“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, m’insospettisce”.
Gigi Proietti
Queste parole di Gigi Proietti sono il mio alibi per ciò che sto per scrivere, perché so che lui mi perdonerà se confesso di avere sorriso per un momento, giovedì scorso, mentre lo salutavamo nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo. È stato alla lettura del passo biblico che ci descrive Giobbe, quello della pazienza. Personaggio giusto, onesto, ricco e molto devoto, che viene messo alla prova da satana per convincere Dio che l’uomo lo onora solo per conservare i propri privilegi materiali. Seguiva l’elenco interminabile delle disgrazie, la morte di dieci figli, la perdita di ogni bene e infine la terribile lebbra che gli causa dolori e sofferenze. Ecco, in quel momento mi veniva in mente che questo eccessivo campionario di sfighe avrebbe strappato al protagonista della mesta cerimonia uno di quei suoi fantastici, assoluti sorrisi di traverso che saldati a quegli occhi di fosforo “please” hanno regalato tesori di complicità ai nostri pensieri più ribaldi. E poiché credo alla vita dopo la morte, sono convinto che, standosene lì tra chi lo commemorava e lo piangeva, ne avrà tratto spunto per un nuovo spettacolo il cui titolo, azzardo, potrebbe essere: “Se vuoi che tutti parlino bene di te, muori”. Ma il libro di Giobbe si addice anche alla piazza desertificata dalla malattia, così come la città e il mondo circostante, a ricordarci che nel nostro stato terreno alla fine tutto passa. Infatti ci viene detto che Dio, mosso a pietà, ristabilì il poveretto nello stato di prima, e accrebbe anzi più del doppio quanto aveva posseduto (e qui Proietti poteva sbizzarrirsi ancora su certe strampalate logiche divine). Per concludere questo breve, sgangherato pezzo colmo di gratitudine, ho trovato che anche Woody Allen chiama in causa Giobbe quando in “Manhattan”, rapito dalla beltà di Mariel Hemingway, le dice: “Senti tu sei la risposta di Dio a Giobbe: sai, avresti messo fine a tutte le discussioni tra loro. Dio avrebbe indicato te e detto: ‘Faccio tante cose tremende, ma ne so fare anche come questa, sai’. E Giobbe avrebbe detto: ‘Okay, hai vinto’”. E visto che Dio insieme al Covid ci ha pure regalato il tuo, il nostro sorriso, diremo: “Okay Gigi, hai vinto”.
Antonio Padellaro
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