Milano - (Adnkronos) - Nel giro di pochi mesi due porte di ingresso dei giudici per le indagini preliminari sono state 'manomesse'. Sottratto anche un pc. Il presidente aggiunto Castelli ha mandatoun e-mail a tutti invitandoli a prestare grande attenzione. Ruby, ipotesi ricorso a Strasburgo. Frattini: ''Violata privacy premier''. "Rito immediato per Berlusconi"(GUARDA): la decisione del gipnon prima di lunedì. Pdl contro i pm di Milano: ''Avanguardia rivoluzionaria'' Appello di 'Avvenire': intervengano i supremi garanti.Consulta: offensivo e denigratorio dire che la Corte non è imparziale.
Milano, 10 feb. (Adnkronos) - In pieno caso Ruby è allarme effrazioni all'ufficio gip del Tribunale di Milano. Nel giro di pochi mesi almeno due porte di ingresso dei giudici per le indagini preliminari sono state 'manomesse' e recano segni evidenti, all'altezza della serratura, di effrazioni. E' accaduto nell'estate alla presidente dei gip, Laura Manfrin, poi a Cristina Di Censo, il giudice del caso Ruby, e recentemente nell'ufficio di un terzo giudice.
Questo è bastato perché il presidente aggiunto dell'ufficio, Claudio Castelli, mandasse un e-mail a tutti i giudici invitandoli a prestare grande attenzione ai loro uffici dopo ''i fatti gravi'' registrati in pochi mesi e in un periodo in cui l'intero ufficio è esposto per ''l'evidente delicatezza dei procedimenti pendenti''. Tra le raccomandazioni fatte da Castelli ai colleghi vi è quella di chiudere in cassaforte i fascicoli più sensibili, non assentarsi mai dall'ufficio lasciando aperta la porta e non comunicare a nessuno la password di accesso del computer ma conservarla con la dovuta riservatezza.L'ultimo episodio risale a martedì scorso 8 febbraio quando, alle 16.30, il giudice Federica Centonze ha rilevato una forzatura evidente della sua porta. Dai rilievi effettuati poco dopo le 20 dello stesso giorno è emerso che nessun fascicolo è stato asportato dall'ufficio. Ma anche ieri pomeriggio in servizio a palazzo di Giustizia hanno effettuato nuovi rilievi all'ufficio del giudice e alla porta a fianco, la stanza 41 bis.Al settimo piano del palazzo di Giustizia il sistema di videosorveglianza era stato potenziato quest'estate dopo che l'ufficio del giudice Cristina di Censo, che ieri ha ricevuto dalla procura la richiesta di giudizio immediato per Berlusconi nell'ambito del caso Ruby, era stato trovato con la porta aperta e con alcuni fascicoli a terra.Ora, dopo che è stata scoperta una nuova effrazione nell'ufficio della collega Centonze, il gup che si occupa del fallimento della società Corona's, il procedimento che vede indagati Fabrizio Corona e Lele Mora, sonoben quattro i carabinieri messi a presidio dell'ufficio del gip Di Censo.E dopo l'allarme lanciato da Castelli emerge anche un episodio 'nuovo' anche se risale a fine ottobre scorso e i primi di novembre. In quell'occasione è stato sottratto il computer portatile del gip Chiara Valori, un computer del ministero della Giustizia in uso al giudice, da utilizzare soprattutto in udienza. Nessuna effrazione alla porta, in questo caso, anche perché non sempre il giudice la chiudeva in particolare quando doveva assentarsi per pochi minuti. Sul pc però, a quanto pare, non erano custoditi atti di particolare rilievo.