mercoledì 30 marzo 2011

Quanto costa il Villaggio della Solidarietà.


Per pagare il mutuo di sei milioni, l'ex residence per le famiglie dei marines, rimasto sfitto, adesso ospita immigrati.


di Grazia La Paglia

Si chiamava “Residence degli aranci”, adesso è il “Villaggio della Solidarietà” destinato dal Governo all'accoglienza dei profughi provenienti dal Nord Africa. Dalla capienza di duemila persone e con 404 unità abitative, il residence di Mineo (nella piana di Catania) dal 2000 al 2010 è stato dato in affitto alla Marina militare statunitense per ospitare le famiglie dei marines diSigonella.
Un affitto, però, che è stato disdetto nel 2010 lasciando l'azienda emilianaPizzarotti & C. Spa, proprietaria dell'immobile, con ancora 6 milioni di euro da restituire alla Intesa San Paolo, banca presso la quale aveva acceso un mutuo all'epoca della costruizione dello stabile.

Cosa fare, quindi, per non lasciare abbandonato il villaggio che durante la permanenza degli Usa fruttava 8,5 milioni di dollari? Ma soprattutto come fare per pagare il mutuo?

L'azienda ha tentato varie strade, come usufruire del piano casa del 2008 di 2,6 milioni di euro. E Il Ministro Maroni, secondo quanto dichiarato dall'ingegnere dell'azienda Fabrizio Rubino, aveva già rassicurato sull'arrivo dello stanziamento. Ma, con il continuo sbarco di immigrati dai paesi del Nord Africa, si è presentata la possibilità di trasformare il villaggio in una struttura di l'accoglienza.

Come racconta Antonella Beccaria su ilfattoquotidiano.it, artefice dell'accordo tra Stato e azienda Emiliana è stato il Ministro degli Interni Roberto Maroni, entrato in contrasto con Ignazio La Russa poiché il Ministro della Difesa aveva individuato già 13 siti per far fronte all'emergenza immigrazione e tra questi non aveva segnalato quello di Mineo.

L'accordo è andato in porto ugualmente, nonostante alcuni comuni della zona (Mineo, Caltagirone, Grammichele, Ramacca e Castel di Iudica n.d.r.) fossero contrari a trasformare il residence nel “Villaggio della Solidarietà”. Inoltre, sono ben 7 mila i migranti che saranno trasferiti nella struttura, ma la capienza dello stabile arriva ad appena 2 mila unità. In compenso però adesso c'è qualcuno che paga l'affitto, non li paga più la Marina Americana, bensì le casse dello Stato italiano.

Ogni migrante presente nella struttura costa al giorno tra i 40 e i 50 euro. Moltiplicato questa cifra per il numero di 7 mila profughi, l'intero affitto si aggirerebbe intorno ai 41 / 47 milioni di euro all'anno.
Il calcolo viene fatto tenendo in considerazione, per esempio, fonti del comando di Sigonella che parlano di una valutazione di 1.000 euro al metro quadro, oppure i costi dichiarati da bandi pubblici per la gestione dei Cara(Centri di accoglienza richiedenti asilo) da cui si ricava che il costo per il soggiorno di un profugo è di 40/50 euro al giorno.
Al momento, però, né governo né il ministero hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito ai costi della struttura.

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Processo breve, scontro La Russa-Fini: “Vaffa…” La replica: “Curatelo”.



Intanto avanti con l’impunità. Potrà pure cascargli il mondo addosso, ma Silvio Berlusconi non perde di vista l’obiettivo personale. E così è al prezzo dello stravolgimento dell’ordine del giorno parlamentare, delle contestazioni – l’opposizione in sit in di fronte a Montecitorio – della bagarre in aula che diventa sospensione della seduta nel pomeriggio, dopo un duro scambio tra La Russa – che accusa l’opposizione di essere “connivente con i violenti” – e il presidente della Camera Gianfranco Fini, che si prende un sonoro “Vaffa” dal coordinatore del Pdl.

La Russa a Fini: “Ma Vaffa…”. Replica: “E’ malato, curatelo”

Nel pomeriggio un centinaio di manifestanti è arrivato ad un passo del portone della Camera dei deputati. I manifestanti, in evidenza le insegne del popolo viola, hanno preso di mira, tra gli altri, Ignazio La Russa che proprio in quel momento stava passando per la piazza. “Venduto”, “ladri”, “fascisti”, hanno gridato al ministro della Difesa, mentre dal gruppo dei manifestanti partiva anche qualche monetina, memoria di quel che successe di fronte all’hotel Raphael nel 1993, quando un fitto lancio di monete investì l’uscita del segretario del Psi, Bettino Craxi, da quella che era la sua abitazione romana. Il coordinatore del Pdl è entrato dal portone principale della Camera protetto dalla scorta, mentre la polizia ha formato un cordone per permettere l’accesso agli altri parlamentari. La Russa è poi stato protagonista di un duro scontro con il presidente della Camera Gianfranco Fini che ha portato quest’ultimo a sospendere la seduta.

