Antonio Simone e altri da circa 30 anni”. Fra gli “altri” è compreso Daccò,quello dei rapporti solo indiretti e istituzionali tramite l’assessorato. “Lo spettacolo dei rapporti di Formigoni con Daccò è sotto gli occhi dei molti chef d’alto bordo dove regolarmente veniva nutrito a spese di Daccò stesso: Sadler, Cracco, Santin, Aimo e Nadia, per non parlare dei locali à la page della Costa Smeralda” dove “era possibile ammirare il nostro Governatore seguire come un cagnolino al guinzaglio Daccò, lo stesso che non aveva rapporti diretti”. Evidentemente, non visto, lo seguiva l’intero assessorato. “Vederli insieme (Roberto e Piero, ndr) era una gioia degli occhi”, specie per una donna che ha “militato per lui in Cl volantinando, incontrando gente, garantendo per la sua persona”. La divisione dei compiti non valeva solo per le ferie di gruppo, ma anche per le elezioni di gruppo: c’era chi volantinava, votava e faceva votare, e chi – uno, in particolare – mangiava. Ammazza quanto mangiava, Roberto Forchettoni.
Insomma “Robertino con Daccò e tutta la sua famigliola si divertiva tanto! Eccolo con la sua 24 ore sul molo di Portisco arrivare dritto da Milano pronto a imbarcarsi sullo yacht di Daccò (sempre con l’assessorato al seguito, ndr) dove le sue figliole (di Daccò, ndr) lo attendevano con ansia, pronte a togliersi il pezzo di sopra del bikini appena il capitano avesse tirato su l’àncora ”,mettendo fra l’altro a dura prova il suo celebre voto di castità (a quello di povertà badava Daccò padre).Ogni tanto Erika, una delle Daccò figlie, si sfogava con la signora Simone: “Pensa, noi Daccò siamo i migliori amici di Formigoni (sempre tramite l’assessorato, ndr) e non riusciamo a dirgli di non indossare quelle orrende camicie a fiori”. Ecco, non riuscivano proprio a dirglielo, né a lui né a tutto l’assessorato. Perché lui è troppo “narcisista”oltreché distratto da “feste e banchetti, yacht e ville”, tutto pagato ci mancherebbe. Il che, secondo Carla Vites, spiega il suo disinteresse al vile denaro, visto che le sue uniche spese sono “per qualche camicia a fiori o per una giacca orrendamente gialla”: quelle se le compra lui, anche perché nessuno oserebbe mai regalargliele. Probabilmente si serve dallo stesso sarto di Calderoli, “un sarto quasi cieco” secondo la fidanzata dell’ex ministro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha indotto la signora Simone ascrivere al Corriere è stata vederlo “mollemente adagiato su un letto megagalattico del Salone del Mobile, che se la ride soddisfatto, esibendo a beneficio dei giornalisti quel che resta di un fisico a suo tempo quasi prestante”, mentre “il suo migliore amico” Antonio Simone marcisce “in una cella che ospita altri cinque detenuti”. Ora noi, al posto del Governatore, saremmo molto preoccupati per quel parallelo, vagamente allusivo, fra il divano e la cella di San Vittore. Noi e tutto l’assessorato, s’intende.
http://triskel182.wordpress.com/2012/04/20/roberto-forchettoni-marco-travaglio/
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