La vita del secondo governo Conte.
Alle ore 10 del 5 settembre 2019, il secondo governo Conte giura nelle mani del Capo dello Stato. Un parto complicato, frutto della crisi del “Papeete”, dà vita a un’inattesa alleanza tra M5S, Pd e sinistra con il ruolo fondamentale di Matteo Renzi.
Sarà un governo sopportato dalle élite anche se appena insediato Conte disegna il proprio profilo europeista nominando Paolo Gentiloni a Commissario europeo.
La prima variante. L’avvisaglia di quello che accadrà dopo 16 mesi si avrà il 19 settembre, quando Matteo Renzi consuma la scissione del Pd formando i gruppi parlamentari di Italia Viva.
Via l’Iva. Il nuovo governo mostra il biglietto da visita redigendo la manovra di Bilancio basata sulla sterilizzazione degli aumenti dell’Iva e il taglio del cuneo fiscale oltre all’abolizione del superticket sanitario. Non vengono toccate Quota 100 e Reddito di cittadinanze.
Con gli operai. L’8 novembre, a sorpresa, il presidente del Consiglio si reca dagli operai dell’Ilva di Taranto a cui Arcelor-Mittal ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla gestione dello stabilimento. Il problema Ilva rimane però sul tavolo e richiede l’intervento di Invitalia.
Via Di Maio. Il 2020 si apre con le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del M5S di gran lunga primo partito dell’alleanza. La situazione non si è ancora conclusa.
Emilia e sardine. A gennaio si vota in Emilia-Romagna dove Matteo Salvini punta al colpaccio, ma perde anche sull’onda delle Sardine e del voto M5S che converge su Stefano Bonaccini.
La seconda variante. Di nuovo, a gennaio 2020, Renzi manovra chiedendo di modificare la prescrizione, varata un anno prima. Sembra pronto a mettere in crisi il governo, ma nel frattempo scoppia l’emergenza Covid.
Emergenza. Il governo vara lo stato di emergenza nazionale il 31 gennaio. Dopo la scoperta del “paziente 1” il governo vara la “zona rossa” in Lombardia per poi estenderla, il 9 marzo, a tutto il territorio nazionale.
Dpcm. L’Italia scopre i Dpcm che regolano le restrizioni sul territorio nazionale contestati da molti, per quanto pienamente legittimi. Il governo vara anche misure economiche per tutelare le categorie penalizzate. Il “Cura Italia” da 25 miliardi vede la luce il 16 marzo. Il 6 aprile viene varato il decreto Liquidità che libera fino a 400 miliardi a favore delle imprese. Il 13 maggio il decreto Rilancio da 55 miliardi.
Arriva l’Europa. Ursula von der Leyen annuncia il 27 maggio il piano Next Generation Eu dall’ammontare di 750 miliardi di cui 172,7 miliardi all’Italia. Al Consiglio europeo del 17-21 luglio, Conte e il ministro degli Affari europei Enzo Amendola ottengono un miglioramento: all’Italia andranno 209 miliardi.
Genova a metà Il 28 aprile la ricostruzione del ponte Morandi viene completata a tempo di record. Non lo è, ancora oggi, il contenzioso con Autostrade per l’Italia a cui il governo non ha mai revocato la concessione pur avviando una trattativa in tal senso.
Silvia libera. Nel mezzo della pandemia accade, nel frattempo, la liberazione di Silvia Romana, la cooperante milanese rapita ormai oltre due anni prima.
Stati generali. A giugno vengono convocati gli Stati generali a Villa Pamphilj che per molti commentatori saranno solo una passerella mentre il governo sostiene di aver ricevuto molti spunti per il Recovery Plan.
Semplificazioni. Il decreto Semplificazioni per velocizzare l’esecuzione di una cinquantina di opere è approvato a luglio. Anche per effetto dell’emergenza Covid (e per le divisioni della maggioranza) i commissari non vengono però nominati fino a pochi giorni fa.
Tagli. Il 21 settembre si tiene il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari approvato con circa il 70% dei voti e un’affluenza del 51%. Nelle stesse elezioni si vota in sette regioni e ancora una volta, a proposito di sondaggi, la prevista spallata del centrodestra non si realizza.
Seconda ondata. A differenza del lockdown della prima ondata, la seconda ondata è gestita dai Dpcm modellati sull’andamento della curva dei contagi. Si tengono le scuole aperte, tranne le superiori a partire da fine ottobre.
Ristori. Il governo avvia la serie dei decreti “Ristori” per compensare le categorie penalizzate dalla chiusure differenziate nel territorio nazionale. Complessivamente, compresi i primi decreti del 2020, sono stati mobilitati 113 miliardi.
No al Mes. L’argomento è stato utilizzato da Renzi per aprire la crisi, ma il Parlamento ha già votato sul Mes: il 9 dicembre approva le comunicazioni di Conte anche con i voti di Iv.
Vaccini. Il 27 dicembre ha inizio la campagna di vaccinazione contro il Covid, con le prime 9.750 dosi: in pochi giorni l’Italia si afferma come il primo Paese europeo.
L’ultima variante. Convinto che l’emergenza sia alle nostre spalle, Renzi decide di staccare la spina al governo, che pure aveva fortemente voluto.
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