Dopo l’intervento di Ignazio La Russa e del capogruppo Dario Franceschini, che si sono scontrati riguardo alla manifestazione in corso davanti a Montecitorio, il ministro della Difesa si è alzato in piedi applaudendo in maniera ostentata l’intervento del capogruppo Pd. A questo punto il presidente della Camera, Fini, ha richiamato La Russa che gli avrebbe risposto testualmente “non mi rompere, sto applaudendo”. Al secondo richiamo di Fini, La Russa gli ha risposto con un rotondo “vaffanculo”. A questo punto il presidente della Camera ha deciso di sospendere la seduta ma in Aula sono continuati schiamazzi e urli. Fini ha poi commentato con i giornalisti con ironia: “Curatelo”.

Pdl avanti tutta, modificato l’ordine del giorno

In mattinata il Pdl aveva chiesto – e ottenuto – per voce di Simone Baldelli, di invertire l’ordine del giorno della seduta dell’aula della Camera ed esaminare e votare immediatamente il provvedimento sul processo breve scatenando la bagarre in aula. Quindici i voti di scarto che porteranno il provvedimento ad essere esaminato subito. Contro la richiesta di inversione dell’ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Richiesta che invece è passata. Anche se l’annunciato rush è stato subito stoppato. Il presidente della Camera Gianfranco Fini, infatti, ha raddoppiato i tempi di intervento in aula dell’opposizione, che ne ha fatto richiesta durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Speriamo di chiudere entro venerdi’”, ha poi riferito Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl.

Dopo la richiesta i deputati dell’opposizione avevano abbandonato i lavori del comitato dei nove della commissione giustizia in protesta contro il tentativo “di strozzare i tempi del dibattito” sul processo breve. Intanto in aula partiva il coro”vergogna, vergogna”. Dopo l’intervento del capogruppo del Pd Dario Franceschini, che ha espresso il parere contrario del suo gruppo, i deputati del Pd si sono alzati in piedi per applaudire e subito dopo è partito il coro.

”La proposta del Pdl – aveva detto il capogruppo del Pd – scrive una pagina inedita di violenza parlamentare e di abuso della maggioranza. Una doppia violenza”. Oggi, ha ricordato Franceschini, Berlusconi andrà a Lampedusa “seguito dalle telecamere e quella visita non è per risolvere il problema di quell’isola, è per coprire il processo breve”. Poi l’attacco più duro: “”Dov’e’ l’urgenza di varare il processo breve? Significa mandare in prescrizione migliaia di processi, liberare i criminali, lasciare impuniti imputati di violenza carnale solo perchè sono incensurati”.

Dopo l’intervento di Franceschini, dai banchi dell’opposizione tutti i deputati si sono alzati in piedi urlando “vergogna, vergogna!”. Dal Pdl immediato il coro di risposta: “Buffoni, buffoni!”.

Il retroscena: B. ai suoi, subito il processo breve

L’ordine di avanti tutta era arrivato direttamente dall’alto. Ieri, mentre l’unità del governo andava al macero sull’emergenza immigrazione, a Palazzo Grazioli il Cavaliere dava indicazioni precise ad Alfano; avanti a marce forzate sul processo breve, i nodi sulla responsabilità civile dei magistrati potranno anche essere sciolti con maggior calma, ma è meglio portare a casa la prescrizione breve prima che la maggioranza alla Camera dia segnali di cedimento. Che, peraltro, già si avvertono. E, allora, ecco che ieri – via sms – è arrivata ai deputati Pdl un’improvvisa convocazione per stamattina alla Camera.

In sostanza, all’interno del Pdl si sono create delle forti pressioni intorno al testo Pini sulla responsabilità civile dei magistrati, difficoltà che qualcuno aveva legato a un presunto intervento del Quirinale che, invece, non c’è stato. Quello che c’è, piuttosto, è che la Lega, in questo momento, non vorrebbe creare ulteriori motivi di frizione con la magistratura. E non potendo far nulla sul processo breve, perché serve direttamente a Berlusconi, ha chiesto proprio a Pini, il relatore leghista, di “limare” il testo per renderlo più vicino ai dettami dell’Europa. Comunque una marcia indietro, anche se il relatore ha negato che si tratti di un dietrofront.

