LONDRA – “Scusi, signorina, non capisco perché ma il mio tesserino non funziona”. Uno dopo l’altro, un centinaio di dipendenti della Ubs, banca svizzera e uno dei giganti della finanza mondiale, si sono rivolti con queste parole, martedì mattina, alla receptionist all’ingresso della sede londinese della società. L’impiegata ha fatto una telefonata, un addetto alla sicurezza è apparso dal nulla e ha accompagnato uno alla volta i perplessi dipendenti della banca a un anonimo ufficio al quarto piano, dove ciascuno di loro ha appreso di essere diventato un ex-dipendente. Ad attenderli c’erano infatti uno scatolone con i loro effetti personali e una lettera che diceva più o meno: “Gentile collega, la tua presenza non è più richiesta. In attesa di ulteriori comunicazioni, ti preghiamo di non venire più in ufficio”. I licenziati, perché di questo in sostanza si tratta, sono andati al pub, cercando di annegare nella birra la brutta notizia.
E’ il ritorno della brutalità nella City, commenta il Times di Londra. Scene simili non si vedevano dal collasso della Lehman Brothers nel 2008, all’apice del crack finanziario globale che sconvolse il mondo. E forse una durezza simile non si era vista nemmeno allora: perlomeno ai dipendenti della Lehman licenziati in tronco fu permesso di riempirseli da soli, gli scatoloni con gli effetti personali da portare via per sgomberare l’ufficio. Il centinaio di banchieri e bancari che hanno perso l’impiego nel quartier generale della Ubs a Londra, del resto, sono solo l’avanguardia di un ben più ampio “bagno di sangue”, come lo definisce metaforicamente ilGuardian: la banca svizzera si accinge infatti a tagliare 10 mila posti di lavoro, di cui 3 mila soltanto nella capitale britannica, riducendo entro il 2015 da 64 mila a 54 mila il suo staff nel mondo.
E’ il ritorno della brutalità nella City, commenta il Times di Londra. Scene simili non si vedevano dal collasso della Lehman Brothers nel 2008, all’apice del crack finanziario globale che sconvolse il mondo. E forse una durezza simile non si era vista nemmeno allora: perlomeno ai dipendenti della Lehman licenziati in tronco fu permesso di riempirseli da soli, gli scatoloni con gli effetti personali da portare via per sgomberare l’ufficio. Il centinaio di banchieri e bancari che hanno perso l’impiego nel quartier generale della Ubs a Londra, del resto, sono solo l’avanguardia di un ben più ampio “bagno di sangue”, come lo definisce metaforicamente ilGuardian: la banca svizzera si accinge infatti a tagliare 10 mila posti di lavoro, di cui 3 mila soltanto nella capitale britannica, riducendo entro il 2015 da 64 mila a 54 mila il suo staff nel mondo.
“E’ una decisione difficile”, afferma Sergio Ermotti, il 52enne banchiere nato a Lugano diventato l’anno scorso amministratore delegato della Ubs con il compito di portare l’istituto di credito svizzero fuori dalla tempesta. Impresa non facile: la banca ha registrato perdite pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro nel trimestre terminato a settembre, è invischiata nello scandalo Libor dei tassi d’interesse truccati e uno dei suoi (ormai ex) broker dell’ufficio di Londra, il giovane Kweku Adoboli, è sotto processo per avere sottratto fraudolentemente un miliardo e 400 milioni di sterline sotto il naso dei suoi presunti controllori. “Tornano i giorni cupi” nella City, commenta un operatore della cittadella finanziaria londinese, che sperava di avere superato il peggio e voltato pagina, ma evidentemente non ha ancora finito di soffrire. Come hanno scoperto all’improvviso recandosi al lavoro un centinaio di dipendenti della Ubs, accorgendosi che il “pass” per superare i tornelli all’ingresso, per qualche strana ragione, non funzionava più. L’equivalente di un colpo alla schiena: così si “muore” oggi nel Miglio Quadrato più ricco della terra, prima ti sparano e poi ti spiegano perché.
http://www.repubblica.it/economia/2012/10/31/news/signorina_il_mio_badge_non_funziona_i_licenziamenti_brutali_di_ubs_a_londra-45648239/
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