NAPOLITANO: MANCATA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE, UN FALLIMENTO
I giochetti del Pdl che hanno portato allo scioglimento anticipato delle Camere hanno bloccato di fatto la discussione della legge elettorale. Ne è consapevole anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano definendo “un fallimento” la mancata volontà da parte del Parlamento di discutere di una modifica che gli stessi cittadini avevano richiesto.
“Il fatto imperdonabilmente grave – ha sostenuto il Capo dello Stato – è stato fallire la prova della riforma della legge elettorale del 2005, su cui pure la Corte Costituzionale aveva sollevato seri dubbi di legittimità. Tante voci sono arrivate in tal senso dalla società civile e dal mondo del diritto. Più forte è stato il sopravvivere delle peggiori logiche conflittuali tra le forze politiche. Nessuno – ha tuonato – potrà fare a meno di darne conto ai cittadini- elettori e la politica nel suo insieme rischia di pagare un prezzo pesante per questa sordità”.
COME SI VOTA SE TUTTO RIMANE COM’E’
Quali sono le caratteristiche del Porcellum? Le liste bloccate, il premio di maggioranza, la soglia di sbarramento con deroghe.
Con l’attuale legge l’elettore può scegliere soltanto alcune liste senza la possibilità di indicare i nomi di chi vorrebbe effettivamente portare in Parlamento. L’elezione di deputati e senatori resta così di esclusivo appannaggio dei partiti in base alle graduatorie da loro decise.
Nella maggior parte dei casi quando il partito si aggiudica il seggio è solo il primo della lista ad entrare in parlamento. Se si è fortunati entra il secondo, per il terzo non c’è quasi mai speranza.
Per ottenere seggi ci sono delle regole incontrovertibili che bisogna rispettare:innanzitutto le soglie di sbarramento per ogni partito. Per la Camera il 55% dei seggi viene assegnato allo schieramento che ha ottenuto più voti. Per accaparrarsi i seggi la soglia da superare è del 10% dei voti nazionali. La soglia minima viene ridotta al 4% per le liste non collegate.
Tradotto in numeri tutto questo significa che 340 seggi sono assegnati come premio di maggioranza e i restanti 278 divisi fra le rimanenti liste.
Al Senato la soglia di sbarramento è fissata al 20% per le coalizioni, al 3% per le liste coalizzate e all’8% per quelle che si presentano da sole. Il territorio nazionale è diviso in 27 circoscrizioni plurinominali. Ognuna di esser comprende una o più province.
Un meccanismo complesso che rischia di frammentare un sistema politico già diviso in tanti micro- partiti che rischiano di rimanere senza rappresentanza parlamentare. La legge fu voluta, lo ricordiamo, da Berlusconi che nel 2005 minacciò una crisi di governo se non fosse stata approvata.
Per modificarla non sono bastati tre referendum abrogativi del 2009 che non riuscirono ad oltrepassare il quorum del 50%.
Proposte di cambiare la legge elettorale ce ne sono state ma nessuna è andata realmente in porto. Per il momento resta tutto com’è nonostante i tentativi di Idv e di altre forze extraparlamentari di parlarne. Il Pd invece per aggirare l’ostacolo pensa alle primarie di Capodanno. Quanto e come cambieranno le sorti delle liste elettorali lo vedremo all’inizio del prossimo anno. Nei partiti di centrodestra resta tutto com’è e l’Italia dei Valori si ricava il suo “spazio primarie” con la pubblicazione on line della cosiddetta “ lista di nozze” che consiste nella pubblicazione on line sul suo sito del curriculum del candidato che si propone. Toccherà ad organi di garanzia fuori dai candidati decidere poi se accettare o meno il nome in base a eventuali segnalazioni.
Chi vivrà vedrà ma lo spettro del porcellum sulle elezioni del 2013 è sempre più reale: un fantasma che prende anima e corpo e non è uno scherzo di carnevale.
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