Markarian 231 (foto: Nasa, Esa, the Hubble Heritage (STScI/Aura)-Esa/Hubble Collaboration e A. Evans – University of Virginia, Charlottesville/Nrao/Stony Brook University).
Per la prima volta gli scienziati hanno rilevato la presenza di ossigeno in molecole (nella sua forma molecolare O2) al di fuori della Via Lattea. E precisamente nella galassia Markarian 231 (Mrk 231), a 581 milioni di anni luce da noi, che nel suo centro contiene la quasar a noi più vicina – le quasar sono nuclei galattici attivi estremamente luminosi. L’ossigeno è il terzo elemento più abbondante nell’universo e conoscere meglio dove e come si presenta il gas molecolare di O2 è essenziale per studiare diversi fenomeni astronomici. I risultati sono pubblicati su The Astrophysical Journal.
L’ossigeno molecolare, difficile da rilevare.
L’ossigeno è sul podio, al terzo posto dopo idrogeno e elio, per abbondanza nell’universo. Sino ad oggi l’ossigeno nella forma molecolare è stato rilevato nella Nebulosa di Orione, una delle nebulose più brillanti nel cielo notturno. Un’ipotesi è che buona parte dell’ossigeno nello spazio sia legato ad idrogeno e si presenti sotto forma di acqua ghiacciata che si lega a particelle di polvere.
In generale, lo studio della distribuzione dell’ossigeno nella nostra galassia è complesso. “Manca ancora una fotografia dettagliata della chimica dell’ossigeno in diversi ambienti interstellari”, scrivono gli autori nel paper. E questo anche a causa del fatto che l’atmosfera terrestre può influenzare la possibilità di rilevarlo. Il problema dell’interferenza dell’atmosfera terrestre si risolverebbe qualora si andasse a studiare la presenza di ossigeno al di fuori della nostra galassia, dato che a causa di complessi fenomeni fisici questa interferenza verrebbe meno.
Tuttavia, rintracciarlo rimane comunque molto complicato e, nonostante ripetute osservazioni, ad oggi gli scienziati non c’erano riusciti. Soltanto ora per la prima volta il gruppo, coordinato dallo Shangai Astronomical Observatory dell’Accademia cinese delle scienze, ha annunciato di averlo avvistato al di fuori della Via Lattea, nella galassia Markarian 231.
Il rilievo.
Il gruppo di ricerca ha svolto le osservazioni dall’agosto 2015 al dicembre 2017, con il telescopio Iram, un radiotelescopio dal diametro di 30 metri che si trova in Sierra Nevada e che è secondo per dimensioni della parabola soltanto al Large Millimeter Array, insieme con l‘interferometro Noema, uno strumento situato sulle Alpi francesi, costituito da 12 radiotelescopi dal diametro di 15 metri. In particolare, l’ossigeno molecolare è stato identificato a 32.600 anni luce di distanza dal centro della galassia, ovvero in prossimità della quasar nel nucleo della galassia, la quasar più vicina a noi.
Dalle quasar all’Universo.
L’emissione potrebbe essere causata dall’interazione fra la fuga di gas molecolare dal nucleo galattico e quello presente nelle nubi molecolari del disco esterno, come spiegano gli autori nello studio. In particolare, le quasar sono nuclei galattici attivi estremamente brillanti, con una luminosità anche migliaia di volte più alta rispetto a quella riscontrata nella Via Lattea. Per questo, studiare le emissioni di questi nuclei è importante per comprendere le evoluzione di queste galassie e avere informazioni in più sull’universo. “Questo primo rilievo di ossigeno molecolare extragalattico”, concludono gli autori, “fornisce uno strumento ideale per studiare la fuoruscita di gas molecolare dal nucleo galattico attivo su scale di tempo dinamiche di decine di milioni di anni”.
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