Eppure, si è saputo che sarà reinserito “il dolo e la colpa grave” e verrà introdotta “la violazione manifesta del diritto” nell’accertamento della responsabilità del giudice. Ma ancora c’è comunque qualcosa che non convince e che farebbe tirare i tempi troppo per le lunghe; la priorità, d’altra parte, è la prescrizione breve.

Che oggi è entrata nel vivo. Con una modifica sostanziale annunciata ieri dal relatore, Maurizio Paniz, come se si trattasse di una rivoluzione che invece non è. Spiega, infatti, Angela Napoli di Fli: “La legge cambierà nome, non più processo breve – ha spiegato la deputata finiana – ma ‘disposizioni in materia di spese di giustizia, danno erariale, prescrizione e durata del processo’. D’altra parte, ormai nel testo c’è solo la norma sulla prescrizione che serve a Berlusconi, quindi se non si modifica il titolo non corrisponde più al contenuto”.

Nessun’altra modifica prevista. Nonostante i tentativi dell’opposizione, Paniz non ne ha voluto sapere di mettere mano ad altri punti controversi del testo, dunque la nuova norma ad personam per B. potrebbe essere licenziata dalla Camera anche entro la fine di questa settimana. Il successivo passaggio al Senato è considerato puramente “tecnico”, dunque la prescrizione breve dovrebbe diventare legge per la fine d’aprile. In tempo per far chiudere il processo Mills entro fine maggio.

Paniz si è detto convinto che non ci saranno problemi “sulla firma del capo dello Stato perché non c’è nulla di incostituzionale”. Si vedrà. Il fattore politico lo determineranno i Responsabili con la loro presenza. Qualcuno, anche ieri pomeriggio alla Camera, ipotizzava possibili “segnali” al Cavaliere sul voto finale
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B. arriva e compra casa nuova villa di lusso con 8 posti letto.


"Immagino li voglia mettere a disposizione dei migranti " commenta D'Alia


di Grazia La Paglia

Ieri sera, durante il vertice sulla crisi immigrazione a Palazzo Grazioli,Silvio Berlusconi aveva ricordato la bella vacanza trascorsa anni fa a Lampedusa.Così, un po' per nostalgia e un po' per mantenere subito la promessa del suo Governo (ossia aiutare il turismo dell'isola compromesso dagli sbarchi) il presidente ha acquistato una villa sull'isola.L'acquisto, avvenuto ieri su internet, è stato annunciato oggi davanti al municipio ai lampedusani accorsi per ascoltare il premieri.

La nuova splendida residenza del premier, detta "le due palme", dispone di ben otto posti letto. “Immaginiamo la voglia mettere a disposizione dei migranti che stanno arrivando in questi giorni ai quali il governo non è stato capace di assicurare un tetto e un pasto” commenta sarcastico Gianpiero D'Alia, presidente del gruppo Udc in Senato e coordinatore del partito in Sicilia. - Sarebbe il primo atto concreto compiuto dal presidente del Consiglio per far fronte all'emergenza immigrazione a Lampedusa e in Sicilia".

Nel rispetto dei gusti del presidente, “Le due palme” si presenta subito come una villa faraonica. A soli 10 metri dal mare, si trova nella baia di Cala Francese, uno dei luoghi più suggestivi e dai colori caraibici dell'isola, ed è immersa tra pini marini e palme. Bianca e con finestre verdi, è composta da due piani e ha un piccolo vialetto che porta al mare, che potrà rivelarsi utile per il presidente nel momento in cui vorrà sorvegliare il mare e soccorrere eventuali barconi in arrivo.

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I Senatori del PD: "A Lampedusa c'è Silvio La Qualunque".


B. sull'isola: "Vi proporrò al nobel per la pace". E compra casa. "Basta sbarchi a costo di comprare personalmente tutti i pescherecci del nord Africa". Il presidente lampedusano lancia l'operazione colore per abbellire l'isola.


di Valentina Morici e Giuseppe Pipitone

Silvio BerlusconiVuole sgomberare tutto immediatamente. Con sei navi passeggeri da dieci mila posti anche il Centro d'Identificazione ed Esplusione rimarrà deserto. Il tutto subito, entro le prossime 48, al massimo 60 ore.
Con una nave sempre attraccata in porto vuole bloccare i clandestini prima che sbarchino sull'isola e rispedirli indietro.
Vuole lanciare l'operazione colore per abbellire Lampedusa e piantarci nuovi alberi.
Vuole che la benzina sull'isola sia più economica.
Vuole che l'isola diventi una zona franca.

