martedì 3 giugno 2014

ESCLUSIVA/ Gli 80 euro? Una truffa: ecco il documento del Ministero dell’Economia che smaschera Renzi.


Abbiamo scovato un documento ufficiale del MEF, il Ministero dell’Economia e Finanze, che smaschera la truffa di Renzi riguardo ai famosi 80 euro: è un gioco delle tre carte. Oggi te li do, domani spariscono. Come? Con un artifizio tecnico che lascerà tutti a bocca aperta. Pubblichiamo, in esclusiva, il documento. 
Il documento è datato 22 maggio, quindi tre giorni prima delle elezioni. E, probabilmente, non è un caso che sia stato secretato fino a quel momento e che abbia visto la luce “fuori tempo massimo”, quando i giochi elettorali erano ormai chiusi e l’effetto “80 euro” era andato a buon fine, come ha dimostrato poi la schiacciante vittoria del Partito Democratico del pifferaio Renzi.
Checché ne dicano analisti e parolai, alla ricerca di chissà quali motivazioni psico-sociali dietro il 40-20 delle Europee 2014, la spinta eccezionalmente decisiva al trionfo renziano l’hanno data gli 80 euro. Diciamocela tutta: siamo un Paese che dai tempi di Achille Lauro ad oggi non è cambiato in niente, almeno da questo punto di vista. Il voto di scambio c’è sempre stato e sempre ci sarà e, se siamo stati capaci di venderci per un paio di scarpe, figurarsi per 80 euro in busta paga. O almeno: per la promessa di 80 euro in busta paga.
Perché di questo si tratta: di una promessa. Di un gioco delle tre carte che presto si rivelerà tale. E intanto Renzi è ben saldo al suo posto e ci resterà, bontà sua, fino al 2018. Almeno stando alle sue dichiarazioni post-elettorali.
Il sospetto che si trattasse di una truffa in piena regola lo abbiamo sempre avuto. Ma trovarci davanti a questo documento ci ha lasciato, francamente, senza parole. Ricordate la falsa promessa di restituzione dell’Imu di Berlusconi? A confronto quella è roba per dilettanti.
Veniamo ai contenuti del documento, firmato da Roberta Lotti, dirigente dell’Ufficio V della Direzione dei Sistemi Informativi e dell'Innovazione del MEF.
L’Ufficio V ha competenza in materia di “retribuzioni per il personale delle amministrazioni dello Stato”: parliamo quindi di quella schiera di dipendenti pubblici, che compongono una grossa fetta degli aventi diritto alla detrazioni Irpef, quindi i famosi 80 euro, a scalare in base alle fasce di reddito.
Ricordiamo che il bonus promesso da Renzi dovrebbe essere di 80 euro per i redditi dipendenti compresi fra gli 8.000 e i 24.000 €, mentre andrà a scendere fino a scomparire per la fascia di reddito compreso fra 24.001 e 26.000 €.
L’oggetto del documento, che pubblichiamo in esclusiva e che smaschera la truffa di Renzi, riguarda “le indicazioni operative in merito all’art.1, D.L. 66 del 24 aprile 2014 in materia di riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti”: ovvero, tratta proprio dei famosi 80 euro.
Fin qui nulla di strano. Se non fosse che, a partire da qualche riga più giù, sale fortissima la puzza di bruciato.
Perché, così si legge nel documento, “codesti uffici” mettono on-line “la funzione self service a disposizione degli amministrati per comunicare la rinuncia all’attribuzione del beneficio”.
Domanda: perché mai qualcuno dovrebbe rinunciare agli 80 euro in busta paga? Chi sarebbe così sciocco?
A meno che… a meno che non risulti più semplice rinunciare piuttosto che aspettare invano la manna dal cielo.
E scorrendo il documento si capisce dove sta l’inghippo.
L’artifizio tecnico che viene utilizzato è racchiuso tutto nella differenza tra “reddito previsionale” e “reddito reale”. Perché, questo si legge nel documento, la detrazione Irpef (il bonus da 80 euro) verrà calcolata sulla base del “reddito previsionale” e non su quella del “reddito reale”.
Conclusione: a fine anno saranno migliaia quelli chiamati a restituire i soldi sulla base dell’imponibile reale. Ecco il perché il Mef avverte fin da ora che chi vuole può rinunciare, tramite l’apposito modulo self-service, all’attribuzione del credito.
Come denunciato da Marcello Pacifico dell’Anief-Confedir - l’associazione nazionale sindacale per il personale docente e Ata, precario e di ruolo – “alla fine della fiera appena il 40% degli insegnanti percepirà l’aumento. Su 735mila prof in servizio solo 300mila. E per tanti sarà anche inferiore a quanto strombazzato dall’Esecutivo.”
Non solo: “Se l’aumento corrisposto con le buste paga del mese di maggio è solo ipotetico – accusa Pacifico - perche il credito è stato determinato sul reddito presunto e non effettivo”, questo significa che “a fine anno, in fase di conguaglio, sarà poi determinata l'effettiva spettanza in base al reddito complessivo reale e ai giorni lavorati. Per migliaia di insegnanti che percepiscono redditi al limite della soglia prevista dal beneficio fiscale, si sta quindi profilando la concreta possibilità che i benefici acquisiti in busta paga nei prossimi otto mesi vengono poi restituiti a fine 2014.”
Ovvio: basta calcolare il bonus su un reddito presunto, e non su base reale, per mandare “fuori soglia” migliaia di persone ed evitare di assegnare loro gli 80 euro.
Persino Totò, che era riuscito a vendere la Fontana di Trevi ad un turista americano, sarebbe impallidito di fronte al mago (della truffa) Renzi.

