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giovedì 29 settembre 2016

MOMIJIGARI: LA MAGIA DELL'AUTUNNO NEI BOSCHI DEL GIAPPONE (FOTO) - Dominella Trunfio

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L’autunno è una delle stagioni migliori per visitare il Giappone perché qui esiste una tradizione secolare chiamata Momijigari, ovvero la caccia all’acero o alle foglie rossicce.
In questo periodo dell’anno, il bosco si trasforma in una tavolozza di colori: il comune verde si tinge di sfumature rossastre regalando un paesaggio infuocato. Mentre in Italia assistiamo al foliage, i giapponesi amano fare delle lunghe passeggiate per ammirare il momijigari.
I colori e le sfumature di questo fenomeno naturale dipendono dalle temperature, ad esempio la pioggia contribuisce  a rendere le foglie più rosse.
Il tripudio di arancio, ocra, marrone, giallo si ha tra novembre e dicembre, quando appunto il paesaggio diventa in un’opera d’arte. Di anno in anno, questa tradizione giapponese si trasmette di padre in figlio e sono migliaia i turisti che camminano per vedere gli aceri nei parchi e nei giardini.
Kyoto è sicuramente la città più amata un questo periodo: qui i templi buddisti si intrecciano alla natura.
E il risultato straordinario è quello che vedete nelle foto della blogger Mary Sinatra postate sul suo Wild at Earth.
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mercoledì 23 settembre 2015

Equinozio d'autunno, 3 cose da sapere.

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Davvero oggi la durata del giorno sarà uguale a quella della notte? Per quale ragione cade il 23, e non il 21 settembre? E perché l'estate sembra essersi protratta più a lungo?

Dalle 10:21 ora italiana di oggi, 23 settembre, l'estate potrà dirsi definitivamente archiviata. L'autunno - astronomicamente parlando - inizia oggi, e non il 21 come si suole tradizionalmente credere.

In questo giorno dell'anno (e nell'equinozio di primavera), i raggi del Sole colpiscono il nostro pianeta in modo perpendicolare all'asse di rotazione terrestre. Il terminatore o zona crepuscolare, la linea che divide la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) del nostro pianeta, passa esattamente per il Polo Nord e il Polo Sud terrestri, e il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata in tutto il pianeta.

NON PROPRIO UGUALI. Il quasi, tuttavia, è d'obbligo: anche se l'origine latina del nome (aequinoctium, "notte uguale") indica un uguale numero di ore - 12 - per notte e giorno, durante l'equinozio il dì dura qualche minuto in più. Questo avviene perché, se è vero che durante gli equinozi, il centro geometrico del Sole rimane sopra all'orizzonte per 12 ore, i raggi del Sole iniziano a inondare la Terra prima che il disco solare sia completamente visibile (all'alba), e la abbandonano dopo che il suo centro geometrico è scomparso dalla vista.

LUCE OMAGGIO. In pratica, i minuti che precedono e seguono la completa comparsa o il completo tramonto del Sole vanno a sottrarsi a quelli della notte. A questo prolungamento dei minuti di luce contribuisce anche la rifrazione dei raggi solari da parte dell'atmosfera. La deviazione dei raggi solari operata dall'atmosfera terrestre fa in modo che il bagliore della nostra stella appaia prima, e scompaia dopo il suo sorgere o il suo tramonto e ci regala ogni giorno - inclusi i giorni degli equinozi - circa 6 minuti di luce in più.

Equinozi a parte, esistono giorni in cui la durata della notte e quella del dì si equivalgono, ma variano in base alla latitudine in cui ci si trova: in questa tabella trovate un'indicazione su quando ciò accade.

RITARDO CRONICO. Oltre al (piccolo) equivoco sulla durata di notte e dì, c'è quello della data: perché da qualche anno a questa parte si ha l'impressione che l'autunno inizi "in ritardo"? L'apparente discrepanza tra l'inizio "convenzionale" dell'autunno - il 21 settembre - e l'avvio della stagione astronomica ha a che fare con la differenza, reale, tra l'anno tropico (o solare) su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo, e l'anno siderale (il periodo orbitale della Terra) che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.