Insomma e' il prototipo del presidente del fare, già visto all'opera a Napoli e a L'Aquila, quello che è atterrato sull'isola di Lampedusa per risolvere il problema immigrati. "Se non sono venuto prima - si è scusato il premier Silvio Berlusconi- è perchè non avevo chiara la soluzione al problema". Ora invece ha tutte le risposte. Ecco Silvio formato "ghe pensi mi".

Per impedire gli sbarchi è disposto a tutto. Persino a comprare personalmente tutti i pescherecci del nordAfrica, sottraendo i mezzi di trasporto ai profughi. I venditori di barconi maghrebbini lo aspettano. Non vuole più profughi Berlusconi e lo dice chiaro:"dobbiamo convincere i tunisini a non rimanere in Italia. E noi possediamo i mezzi per farlo" ha esclamato senza specificare purtroppo a che tipo di mezzi si riferisse . Le minacce però sono durate poco. Poi Berlusconi ha messo in mostra la sua miglior qualità: ovvero quella dell'imbonitore di piazza. "Stiamo già promuovendo Lampedusa come paradiso terrestre (sic) negli spazi pubblicitari di Mediaset e Rai, tutti dovranno venire qui". Quindi ha alzato il tiro "Lampedusa diventerà una zona franca, chiunque potrà aprire la sua attività a costo zero, in seguito verrà un ispettore del Governo a controllare che tutto vada bene. Ed anche se non lo fosse si sistemeranno comunque le cose." In pratica una sorta di sanatoria continua, una delle specialità Made in Arcore.

Ma la salsedine di Lampedusa deve avere effetti allucinogeni. Almeno per il presidente. L'ultima sparata è infatti di quelle clamorose. "Proporrò Lampedusa come candidata al premio nobel per la pace. Questo perchè come terra di confine difende le libertà occidentali dall'Africa". Insomma l'intervento del premier a Lampedusa è materiale preziosissimo per Blob di Enrico Ghezzi. Ma anche fonte d'ispirazione per Antonio Albanese. Lapidari Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, senatori del Partito Democratico :" A Lampedusa c'è Silvio La Qualunque". Che sull'isola ha infatti comprato casa . La villa delle due palme, nella splendida Cala Francese di Lampedusa è da oggi proprietà di Silvio Berlusconi: il presidente è lampedusano.

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Caos alla Camera sul Processo breve Invertito odg, opposizione: 'Vergogna'.


ROMA - L'Aula della Camera ha approvato l'inversione dell'ordine del giorno proposta dal Pdl per passare all'esame del testo sul processo breve. La proposta è passata per 15 voti di scarto.

Contro la richiesta di inversione dell'ordine del giorno si sono espressi i deputati di Pd, Idv, Fli e Udc. Dopo la proclamazione del risultato, dai banchi dell'opposizione si è urlato "vergogna, vergogna!".

LEGA: SI' INVERSIONE ODG, ATTACCA CONSULTA - La Lega "si associa" la richiesta del Pdl di invertire l'ordine del giorno dell'Aula della Camera per passare subito all'esame del ddl sul processo breve, che contiene il taglio della prescrizione per gli incensurati. Lo annuncia Luciano Dussin che si lancia in una filippica contro i magistrati e la Corte costituzionale, fermato solo dal ministro Roberto Calderoli, che lo ha raggiunto al banco e, tra le urla delle opposizioni che gli gridavano "servo, servo!", gli ha detto di smettere toccandolo sul braccio. "In Puglia dove controllate i giudici, questi hanno rottamato 11mila intercettazioni salvando Vendola e i vostri. E attacca, chiedendo l'intervento del presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale: "ha stabilito, contro la nostra legge, che non si possono rimpatriare gli immigrati indigenti... ma allora chi comanda in Italia?".

In precedenza i deputati dell'opposizione avevano abbandonato la riunione del Comitato dei Nove della Commissione Giustizia per protesta contro la decisione della maggioranza di "strozzare i tempi del dibattito sul testo per la "prescrizione breve". "Loro vogliono strozzare al massimo i tempi del dibattito su questo provvedimento - spiega il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - perché vogliono votare al massimo entro domani il testo. Ma questo è un blitz inaccettabile e noi in Aula daremo battaglia.

