Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 15 gennaio 2013
Liste Pdl, Nicola Cosentino vince la faida interna. Sarà candidato in Campania come numero tre al Senato. - Alessandro De Angelis
“Caldoro, con cui ho un'amicizia e verso cui nutro una profonda stima, ha una posizione personale verso Cosentino, forse giustificata credo ma non lo so, da vicende locali”. C’è un motivo se Silvio Berlusconi, nel corso della sua intervista a Omnibus, bolla come posizione personale il veto del governatore della Campania alla posizione di Cosentino. Da posizione politica, meritevole di essere discussa, a questione privata, di cui non serve parlare. Già, perché Nicola Cosentino sarà candidato. Punto.
Il suo nome è nero su bianco sulle liste campane che si chiuderanno nei prossimi giorni. Ieri sera è stata fatto il primo screening, che ha portato già a una scrematura di nomi. Ma anche a blindare i due che stanno più a cuore a Denis Verdini, vero interprete della volontà del Capo sulle liste: quello di Nicola Cosentino, detto Nick ‘o merikano e di Gigi Cesaro, noto come Giggino ‘a purpetta. Il primo, già rinviato a giudizio per aver impiegato soldi del clan dei casalesi nella costruzione di un centro commerciale in provincia di Caserta e più volte finito nel mirino dei magistrati per accuse di contiguità con la camorra. Il secondo, pure lui, indagato per i suoi rapporti con i clan. Entrambi correranno al Senato, in posizione sicura. Cosentino numero tre dopo Silvio Berlusconi e Francesco Nitto Palma, e Cesaro numero cinque.
È il risultato di una faida feroce, a colpi di veleni all’interno del Pdl campano e non solo. Che dura da settimane. Iniziò tutto, appena si è iniziato a parlare di liste e candidature, con Stefano Caldoro - governatore della Campania grazie al veto di Fini su Cosentino - che a Berlusconi ha proposto di fare il capolista al Senato. E di paracadutare altrove, o non candidare gli indagati. Un’operazione messa a punto col segretario del Pdl Angelino Alfano, che sulle liste, appena si apre uno spazio, prova a depennare qualche berlusconiano in odore di procura. Berlusconi in un primo momento prende in considerazione l’ipotesi in nome del rinnovamento. Succede però che Verdini gli spiega la trappola: Alfano – dice Verdini al Cavaliere - vuole togliere i tuoi dalle liste, che poi sono quelli che hanno i voti; così la faccia sulla sconfitta ce la metti tu, e il minuto dopo le elezioni ti addebitano la disfatta in Campania.
Ecco perché l’ex premier dà il via libera a Cosentino, indifferente alla mossa successiva di Caldoro: se Cosentino è in lista – è il suo ragionamento – io aiuto Grande Sud di Miccichè alle elezioni. Minacce, ricatti, ripicche nella regione cruciale per la battaglia del Senato. E veleni. A colpi di dossier. Già, perché la questione attorno a Cosentino, non è solo politica. È una faida. Tanto che Verdini è passato alle maniere forti, inserendo nelle liste tal Ernesto Sica, colui che per conto di Cosentino produsse dossier falsi su Caldoro, per azzoppare la sua candidatura alla Regione. Storie torbide di sesso, scandali e trans rivelatesi completamente false. Raccontano che Caldoro, che con Cosentino neanche si saluta quando si incontrano, abbia chiesto la convocazione dei garanti: “Siamo all’indecenza – è il suo ragionamento – qui le liste sono di impresentabili, neanche di in candidabili”. È possibile, dicono i ben informati che Sica alla fine non sarà in lista. Serve in questa fase, poi finita questa trattativa da western, rimarrà solo Cosentino e non i suoi sceriffi sul campo.
Sicura anche la candidatura di Amedeo Laboccetta, indagato per favoreggiamento nell'ambito delle indagini sui rapporti tra la BpM e Francesco Corallo, titolare della società Bplus Atlantis, mentre in bilico quello di Alfonso Papa, che nella scorsa legislatura ha conosciuto anche il carcere.
Storia chiusa, dunque. Si capisce anche dalle dichiarazioni di giornata dell’ex guardasigilli Nitto Palma che in Campania è anche commissario del partito: “Il garantismo non può essere a corrente alternata. Il vero problema del Pd, come ammette il suo segretario regionale e' che la candidatura di Cosentino al Senato modificherebbe gli equilibri elettorali”. Il voto, si sa, come la pecunia “non olet”. Ora si tratta solo di fare un po’ di ammuina fino a domenica, quando saranno formalmente chiuse le liste. Con la commissione dei “garanti” che esaminerà animata le carte processuali di Cosentino. E arriverà al verdetto di assoluzione completa.
http://www.huffingtonpost.it/2013/01/15/nicola-cosentino-vince-la-faida-interna-al-pdl-sara-candidato-in-campania-come-numero-tre-al-senato_n_2479345.html?utm_hp_ref=fb&src=sp&comm_ref=false
Il primo, Nick o mericano, è già rinviato a giudizio per aver impiegato soldi del clan dei casalesi nella costruzione di un centro commerciale in provincia di Caserta....mi ricorda qualcuno che ha creato la sua fortuna con un prestito elargitogli da una certa banca in odor di mafia....c'è l'analogia.
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