Il nostro calendario si ferma a 365 giorni, lasciando fuori, ogni anno, un po' più di sei ore: un ritardo che si ripercuote anche sulle date di equinozi e solstizi e che si recupera, ogni 4 anni, con l'aggiunta di un giorno a febbraio (anno bisestile). Per questo motivo, fino al 2020 l'equinozio di autunno cadrà tra il 23 e il 22 settembre (mentre quello di primavera sarà, fino a quella data, il 20 e non il 21 marzo).

UNA LUNGA, CALDA ESTATE. Se avete comunque l'impressione che l'estate duri più a lungo delle altre stagioni, non vi sbagliate: nel nostro emisfero, l'estate dura 93 giorni e 14 ore, l'inverno 89 giorni e 1 ora. Ciò è facilmente spiegabile se si considera la forma ellittica dell'orbita terrestre: per la seconda Legge di Keplero, d'inverno, quando si trova in perielio (nel punto più vicino al Sole), la Terra ha una velocità orbitale massima.

In estate, quando raggiunge l'afelio (il punto più lontano dal Sole) si muove più lentamente lungo eclittica, e impiega pertanto qualche giorno in più. Nell'emisfero australe, vale l'opposto.


giovedì 15 ottobre 2009

Il ponte sullo stretto.




Vediamo un po' come stanno le cosette in casuccia nostra.
A quanto pare il ponte sullo stretto si farà (ma si farà?) con quali capitali non si sa, o meglio,
Matteoli asserisce che si farà con i soldi dei privati.......che ne diverranno i proprietari, suppongo, altrimenti che interessi ne ricaverebbero questi "privati"?

Asserisce anche che la costruzione del ponte darà lavoro a 40 mila lavoratori tra ingegneri, tecnici ed operai per almeno 6 anni.

Io mi domando cui prodest?

Un ponte su uno stretto percorso da forti correnti marine che poggia su due punti a rischio terremoti, specie lato Messina, che effetti devastanti potrebbe provocare?

In me si insinua sempre più saldamente sospetto che questo ponte non si realizzerà mai e che sia solo l'argomento provocatorio del giorno studiato per distogliere le nostre menti dai gravi e grossi problemi che stiamo vivendo, vedi gli sfollati dell'Aquila, vedi l'alluvione nel messinese, la chiusura delle aziende e la conseguente perdita di posti di lavoro, i tagli operati nel campo dell'istruzione e della sanità, la mancata regolarizzazione delle aree a rischio........

Una delle solite monate propagandistiche di un governo incapace di risolvere i problemi del paese ed efficientissimo a risolvere quelli delle lobby di potere, compresa la mafia.

Vogliono far passare sottogamba, indisturbati la più grossa "porcata" mai messa a punto da un governo:

lo scudo fiscale!



lunedì 12 ottobre 2009

Berlusconi eletto direttamente dal popolo? Balle

La frase “eletto direttamente dal popolo” domina la scena.

Il sempre più pensoso Pecorella l’ha usata in modo preventivo per convincere la Corte Costituzionale che al presidente del consiglio devono essere accordate guarentigie speciali, superiori a quelle che toccano alle altre cariche dello Stato.

La Corte ha cestinato il suggerimento.

Ora il presidente del consiglio non passa minuto che non ci ripeta “sono stato eletto direttamente dal popolo”.

L’affermazione dovrebbe smontare secondo lui l’impianto logico che la Consulta ha opposto al Lodo Alfano: preminente su tutto è l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge; se per caso si deve derogare al principio essenziale della Costituzione si deve per forza farlo con una legge di rango costituzionale; ma, qui è il punto, una legge costituzionale non può intaccare il principio di uguaglianza.

Non c’è scampo per il Lodo Alfano.

Ma è poi vero che Berlusconi è stato eletto direttamente dal popolo?

Niente affatto.

