Il caporale maggiore era l'unico imputato per l'omicidio e il vilipendio di cadavere della donna, uccisa con 35 coltellate il 18 aprile 2011. "Sono innocente". Tolta la potestà genitoriale. Risarcimento di un milione di euro alla figlia.
TERAMO - Salvatore Parolisi è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie Melania Rea,uccisa con 35 coltellate, il 18 aprile 2011 1, a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. Una decisione arrivata in serata, poco prima delle 20, dopo una giornata carica di tensione. A Parolisi sono state inflitte tutte le sanzioni accessorie, dall'interdizione perpetua dai pubblici uffici alla perdita della potestà genitoriale. Inoltre dovrà pagare "la provvisionale di un milione di euro per la figlia Vittoria, 500mila per i genitori di Melania. La sentenza, con il rito abbreviato, è stata emessa dal gup Marina Tommolini dopo circa quattro ore di camera di consiglio. Il caporale non ha assistito alla lettura della sentenza.
"Innocente, sono innocente", lo ha ribadito ai suoi avvocati Parolisi dopo la condanna. Al rientro nel carcere di Castrogno, alla periferia di Teramo, l'uomo è scoppiato in un pianto dirotto.
Gli avvocati dell'imputato avevano chiesto l'assoluzione con formula piena. Per l'accusa il caporale degli Alpini meritava l'ergastolo 2: unico imputato dell'omicidio di Melania e del vilipendio del corpo della donna, la difesa ha replicato chiedendo l'assoluzione per non aver commesso il fatto. Nel corso dell'udienza la difesa ha parlato di insussistenza del reato di vilipendio del cadavere, prove scientifiche favorevoli, ora della morte non certa, testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti. I legali hanno ammesso alcune bugie di Parolisi "ma come uomo e marito, e non certo come assassino della moglie", ha detto Nicodemo. E ancora: "E' il classico processo da insufficienza di prove, se questo delitto fosse accaduto tra il 1930 e il 1989 Salvatore sarebbe stato prosciolto". Dopo la condanna i legali hanno detto: "Le sentenze non si discutono, si impugnano".
"Innocente, sono innocente", lo ha ribadito ai suoi avvocati Parolisi dopo la condanna. Al rientro nel carcere di Castrogno, alla periferia di Teramo, l'uomo è scoppiato in un pianto dirotto.
Gli avvocati dell'imputato avevano chiesto l'assoluzione con formula piena. Per l'accusa il caporale degli Alpini meritava l'ergastolo 2: unico imputato dell'omicidio di Melania e del vilipendio del corpo della donna, la difesa ha replicato chiedendo l'assoluzione per non aver commesso il fatto. Nel corso dell'udienza la difesa ha parlato di insussistenza del reato di vilipendio del cadavere, prove scientifiche favorevoli, ora della morte non certa, testimoni a scoppio ritardato dopo aver letto sui giornali i fatti. I legali hanno ammesso alcune bugie di Parolisi "ma come uomo e marito, e non certo come assassino della moglie", ha detto Nicodemo. E ancora: "E' il classico processo da insufficienza di prove, se questo delitto fosse accaduto tra il 1930 e il 1989 Salvatore sarebbe stato prosciolto". Dopo la condanna i legali hanno detto: "Le sentenze non si discutono, si impugnano".
Il dolore dei familiari. "Non ha vinto nessuno, non ha vinto nessuno", ha detto, con le lacrime agli occhi, il papà di Melania, Gennaro Rea. "E' la fine di un incubo, perché è stato trovato e riconosciuto l'assassino di Melania", ha detto Michele Rea, il fratello di Melania.
Parolisi era stato arrestato una prima volta a seguito di un provvedimento di custodia cautelare emesso il 18 luglio 2011, quando la competenza sulle indagini era ancora della Procura di Ascoli Piceno. Successivamente fu raggiunto, il 2 agosto dello stesso anno, da analoga misura restrittiva emessa dal gip di Teramo Giovanni Cirillo. Da allora è detenuto nel carcere 'Castrogno' del capoluogo.
Applausi per la sentenza. In casa Rea, a Somma Vesuviana, stanno arrivando altri parenti. Una delle zie di Melania Rea si è affacciata dal portone della casa dei genitori della donna uccisa dal marito ed ha urlato ai giornalisti: "Avete sentito". Ed ha fatto un breve applauso. La donna ha anche riferito che Vittoria, la mamma di Melania, non se la sente, al momento di rilasciare dichiarazioni.
http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/26/news/melania_il_giudice_in_camera_di_consiglio_la_sentenza_arriver_in_serata-45381272/?ref=HRER3-1