Walter e Giovanni Burani
Il marito e il figlio della stilista Mariella condannati dal Tribunale di Milano.
MILANO - Walter Burani, marito della stilista Mariella, e il figlio Giovanni sono stati condannati a 6 anni di reclusione per bancarotta dal Tribunale di Milano, in relazione al crac del gruppo di moda di Cavriago, Reggio Emilia. I due vennero arrestati nel 2010 nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal pm Luigi Orsi.
I giudici della terza sezione penale di Milano (presidente del collegio Piero Gamacchio) hanno condannato inoltre Walter e Giovanni Burani, imputati per bancarotta fraudolenta aggravata, anche ad un risarcimento a titolo di provvisionale complessivo di circa 13 milioni di euro a favore delle curatele fallimentari delle tre società del gruppo coinvolte nel crac e di due fondi. Walter Burani, ex presidente del gruppo, e il figlio Giovanni, ex amministratore delegato, erano imputati in relazione al fallimento di Burani Designer Holding del febbraio 2010, per il fallimento di Mariella Burani Fashion Group del marzo dello stesso anno e a quello di Mariella Burani Family Holding dell'aprile 2010. Il pm Orsi aveva chiesto per i 2 una condanna a 9 anni di carcere, parlando nella sua requisitoria di una "bancarotta da antologia" realizzata con una "frode sistematica" in un "triennio infernale", tra il 2007 e il 2010, nel corso del quale il marito e il figlio della stilista avrebbero messo in piedi "una serie di operazione farlocche al solo fine di gonfiare il prezzo dei titoli in borsa". Come ha spiegato oggi in udienza il legale degli imputati l'avvocato, Stefano Borella, i due hanno risarcito attraverso accordi transattivi oltre 300 piccoli azionisti, la Burani Private Holding e un altro fondo e "altre transazioni per i risarcimenti sono ancora in corso". In mattinata Walter Burani aveva anche rilasciato dichiarazioni spontanee per dire che "non abbiamo rubato nulla per noi e per altri". I giudici hanno assolto i due imputati per alcuni fatti di capi di imputazione e hanno concesso loro le attenuanti generiche, dichiarandoli però interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e incapaci di svolgere ruoli in uffici direttivi di imprese per 10 anni.
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