I cittadini italiani sono stati costretti a votare da una legge elettorale infame che, oltre a impedir loro di votare per chi volevano, li ha obbligati a votare per simboli in cui era stato infilato il logo “Berlusconi presidente” o “Veltroni presidente”.

Una forzatura cui a suo tempo la classe dirigente di centrosinistra non seppe e non volle opporre tutte le necessarie riserve di ordine costituzionale.

Quali? Per esempio: la repubblica è parlamentare e non presidenziale; imporre il trucco di quella scritta è una precisa lesione alla natura della repubblica.

Oppure: nella Parte II della Costituzione, al Titolo III (Il Governo) è contemplato nella Sezione I il Consiglio del Ministri e nel suo contesto il presidente del consiglio compare con chiarezza come primus inter pares. Non c’è una sezione dedicata a lui: infatti la Sezione successiva, la II, è dedicata alla Pubblica Amministrazione.

Nell’indice il presidente del consiglio è saltato a piè pari.

Secondo Pecorella invece, in virtù della formuletta inserita nel logo del simbolo elettorale, Berlusconi sarebbe primus super pares.

E’ una colossale panzana.

La cosiddetta elezione diretta è solo un subdolo artificio iconografico: una scritta nel simbolo e niente di più.

Quanto alla vera elezione diretta del presidente del consiglio l’unico caso è quello di Israele. Considerato universalmente un disastro istituzionale, che giuristi di tutto il mondo hanno illustrato e commentato.

Ma se proprio Berlusconi ritiene di ispirarsi a Israele potrebbe seguire l’esempio del suo presidente del consiglio Olmert che ha lasciato la carica e si è fatto processare per corruzione.

Si è anche detto onorato di aver guidato un paese in cui il capo del governo non ha diritti superiori a quelli di tutti i cittadini.

Che dirà il sempre più pensoso Pecorella?

Pancho Pardi (12 ottobre 2009)

http://temi.repubblica.it/micromega-online/berlusconi-eletto-direttamente-dal-popolo-balle/

mercoledì 7 ottobre 2009

Scudo, Margherita Hack contro Napolitano: Pertini e Scalfaro non avrebbero firmato


Caro Presidente,


Le avevo già chiesto perchè avesse firmato subito il lodo Alfano, chiaramente incostituzionale.


Ora torno a chiederle perchè ha firmato subito lo Scudo Fiscale, che premia i furbi e umilia i contribuenti onesti.So bene che dopo 30 giorni, se il Parlamento vota nuovamente la stessa legge Lei è comunque obbligato a firmarla, ma comunque il rinviarla alle Camere sarebbe stato un segnale forte del suo dissenso e avrebbe per lo meno potuto tentare di far modificare le norme più scandalose.


Sono convinta che al suo posto nè Pertini nè Scalfaro avrebbero firmato.Una cittadina che crede ancora che la legge sia uguale per tutti, e che chi non paga le tasse è un ladro che ruba ai più poveri.


Margherita Hack

Lodo Alfano, la seduta odierna tempi incerti per la decisione



Questa mattina si riuniscono i 15 giudici della Corte Costituzionale, come fanno periodicamente.
Ma questa seduta non è come le altre, anche se alcuni di loro ripetono che il “lodo Alfano” sarà affrontato in maniera squisitamente tecnica, come per l'esame delle altre leggi.
Nonostante la cena con il premier e il ministro della Giustizia, né il giudice Luigi Mazzella, padrone di casa, né il suo collega, Paolo Maria Napolitano, si asterranno su questa legge approvata per congelare i processi a carico di Berlusconi. L'udienza è pubblica e si apre con la relazione del giudice Franco Gallo.
Poi parlano le parti in causa: gli avvocati di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini, Gaetano Pecorella e Piero Longo, il professore Alessandro Pace, avvocato della Procura di Milano, e l'avvocato dello Stato, Glauco Nori, che rappresenta la Presidenza del Consiglio. Alla fine degli interventi, i giudici si riuniscono in Camera di Consiglio.
Dal punto di vista teorico, per evitare il toto sentenza, la Corte potrebbe emettere un comunicato a decisione presa e poi far conoscere le motivazioni nelle settimane successive.
Il presidente Francesco Amirante, cosciente della spinosità della materia, vorrebbe una decisione in tempi brevi, ma è improbabile che venga presa già oggi.

sabato 29 agosto 2009

Le dieci domande poste a Berlusconi da Repubblica.

