Rappresentazione artistica della Terra primitiva RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa
Risalgono a più di 4,2 miliardi di anni fa.
Scoperte tracce della crosta terrestre primordiale risalenti a più di 4,2 miliardi di anni fa: sono state trovate in alcuni campioni di roccia provenienti dal nord-est del Canada, 'camuffate' sotto forma di altri elementi chimici perché rielaborate e riutilizzate per la formazione di rocce più recenti nel continuo processo di 'riciclo' con cui si rinnova lo strato più esterno del Pianeta. A indicarlo è uno studio pubblicato su Science dai geologi Richard Carlson e Jonathan O'Neil, che lavorano rispettivamente presso la Carnegie Institution for Science a Washington e l'università canadese di Ottawa.
Una ricerca difficile
''Trovare tracce dell'antica crosta terrestre si è dimostrato particolarmente difficile - spiega Carlson - ma un nuovo approccio offre la possibilità di identificare la presenza della crosta primordiale che è stata rielaborata in rocce 'soltanto' molto vecchie''. Questo nuovo sistema di indagine consiste nel misurare le variazioni di un particolare isotopo, il neodimio-142, che si forma per il decadimento di un altro isotopo radioattivo, il samario-146, che era particolarmente abbondante nella crosta primordiale ma che poi è rapidamente sparito.
Tracce di crosta terrestre antiche oltre 4,2 miliardi di anni
Questo approccio è stato applicato dai due geologi per analizzare delle rocce granitiche vecchie di 2,7 miliardi di anni proveniento dalla baia di Hudson, in Canada. L'abbondanza di neodimio-142 indicherebbe che le rocce derivano dalla fusione di porzioni di crosta molto più antica, risalente ad almeno 4,2 miliardi di anni fa, che per composizione doveva essere molto simile alle rocce basaltiche che attualmente formano la crosta oceanica e i grandi vulcani come quelli delle Hawaii e dell'Islanda.
Un continuo processo di 'riciclo'
Normalmente queste rocce basaltiche restano in superficie per un massimo di 200 milioni di anni e poi risprofondano per azione del continuo movimento e riciclo delle placche: i risultati dello studio, invece, indicano che le rocce basaltiche primordiali sarebbero resistite in superficie per almeno 1,5 miliardi di anni. Ciò potrebbe significare che nelle prime fasi della storia del Pianeta non si era ancora avviato il movimento previsto dalla tettonica a placche.
Una ricerca difficile
''Trovare tracce dell'antica crosta terrestre si è dimostrato particolarmente difficile - spiega Carlson - ma un nuovo approccio offre la possibilità di identificare la presenza della crosta primordiale che è stata rielaborata in rocce 'soltanto' molto vecchie''. Questo nuovo sistema di indagine consiste nel misurare le variazioni di un particolare isotopo, il neodimio-142, che si forma per il decadimento di un altro isotopo radioattivo, il samario-146, che era particolarmente abbondante nella crosta primordiale ma che poi è rapidamente sparito.
Tracce di crosta terrestre antiche oltre 4,2 miliardi di anni
Questo approccio è stato applicato dai due geologi per analizzare delle rocce granitiche vecchie di 2,7 miliardi di anni proveniento dalla baia di Hudson, in Canada. L'abbondanza di neodimio-142 indicherebbe che le rocce derivano dalla fusione di porzioni di crosta molto più antica, risalente ad almeno 4,2 miliardi di anni fa, che per composizione doveva essere molto simile alle rocce basaltiche che attualmente formano la crosta oceanica e i grandi vulcani come quelli delle Hawaii e dell'Islanda.
Un continuo processo di 'riciclo'
Normalmente queste rocce basaltiche restano in superficie per un massimo di 200 milioni di anni e poi risprofondano per azione del continuo movimento e riciclo delle placche: i risultati dello studio, invece, indicano che le rocce basaltiche primordiali sarebbero resistite in superficie per almeno 1,5 miliardi di anni. Ciò potrebbe significare che nelle prime fasi della storia del Pianeta non si era ancora avviato il movimento previsto dalla tettonica a placche.
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