COMITATO 9, NO A PROSCIOGLIMENTO PER TENUITA' REATO
- Il Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera ha dato parere negativo all'emendamento presentato dall'opposizione al testo sulla prescrizione breve che prevedeva di dare la possibilità al magistrato di pronunciare sentenza di proscioglimento in caso di tenuità del reato e di lievi conseguenze penali. Per la complessità della materia e per le polemiche che ne sono nate, la maggioranza ha deciso di non inserire questa misura nel provvedimento che dovrebbe essere già da oggi all'esame dell'Aula di Montecitorio. Molto probabilmente questa norma, proposta dal Pd, diventerà oggetto di un provvedimento 'ad hoc'.
Dal Comitato dei Nove hanno ricevuto parere positivo solo alcuni emendamenti per lo più proposti dal relatore Maurizio Paniz. Si tratta di proposte di modifica che puntano a cambiare il nome del provvedimento: non ci sarà più il riferimento alla "ragionevole durata dei processi" come elemento essenziale del titolo. Il capo dell'ufficio giudiziario che dovrà fare la segnalazione contro il magistrato 'lumaca' dovrà trasmetterla direttamente al Guardasigilli e al Consiglio superiore della magistratura. Non ci sarà più l'obbligo di inoltrarla al Procuratore generale della Corte di Cassazione. Per quanto riguarda la durata del primo grado del processo, fissata nel provvedimento a 3 anni, si sta studiando la possibilità di dare più tempo, prima di fare la segnalazione per il ritardo, per procedimenti penali particolarmente complessi.



Nicole Minetti: 'Tra 10 anni... io ministro degli Esteri'.




ROMA - "Una linea assolutamente affine a quella del presidente": Nicole Minetti, la consigliera regionale del Pdl indagata nella vicenda Ruby, esclude in un' intervista a Repubblica che la sua linea difensiva nel processo per il caso Ruby possa discostarsi da quella del premier Berlusconi.

"Nessuna delle ragazze che compaiono nelle intercettazioni é stata presentata da me al presidente", ribadisce Minetti, che definisce Berlusconi come uomo "affascinate, molto generoso", ma "troppo impegnato e con troppe donne attorno che lo corteggiano".

La consigliera regionale ammette di avere ora "un problema" di immagine.

"Spero di risolverlo impegnandomi al massimo nel mio ruolo istituzionale.

Adesso sta a me dimostrare quello che valgo.

Se alla fine del mandato non ci sarò riuscita - afferma - mi tirerò indietro".

Minetti dice di avere come modello il ministro dell' Istruzione Mariastella Gelmini.

"Riesce a conciliare molto bene il lavoro e la famiglia, e poi è stata la prima donna del Pdl con cui ho avuto un contatto.

Ha avuto la sensibilità di capire che ero un po' in difficoltà quando è venuta fuori questa faccenda".

La consigliera dichiara di immaginarsi tra dieci anni ancora in politica.

"Magari ministro, perché no?".

Ma all' Istruzione, aggiunge, "preferirei gli Esteri".



Terremoto: appalti privati sotto lente procura antimafia.



L'Aquila. La Procura distrettuale antimafia dell'Aquila sta passando ai raggi x buona parte degli appalti privati molti dei quali milionari, relativi alla ricostruzione delle case E, le più danneggiate dal sisma del 2009.

Il sensibile rafforzamento delle attenzioni sulla cosiddetta ricostruzione pesante è stato innescato dalla presentazione di numerosi esposti, tra cui alcuni anonimi, da parte di cittadini, imprenditori e amministratori di condominio.

Nelle denunce si ipotizzano irregolarità e si adombrano dubbi sui procedimenti di affidamento diretto degli appalti da parte di condomini e proprietari, processo sancito dalla decisione di considerare indennizzi e non contributi i finanziamenti per il recupero delle abitazioni.

In particolare, le indagini mirano a scovare eventuali infiltrazioni mafiose che, secondo i pm aquilani, possono trovare terreno fertile in appalti considerati da molti non caratterizzati da efficaci controlli pubblici.

Il lavoro maggiore, su questo delicato versante, lo sta svolgendo il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Olga Capasso, appositamente distaccata all'Aquila dopo il terremoto e affiancata dal sostituto procuratore Gallo, con l'intero percorso coordinato dal procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Alfredo Rossini.

Le insidie maggiori, secondo i pm aquilani, vengono dalla 'ndrangheta e dalla camorra.

A dare nuovo impulso alle indagini sono le informazioni, ritenute interessanti dalla Procura Distrettuale, provenienti dalla Prefettura, che coordina l'organismo deputato al controllo dei milionari appalti privati. La stessa Prefettura continua a esaminare progetti e pratiche di finanziamento.


http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33589/48/