1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?

2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice "lunga", quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?

3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso - come ammette anche Berlusconi - il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?

7. Berlusconi si occupa dell'istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?

8. E' vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l'accesso alla scena politica e questo "uso strumentale del corpo femminile", per il premier, non "impoverisce la qualità democratica di un paese" come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

9. Veronica Lario ha detto che il marito "frequenta minorenni". Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o "alleva", per usare senza ironia un'espressione della ragazza di Napoli?

10. Veronica Lario ha detto: "Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E' stato tutto inutile". Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell'Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l'esito di "una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità". Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?


http://temi.repubblica.it/repubblicaspeciale-altre-dieci-domande-a-silvio-berlusconi/2009/06/25/le-dieci-nuove-domande-al-cavaliere/

venerdì 24 luglio 2009

enrico w., novara pubblica sul blog di Grillo.

Voglio Vivere, fino in fondo.
Bene , Male, che Importa?
A qualcuno che s'ammanta di Nulla, vuote cifre chiamate Denaro?
Quando il Liquido che Vale, si Raggruma nelle nostre Menti?
Mentire è negare a sè la Mente Propria, i suoi Anfratti, recessi, forse Lutti?
Nel ventre del Deserto Interiore, trovi sempre l'Oasi delle Beatitudini.
A riconciliarti con l'Universo.Il Dolore, l'Amore, unici Universali.
Quì si Ama, la Notte è degli Amanti!

venerdì 17 luglio 2009

Perchè il "caso Capezzuto" non suscita attenzione


di Alberto Spampinato.

