E' assai improbabile che la Cassazione ribalti la sentenza d'Appello, perché la corruzione del giudice Metta è una circostanza di fatto su cui la Corte non può pronunciarsi. Fininvest ha deciso di pagare subito per evitare un'esecuzione forzata.
"La Cassazione ha tre possibilità, può confermare la sentenza della Corte d'Appello, e in questo caso la Cir si tiene i suoi 550 milioni e la faccenda è chiusa; la Cassazione può anche dire "no la sentenza di appello è sbagliata per questo o quest'altro motivo, rimando tutto in appello perché si faccia un nuovo processo". E a questo punto si deve vedere che cosa può decidere l'Appello in questo nuovo processo, in cui però è obbligata a uniformarsi ai principi di diritto che la Cassazione ha esposto. Oppure, la Cassazione può dire "la sentenza della Corte d'Appello è sbagliata, De Benedetti non deve ricevere nulla e quindi il processo si chiude qui".
Queste sono le tre possibilità teoriche, bisogna però tener conto del fatto che la Cassazione decide solo su errori di diritto e non su questioni di fatto. La circostanza che Berlusconi abbia corrotto, attraverso l'avvocato Previti, il giudice Metta che gli fece una sentenza a seguito dei 400 milioni che aveva ricevuto per dare torto a De Benedetti, che in buona sostanza consentì quindi a Berlusconi di rubare la casa editrice Mondadori, non è una questione di diritto ma una circostanza di fatto, quindi è assolutamente improbabile che la Cassazione possa modificare la sentenza della Corte d'Appello perché il fatto che Berlusconi abbia corrotto il giudice Metta è una circostanza di fatto su cui la Cassazione non può pronunciarsi.
Direi che con il 99,9 per cento di probabilità la Cassazione confermerà la sentenza della Corte d'Appello e giustizia sarà fatta."
Marina Berlusconi, dopo la sentenza, aveva dichiarato che Fininvest non era intenzionata a pagare. Perché adesso l'Azienda ha deciso di versare il dovuto, e di farlo subito? Cosa avrebbe rischiato se non l'avesse fatto?
"Beh, si dice che la sentenza è provvisoriamente esecutiva, cioè la sentenza della Corte d'Appello poteva essere eseguita anche prima che la Cassazione decidesse e quindi se loro non avessero pagato la Cir avrebbe mandato gli ufficiali giudiziari a sequestrare i beni di proprietà di Berlusconi o della Casa editrice Mondadori. Dunque, si sarebbero trovati di fronte a quella che si chiama un'esecuzione forzata: se lei non paga vengono a casa sua e le sequestrano il televisore per esempio o la macchina o l'argenteria. La stessa cosa sarebbe successa con Berlusconi."
Quel che è stato pagato costituisce solo un risarcimento simbolico, o è un pagamento che risarcisce effettivamente il danno cagionato a Cir?
"E qui è una questione di diritto abbastanza intricata, la sentenza della Corte d'Appello è diversa nelle conclusioni dalla sentenza di primo grado perché la sentenza del tribunale aveva stabilito che il criterio per liquidare i beni, il risarcimento dei danni dovuto alla Cir era quello della cosiddetta perdita di chance, cioè perdita di possibilità, di potenzialità. Il giudice di primo grado aveva detto: quanto avrebbe guadagnato la Cir in questi anni se avesse avuto il controllo della Mondadori? E il giudice di primo grado aveva stabilito di fare 750 milioni, mentre la sentenza della Corte d'Appello ha seguito un criterio diverso, ha detto: quanto valeva la Mondadori nel momento in cui Berlusconi non l'ha data alla Cir come avrebbe dovuto? 550 milioni e quindi questa è la somma liquidata. Dipende dai criteri di valutazione adottati, è su questo che la Cassazione potrebbe intervenire, potrebbe cioè dire il criterio di valutazione dei beni è stato adottato male, la regola di diritto era diversa e quindi potrebbe anche far ritornare il processo alla Corte d'Appello perché determini un nuovo ammontare del risarcimento."
Considerato che all'origine della vicenda Lodo Mondadori c'è un fatto grave come la corruzione di un giudice, come mai si è deciso per un risarcimento e non per la restituzione dell'Azienda?
"Questo è un problema in effetti abbastanza complicato che però non dipende dal fatto che a monte c'è stato un reato. Io posso risarcire una persona del danno cagionato in due modi: o, come ha detto lei, ridandole quello che le è stato preso, si chiama risarcimento in forma specifica, oppure condannando quello che le ha cagionato il danno alla dazione della somma di denaro. Non so dirle perché i giudici si sono orientati verso questa seconda possibilità, probabilmente hanno tenuto conto del fatto che in tutti questi anni la Mondadori è stata gestita da Berlusconi, si sono creati dei vincoli societari molto difficili da risolvere ed ecco perché forse hanno scelto la strada della dazione di una somma di denaro equivalente al danno cagionato."