martedì 17 febbraio 2015

Cern: a breve riparte acceleratore Lhc L’obiettivo è la materia oscura. - Alessandra Arachi

Rappresenta il 90% della materia presente nell’universo, ma non sappiamo ancora da cosa è composta. 


Il Large Hadron Collider (Lhc) è un po’ una sua creatura. E adesso che al Cern di Ginevra stanno scaldando i motori per farlo ripartire quell’acceleratore di particelle, il più grande e il più potente del mondo, Luciano Maiani si sente un po’ come Cristoforo Colombo in viaggio negli oceani. Lui, il papà dell’Lhc, insieme con tutta la comunità dei suoi colleghi fisici, dice: «Dopo la scoperta del bosone di Higgs, che proprio l’Lhc ha permesso di rilevare, si è generato un po’ di panico». Spiega infatti Maiani con una metafora: «Sappiamo che la Terra è rotonda, ma dove sta l’America e quanto tempo ci vuole per raggiungerla non ne abbiamo idea».

Il prossimo traguardo: la materia oscura
L’America, in questo caso altro non è che la natura della materia oscura, ovvero la nuova frontiera di quel portento chiamato Lhc. Maiani lo ha annunciato il 13 febbraio in una conferenza all’Accademia dei Lincei, in platea tra i suoi colleghi accademici pure non fisici. Ed è per loro che l’ex direttore del Cern (e anche dell’Infn-Istituto nazionale di fisica nucleare) ha preparato un seminario dei suoi, brillanti e semplici, partendo da Enrico Fermi e arrivando a Fabiola Giannotti, passando per Carlo Rubbia.

Ripartono i motori
Ha spiegato Maiani: «La materia oscura rappresenta il 90 per cento della materia presente nell’universo. È stata ipotizzata per spiegare le anomalie del Modello Standard, cioè il modello che spiega l’origine dell’universo. Ed è la scoperta della natura della materia oscura il fronte più attivo sul quale punta l’Lhc». Ripartono i motori dell’Lhc, spenti dopo la scoperta del bosone di Higgs, il 4 luglio 2012. «Ma questa volta non sarà sufficiente riaccenderli», dice ancora Maiani. E spiega: «Con l’Lhc potremo scoprire soltanto la ‘coda’ di quel dinosauro chiamato materia oscura. Ovvero: qualche indizio. Il prossimo passo sarà una sfida planetaria, indispensabile così come alla fine degli anni Quaranta fu indispensabile pensare alla creazione del Cern, organismo europeo».

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