http://www.infiltrato.it/inchieste/esclusiva-gli-80-euro-una-truffa-ecco-il-documento-del-ministero-dell-economia-che-smaschera-renzi

Leggi anche: http://job.fanpage.it/bonus-di-80-euro-tutte-le-domande-faq-e-le-risposte-ai-quesiti/
e anche: http://benedettomineo.altervista.org/taglio-irpef-ecco-chi-non-vedra-gli-80-euro-in-busta-paga/

Otto per mille: grazie a M5S è possibile destinarlo all'edilizia scolastica.

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Si avvicina la stagione delle dichiarazioni dei redditi.
Grazie al MoVimento 5 Stelle i contribuenti possono destinare l'8x1000 Iperf all'edilizia scolastica, che rappresenta ormai un'emergenza nazionale. I cittadini possono firmare la sezione STATO nel modulo della dichiarazione e noi vigileremo che il fondo venga ripartito correttamente tra tutte le finalità previste dalla legge.
Anzi, lavoreremo affinché si promuova, almeno per quest'anno, l'utilizzo esclusivo per la finalità aggiunta grazie al nostro emendamento alla legge di Stabilità 2014, cioè appunto l'edilizia delle scuole.
In tal senso è in corso di modifica il regolamento contenuto nel Dpr 10 marzo 1998, n.76, in relazione all'introduzione  della  categoria "edilizia scolastica". 
Gli interventi riguardano naturalmente la ristrutturazione, il miglioramento, la messa in sicurezza, l'adeguamento antisismico e l'efficientamento energetico degli immobili adibiti all'istruzione scolastica pubblica. 
Il M5S punta a dare un'informazione completa ai cittadini e per questo alleghiamo il decreto del Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014, con il quale sono stati individuati i parametri specifici di valutazione delle istanze relative alla quota dell'8x1000 a diretta gestione statale, distinti per tipologie di intervento nell'anno 2014.
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito del Governo: QUI.
Francesco Cariello, portavoce alla Camera dei Deputati

Disoccupazione, ad aprile il tasso è al 12,6%. Quella giovanile al 43,3%.