"Uomo morde cane", ci hanno insegnato, fa sempre notizia, si impone nei menabò e buca il video. Ma non è sempre vero. Non è vero, ad esempio (e sarebbe interessante scoprire perché) quando l'uomo è un cronista di camorra testardo e coraggioso, di quelli che non si fanno intimidire, e il cane morsicato è un camorrista condannato in tribunale per aver minacciato il cronista che metteva in luce le malefatte del suo clan. In questo caso la notizia fatica a trovare l'attenzione che merita. Va solo sulle pagine locali, e con titoli che non mettono in evidenza l'avvenimento insolito nel quale trionfa il soggetto che, nel copione classico, sarebbe destinato a soccombere. S'è visto sfogliando i giornali di venerdì 11 luglio. Eppure la notizia era proprio del genere uomo morde cane.
Il giorno prima, fatto senza precedenti, il Tribunale di Napoli, undicesima sezione penale, aveva condannato due camorristi a oltre due anni di reclusione ciascuno e a un risarcimento di migliaia di euro ritenendoli responsabili di avere minacciato ripetutamente il giornalista Arnaldo Capezzuto per convincerlo a non indicare nei suoi articoli sul giornale "Napolipiù", quando ancora si stampava, gli elementi emersi a carico di Salvatore Giuliano (poi riconosciuto colpevole anche in base a quegli elementi) per l'omicidio di Annalisa Durante, uccisa a sedici anni il 27 aprile 2004 in un vicolo di Forcella da un proiettile sparato da giovani camorristi che giocavano con le armi. Capezzuto fu minacciato la prima volta in un corridoio del Tribunale di Napoli, il 27 maggio 2005, durante il processo per quell'omicidio della "criatura" che ancora emoziona tutta Napoli e ha sconvolto il quartiere di Forcella. "Ma che c... scrivi? Lascia perdere - gli dissero con l'aria di dargli un consiglio - se continui così chissà che brutta fine che potresti fare! Sai com'è? Le disgrazie capitano all'improvviso, e poi non puoi fare più niente". Ma il minacciato non si fece intimidire. Denunciò le minacce e continuò imperterrito a scrivere. Allora gli mandarono altri "consigli" con una lettera minatoria anonima, o meglio firmata con una fila di teste mozzate, accusandolo di fare parte, insieme al padre della ragazza uccisa e al prete anticamorra don Luigi Merola, di un "terzetto di esperti della camurria" e promettendogli di fargli fare la fine di "Giancarlo Siano" (sic). Lettere analoghe furono recapitarte agli altri due del "terzetto", che reagirono allo stesso modo.
A me pare che gli ingredienti del caso "uomo morde cane" ci siano tutti. A Napoli, e non solo a Napoli, non è frequente, anzi diciamo che è piuttosto raro, che un cronista minacciato dalla criminalità organizzata invece di desistere per paura, com'è umano, com'è comprensibile ma non deontologicamente corretto, reagisca e che ottenga soddisfazione e giustizia. No, non è frequente, ma per nostra fortuna non è l'unico caso, è accaduto altre volte e quando accade merita, io credo, la massima considerazione. Inoltre, non so quante volte in Italia sia accaduto che in un caso simile l'Ordine dei Giornalisti si sia rimboccato le maniche con tanto impegno, si sia costituito parte civile e abbia trovato l'appoggio e l'impegno solidale dell'Ordine degli avvocati. Né mi pare frequente il caso di un tribunale che, dando ragione al minacciato, infliggendo pene severe, concedendo una previsionale di dieci più venticinquemila euro (che Capezzuto e il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Ottavio Lucarelli hanno già destinato a opere sociali nel quartiere di Forcella) scriva il lieto fine a una così bella storia di impegno e di coraggio civile, di ribellione ad una delle imposizioni più odiose del sistema mafioso, quella che fa vincere la violenza impiegata per tappare la bocca a chi vuole testimoniare la verità.
Ebbene, come spiegare che, con tutto questo, la notizia della vittoria del coraggioso Capezzuto e della scelta civile dell'Ordine dei Giornalisti della Campania non abbia raggiunto l'attenzione che merita e non sia arrivata sulle pagine nazionali dei grandi giornali? Non si spiega senza dare la colpa ai giornalisti, perché sono loro che decidono impaginazione e importanza delle notizie, sono loro che hanno lasciato al coraggioso presidente dell'Ordine l'onere pressoché esclusivo di rappresentare la categoria in seno al processo. Perché? Perché non riescono a considerare Arnaldo Capezzuto fino in fondo uno di loro, allo stesso modo con cui faticano a considerare giornalisti con le carte in regola, bravi giornalisti Roberto Saviano, Pino Maniaci, Lirio Abbate, Rosaria Capacchione, Enzo Palmesano, per fare qualche nome, e tanti altri che per raccontare verità difficili, notizie scomode, , anche a costo di inimicarsi le persone coinvolte cercano notizie sul campo, spulciano con cura i documenti, svolgono indagini in proprio, consultano fonti non ufficiali, o semplicemente ricompongono in un quadro unitario i frammenti di informazioni disponibili o offrono analisi originali. Non è giornalismo, questo? Il caso Capezzuto, in questo senso, ripropone un problema di identità della professione giornalistica. E’ la querelle riproposta schematicamente dal film su Giancarlo Siani “Fortàpasc”, con la distinzione fra giornalisti-impiegati e giornalisti –giornalisti che ha fatto tanto discutere a Napoli. La controversia non si risolve con la forza dei numeri. Se i Capezzuto, Maniaci, Capacchione sono una minoranza non è detto che per questo non abbiano ragione proprio loro. Bisognerebbe discuterne, serenamente, e non chiudere il caso oscurandolo e neppure negando la solidarietà attiva a chi la merita e ne ha bisogno come di uno scudo protettivo.


Direttore di Ossigeno, osservatorio Fnsi-Ordine dei Giornalistisui cronisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza.

http://www.articolo21.info/8740/notizia/perche-il-caso-capezzuto-non.html