LUINO Il raduno di Pontida della Lega Nord viene sottoposto al vaglio di carabinieri e magistratura: un cittadino di Alessandria, luinese di origine, ha presentato all'Arma una denuncia formale per lo slogan con cui ieri, al raduno di Pontida della Lega Nord, il ministro dell'interno, Roberto Maroni, ha accompagnato il suo intervento, e anche per l'atteggiamento di Umberto Bossi e Roberto Calderoli nei confronti della folla che inneggiava alla secessione. La denuncia è già stata trasmessa alla Procura di Bergamo, competente per territorio.
La frase in questione, pronunciata da Maroni, è «noi barbari sognanti vogliamo una Padania libera e indipendente».
Parole che, per il denunciante, configurano il «vilipendio alla Costituzione, l'istigazione a sentimenti antinazionali, l'alto tradimento».
«Ho seguito la manifestazione in tv - spiega Aldo Flora, 67 anni, ex manager in pensione - e, oltre all'intervento di Maroni, sono stato colpito da un altro evento: quando la folla si è messa a gridare 'Secessionè, Bossi si è limitato a dire 'Calma, dobbiamo avere pazienzà». Per questo motivo, Flora ha fatto mettere nero su bianco che ritiene l'atteggiamento dei ministri Bossi, Maroni e Calderoli (anche lui presente sul palco) «colpevolmente refrattario» nei confronti dell'articolo 5 della Costituzione sull'indivisibilità della Repubblica; per Maroni si parla invece di «aggravante».
«Un ministro - è l'opinione di Flora - non può dire tutto quello che vuole. Un ministro ha giurato sulla Costituzione. E non può togliersi la giacca da ministro a suo piacimento».
«Io amo la politica - dice ancora Flora, che è originario di Luino - ma non amo i partiti: sono i partiti, oggi, a rovinare la politica. È per questo che da 20 anni mi presento al seggio senza ritirare la scheda elettorale. E soprattutto voglio bene alla mia Patria e al Tricolore».