SULMONA – I Comitati cittadini per l’ambiente, già da anni in lotta contro la realizzazione del metanodotto Snam e della connessa centrale di spinta di casa Pente, assieme al Comitato Morrone Sulmona, si scagliano ora contro la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti e produzione energia attraverso la tecnologia del dissociatore molecolare pirolitico, un impianto di piccole dimensioni che tratta i rifiuti con un sistema termo-chimico in grado di “scomporli” grazie alla combustione in assenza di ossigeno (pirolisi) e con temperature ridotte ( 400 gradi centigradi circa). L’investimento, della Get-Energy, nel nucleo industriale di Sulmona, ha un valore da quasi quattro milioni di euro con la presumibile occupazione di una ventina di unità tra personale tecnico specializzato e amministrativi, sostenuto dall’Arap, l’azienda regionale delle attività produttive.
LA NOTA DEI COMITATI.
Questa notizia, come è stato precisato dai quotidiani on line, è stata accolta positivamente in Comune e dall’ARAP, in quanto il nostro territorio deve risollevarsi dalla grave crisi economica che lo attanaglia: ma per Sulmona lo sviluppo può passare solo attraverso i rifiuti? E’ questo il suo futuro?
L’impianto che la società Get-Energy intende installare è un dissociatore molecolare pirolitico, che disassembla le molecole di origine organica complesse per riassemblarle in composti più semplici realizzando un gas sintetico, il SynGasper la produzione di energia elettrica ed energia termica, gas che deve essere poi purificato per la rimozione del particolato, dei gas acidi, degli asfalti ed altri idrocarburi pesanti, attraverso un sistema di filtraggio.
L’impianto funziona a basse temperature (tra i 300 e i 550°) e con pochissimo ossigeno, ma pur sempre di inceneritore si tratta, in quanto la normativa italiana (Dlgs 133/05) all’art. 2, comma 1, definisce come “impianto di incenerimento”: “qualsiasi unità e attrezzatura tecnica, fissa o mobile, destinata al trattamento termico di rifiuti ai fini dello smaltimento, con o senza recupero del calore prodotto dalla combustione…. quali ad esempio la pirolisi, la gassificazione ed il processo al plasma…”
Con questo tipo di impianto possono essere trattati indifferentemente, rifiuti solidi urbani indifferenziati, frazione organica da rifiuti urbani, biomassa, materiali residui da confezionamento, rifiuti industriali, scarti industriali ed agricoli, pneumatici, plastiche, rifiuti ospedalieri, car fluff, scarti di macellazione, residui della lavorazione del petrolio e qualunque sostanza organica, senza necessitare di alcuna preventiva selezione e fino a 32 mila tonnellate di rifiuti all’anno (come riportato dai giornali).
Sempre dai giornali locali leggiamo che la Get-Energy ha scelto “la città ovidiana per la sua collocazione strategica tra Roma e Pescara”: dobbiamo forse prendere in considerazione la possibilità di trattare i rifiuti provenienti da tale asse “strategico” e da altre zone? Questi impianti di dissociazione molecolare hanno dimensioni generalmente ridotte e possono essere ampliati perché costruiti con una tecnologia modulare ed essere in grado di soddisfare le esigenze di piccole e grandi realtà. Non vorremmo vederli spuntare come funghi nella nostra città e nella nostra Valle accompagnati da un gran movimento di camion carichi di rifiuti!
Non abbiamo riscontro sulla diffusione di questi impianti in Italia, ma è noto il fallimento della sperimentazione di Peccioli, in Toscana dove l’impianto era in funzione all’interno della discarica di Legoli ed è stato smontato e restituito al mittente; come pure è nota l‘opposizione dei cittadini di Procida ad un dissociatore molecolare e quella degli abitanti di Cernusco sul Naviglio per un impianto simile.
Pertanto, come cittadini, riteniamo utile e urgente la convocazione, da parte del sindaco, di un’assemblea pubblica per discutere sull’argomento, visto che l’impianto della Get–Energy, come riportato dai giornali, sarà operativo per la primavera del 2024.
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