Ieri mattina ascoltavamo rapiti Matteo Renzi che a “Radio Anch’io”, garrulo e spensierato come una cinciallegra di maggio, alle domande puntuali di Giorgio Zanchini preferiva congratularsi con se stesso per la lungimiranza dimostrata quando “era la fine di marzo e dissi ‘ragazzi riorganizziamoci per la riapertura’ e mi diedero dell’irresponsabile”. Per la verità egli dichiarò all’Avvenire: “Riapriamo, perché non possiamo aspettare che tutto passi, perché se restiamo chiusi la gente morirà di fame”. Meritandosi giustamente dell’irresponsabile a 24 carati, con medie che allora erano di 600 morti al giorno. Ma fa niente. Poi abbiamo letto sul FQ, una cronaca come al solito bene informata di Wanda Marra che nel riportare alcuni Whatsapp mandati dal fu premier nella chat dei senatori di Italia Viva ne ha colto il significato esoterico (“sabato mattina ci divertiamo”; “il mondo sta cambiando”; “chi può si goda il sole”). Interrogandosi perplessa, come penso i lettori: “Cosa significhi esattamente non è chiaro”. In quel momento ci siamo ricordati che il senatore di Scandicci ha da poco superato la fatale soglia dei 45 anni, facendo il suo ingresso nel climaterio politico. Che (come diceva Fortebraccio di un altro fiorentino invecchiato precocemente, Giovanni Spadolini) non è molto diverso, nei sintomi, da quello fisiologico, caratterizzato da lunghe e tumultuose crisi smanianti, cui succedono inopinate fasi di stagnazione. Infatti dopo averlo letto in un’altra intervista su La Stampa: “Ho detto al presidente Conte ‘se vuoi che continuiamo a sostenerti, apriamo insieme l’ombrello’”, non resta che affidarlo alle amorevoli cure del senatore Rosato. E ai rimedi della nonna, che per le improvvise vampate di calore (note come caldane), e certe frasi inconsulte, consiglia di affidarsi agli infusi di salvia e passiflora.
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/05/09/le-vampate-di-renzi-e-i-rimedi-della-nonna/5796334/
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