di Lirio Abbate
Ecco il primo documento sulla trattativa tra le istituzioni e Cosa nostra nell'estate delle stragi. Fogli consegnati ai magistrati dal figlio di Vito Ciancimino
Sono 12 le richieste che i boss di Cosa nostra avanzarono agli uomini delle istituzioni nell'estate del 1992, fra le stragi Falcone e Borsellino.
Una trattativa che i mafiosi corleonesi avanzarono con lo Stato per fermare le bombe e la stagione stragista, e arrivare ad una tregua.
I 12 punti formano il 'papello', cioè l'elenco delle richieste scritte su un foglio formato A4 che adesso Massimo Ciancimino ha consegnato ai magistrati della procura della Repubblica di Palermo che indagano sulla trattativa fra Stato e mafia.
Ma accanto a questo elenco spunta a sorpresa un altro 'papello' con le proposte e le modifiche ai 12 punti pretesi dai corleonesi che don Vito Ciancimino avrebbe scritto di proprio pugno e consegnato all'allora colonnello del Ros, Mario Mori.
Il fatto, inedito, è documentato dal L'espresso con alcune foto dei fogli in cui si leggono al primo punto i nomi di Mancino e Rognoni;
poi segue l'abolizione del 416 bis (il reato di associazione mafiosa);
"Strasburgo maxi processo" (l'idea di Ciancimino era quella di far intervenire la corte dei diritti europei per dare diverso esito al più grande procedimento contro i vertici di Cosa nostra);
"Sud partito"; e infine "riforma della giustizia all'americana, sistema elettivo...".Su questo "papello" scritto da Vito Ciancimino era incollato un post-it di colore giallo sul quale il vecchio ex sindaco mafioso di Palermo aveva scritto: "consegnato al colonnello dei carabinieri Mori dei Ros".
Per gli inquirenti il messaggio è esplicito e confermerebbe il fatto che ci sarebbe stato una trattativa fra i mafiosi e gli uomini delle istituzioni.
Mostrare ai giudici l'esistenza del 'papello', rappresenta per i pm una prova tangibile che la trattativa fra mafia e Stato non solo è esistita, ma è anche iniziata nel periodo fra l'attentato di Capaci e quello di via d'Amelio.
Per gli inquirenti questo documento, consegnato dal dichiarante Massimo Ciancimino, che collabora con diverse procure, può dare il via a nuove indagini.
Con l'obiettivo di scoprire fino a che punto può essere arrivato il tentativo di trattativa rivelato dal figlio dell'ex sindaco mafioso.
I 12 punti richiesti da Riina e Provenzano, che sono anche questi al vaglio dei magistrati, si aprono, invece, con la revisione del maxi processo a Cosa nostra.
Gli altri spaziano dall'abolizione del carcere duro previsto dal 41 bis agli arresti domiciliari per gli imputati di mafia che hanno compiuto 70 anni.
La lista si conclude domandando la defiscalizzazione della benzina per gli abitanti della regione siciliana.