E dunque …!. Quando ci si siede ad una macchina da scrivere, una cara vecchia Olivetti o tastiera di pc che sia, si sa già di cosa ci si vuole occupare o, per lo meno, questo succede nella maggior parte dei casi. A chi come me, però, a cui piace anche imbrattare qualche tela di tanto in tanto, capita spesso di attendere che sia il foglio stesso a suggerire cosa scrivere e, come succede per i quadri a volte non si fa altro che evidenziare ciò che su quella tela o su quel foglio, magicamente era già presente. Su questo foglio elettronico per esempio c’erano, stamattina, dei nomi Dell’Utri,Tarantini, Fede, Mora, Minetti, Olgettine variamente appellate, ciascuno dei quali associato a cifre in ragione di centinaia di migliaia di euro ed in qualche caso a milioni di euro. Ora, ci siamo talmente abituati all’euro che l’importo delle cifre passa un po’ più sotto silenzio rispetto alla rilevanza dei nomi. Quando si sente parlare di centinaia di migliaia o di milioni, istintivamente ed inconsciamente i più ne fanno una considerazione ad liram, quando cioè con 100.000 lire si comprava un vestito o un paio di scarpe o quando la stessa cifra era il corrispettivo di una serata un po’ birichina; eravamo tanto abituati al poco valore della lira che la cifra sentita non ci fa tanto impressione. Oggi, però, quando, per puro buon cuore, si ringrazia qualcuna per una serata di chiacchiere, barzellette e canzoni con 5/7/10.000 euro in realtà si sta affermando che lo si fa con, più o meno, 10/14/20 milioni delle stesse vecchie lire. Risulta assai evidente che il nostro presidente del consiglio con i suoi (?) soldi può farci ciò che vuole, quindi non è questo il punto di cui voglio occuparmi, ciò su cui mi piacerebbe attrarre la vostro attenzione è sulla sperequazione assurda che c’è tra il valore delle cose espresso in euro rispetto allo stesso valore espresso in lire.
Dal primo gennaio 2002 l’euro ha sostituito la lira. Il 31 dicembre 2001 una pizza margherita costava mediamente 4.500 lire il giorno dopo essa costava 2,324 euro e tutto ciò ha funzionato più o meno automaticamente fino a quando l’esposizione dei prezzi presso ogni esercenza commerciale c’era l’obbligo del doppio prezzo. D’un tratto, poi, senza una data stabilita cuifare riferimento le cose sono lentamente cominciate a cambiare, è sparito il doppio prezzo ed il rapporto 0,50 euro uguale più o meno 1000 lire è diventato per la maggior parte delle cose in vendita 1 euro uguale 1000 lire e cioè una pizza ex abrupto costava 4,5 euro raddoppiando così il proprio costo. Altro esempio una cinquecento costava 7/8.000.000 milioni che si trasformavano in 7/8.000 euro e così via. Non così succedeva, però, con gli stipendi o le pensioni che magari aumentavano di una qualche percentuale senza però adeguarsi agli effettivi aumenti del costo della vita: i più vedevano ridotto del 50%, o quasi, il potere d’acquisto del proprio salario. Chi doveva controllare e provvedere ad un cambio paritario ed equo tra lira ed euro, per propria incapacità o per effettiva e complice malafede, non vi provvedeva ed ecco che giorno dopo giorno chi con uno stipendio di un milione e mezzo due milioni si riteneva un quasi fortunato si ritrovava ad essere con uno stipendio di 750/ 1000 euro un morto di fame. Alcuni esempi: “ I dati raccolti si riferiscono a una media fra grande e piccola distribuzione. Per la prima colazione si registra un aumento del prezzo dei cereali da 1,83 a 2 euro e quaranta. E poi: saponette (+25%) e bagno schiuma (+26,2%). Un euro per il biglietto dell'autobus che vi porta al lavoro (contro i 77 centesimi del 2001). Dopo una mattinata in ufficio, pranzo al volo. Un supplì ed una birra (trenta per cento in più). Cinque euro se preferite una pizza margherita che nel 2001 costava 3,36 euro. Un'ora libera? Ne approfittate per andare in posta. Per il vecchio bollettino di conto corrente da 77 centesimi ora vi chiedono un euro. E se invece potete lasciarvi andare al relax pagate il cinquanta per cento in più rispetto al 2001 per parrucchiere, sigarette e fumetti. Al vostro bambino serve un quadernone? Costa il 38,8 per cento in più. Idem per collant, gambaletti e deodorante. E' finalmente ora di cena. Tra il quaranta e il cinquanta per cento di rincari le uova, il riso, la candeggina e la farina. 52 centesimi in più sui limoni. E il sale è ancora più salato dopo l'aumento del 59 per cento. Persino l'olio di semi è passato da 1,39 euro a 1,90. Se invece preferite accontentarvi di un veloce tonno in scatola, costa 9 euro e 99 al chilo (contro i 7 euro e 9 centesimi). Vi accingete a lavare i piatti: spendete il +65,2% per il detersivo. Meno caro quello per la lavatrice, passato da 5 euro e 5 centesimi a 6 e 80. E per rispettare le sane e vecchie abitudini dopo un pasto rincarato, mettete in conto due euro e cinquanta per lo spazzolino da denti (+38,1%).
La giornata è stata stressante e avete mal di testa? Anche l'aspirina è aumentata del 25,4 per cento. E se avete un gatto, i rincari scattano anche per lui. Una scatoletta grande è aumentata negli ultimi cinque anni del 31,5%.” DOVETE riflettere sul fatto che questi sono dati riferiti solo al dicembre 2006. Per concludere, un ultimo spunto di riflessione in relazione a due punti cardini: la GENEROSITA’ del nostro presidente del consiglio e la GROSSA TORNITURA ANALE a cui ciascuno di noi è andato, va, ed andrà incontro con le precedenti, con la presente, e con le future MANOVRE ECONOMICHE .Avanti popolo chè dietro di te, C’è SEMPRE QUALCUNO CON L’OMBRELLO PUNTATO SUL TUO … .