Disoccupazione, ad aprile il tasso è al 12,6%. Quella giovanile al 43,3%

Nel primo trimestre dell'anno il tasso di disoccupazione generale ha toccato però il picco storico del 13,6% e quello relativo ai ragazzi dai 15 ai 24 anni è salito al livello record del 46%. Al Sud il numero dei senza lavoro sul totale della popolazione attiva è ben più alto: rispettivamente 21,7% per la popolazione generale e 60,9% per i giovani. La maggior disuguaglianza di genere si registra però al Nord, dove il tasso di disoccupazione per le ragazze è al 40,9% contro il 32% dei ragazzi. Poletti: "Per la cig in deroga serve un miliardo".
In aprile la disoccupazione ha mostrato timidi segni di riduzione. Il tasso si è fermato al 12,6%, invariato rispetto al mese precedente, ma il numero di disoccupati è diminuito dello 0,4% (-14 mila) su marzo, attestandosi a 3,2 milioni. Magrissima consolazione, perché nel primo trimestre dell’anno il dato ha toccato un picco storico salendo al 13,6%. E facendo aumentare il numero persone che il lavoro, semplicemente, hanno smesso di cercarlo. Il risultato è che gli occupati, in valore assoluto, continuano a calare: in tutta Italia ormai lavorano solo sono 22,2 milioni di persone, -181 mila rispetto ad aprile 2013. E’ questo il quadro che emerge dai dati sul mercato del lavoro diffusi dall’Istat.
I 3,2 milioni di disoccupati registrati in aprile equivalgono a un aumento del 4,5% su base annua (+138 mila). Tra i giovani dai 15 ai 24 anni, poi, in aprile il tasso di disoccupazione è stato del 43,3%, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 3,8 punti nel confronto anno su anno. E’ un calo rispetto al record storico del 46% toccato nei primi tre mesi dell’anno, ma resta il fatto che in questa fascia di età sono senza lavoro 685mila ragazzi. E – ancora più grave – il numero di giovani inattivi, cioè che non sono occupati ma nemmeno impegnati a cercare lavoro, sempre ad aprile è pari a 4,4 milioni, in aumento dello 0,3% nel confronto congiunturale (+14mila) e dello 0,2% su base annua (+11mila). Il tasso di inattività, pari al 73,6%, cresce di 0,3 punti percentuali nell’ultimo mese e di 0,7 punti nei dodici mesi. Il tasso di occupazione giovanile scende al 15%, 0,3 punti percentuali in meno rispetto al mese precedente e 1,4 in meno rispetto a un anno prima. I dati Eurostat, diffusi anch’essi martedì, evidenziano che in tutta l’area euro il tasso di disoccupazione è in discesa e ad aprile si è attestato all’11,7%, mentre per i giovani è al 23,5%. Solo Grecia, Spagna e Croazia hanno un tasso di disoccupazione giovanile superiore a quello italiano.
Nei primi tre mesi del 2014 record storico di senza lavoro – I valori di aprile sono, per quasi tutti gli indicatori, lievemente migliori rispetto a quelli registrati nel primo trimestre del 2014, quando come accennato tutti i dati hanno toccato il picco massimo dall’inizio delle serie trimestrali. La disoccupazione generale ha toccato il 13,6%, aumentando dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e quella giovanile è salita al 46%. L’istituto di statistica ha precisato che i dati mensili e quelli trimestrali non sono direttamente confrontabili, perché per i primi vengono utilizzate cifre destagionalizzate mentre quelli sul trimestre sono “grezzi”, cioè fotografano la situazione così com’è, senza aggiustamenti dovuti alla stagionalità. Le cifre quindi variano, anche se la sostanza non cambia granché: per la disoccupazione siamo sempre nei paraggi dei massimi storici.
Al Sud disoccupazione giovanile al 60,9%. Tasso generale più che doppio rispetto al Nord– Angoscianti, poi, i numeri relativi al Mezzogiorno, dove nel primo trimestre il tasso di disoccupazione generale è volato al 21,7% (+1,6%) e tra i giovani (15-24 anni) ha raggiunto addirittura il 60,9%. Sono 347mila i ragazzi in cerca di lavoro nel Sud, pari al 14,5% della popolazione in questa fascia d’età. Si pensi che al Nord il tasso generale si ferma al 9,5%(+0,3% nel primo trimestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013), meno della metà che nel Sud.
Al Nord più disuguaglianza tra ragazzi e ragazze nel mondo del lavoro – Quanto al divario di genere, per gli uomini l’indicatore è passato dall’11,9% all’attuale 12,9% e per le donne dal 13,9% al 14,5%. Per quanto riguarda i giovani, nel Centro Italia la disoccupazione colpisce maschi e femmine allo stesso modo (tasso al 42,9% per entrambi), mentre al Nord e al Sud le ragazze sono più sfortunate. Anzi, paradossalmente soprattutto al Nord: qui il tasso dei senza lavoro è del 40,9% tra le giovani donne e solo del 32% tra i coetanei uomini, mentre nel Mezzogiorno si attesta rispettivamente al 61,6 e 60,4%. 
Crescono solo gli occupati over 50 – Nel primo trimestre dell’anno, pur “con minore intensità”, è proseguito il calo tendenziale del numero di occupati: rispetto all’anno prima sono scesi di 211mila unità, soprattutto nel Mezzogiorno (-170mila unità). Con qualche sorpresa: per esempiol’occupazione è scesa di meno per le donne (-47mila unità contro -164mila per gli uomini) e al continuo calo degli occupati nelle fasce 15-34 e 35-49 anni (rispettivamente -2,3 e -0,8 punti percentuali) si contrappone la crescita degli occupati over 50 (1 punto in più). La riduzione anno su anno dell’occupazione italiana (-199mila unità) si accompagna poi a una flessione molto più contenuta flessione di quella straniera (-12mila). In confronto al primo trimestre 2013, il tasso di occupazione degli stranieri segnala una riduzione di 1,6 punti percentuali a fronte di un calo di 0,3 punti di quello degli italiani. 
Calano i dipendenti a tempo indeterminato. Ma anche lavoro a termine e collaborazioni – Ad aprile ha continuato a scendere il numero degli occupati a tempo pieno (-1,4%, pari a -255mila unità rispetto al primo trimestre 2013). In più di sei casi su dieci, si tratta di dipendenti a tempo indeterminato. Gli occupati a tempo parziale continuano invece ad aumentare (+1,1%, pari a +44mila unità), ma la crescita riguarda esclusivamente il part time involontario: si tratta cioè di persone che vorrebbero lavorare full time ma non ne hanno la possibilità. Per il quinto trimestre consecutivo scende invece il lavoro a termine (-3,1%, pari a -66mila unità) e calano anche i collaboratori (-5,5%, pari a -21mila unità). 
Poletti: “Per la cig in deroga serve 1 miliardo” – Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha commentato i dati dicendo che ”l’obiettivo è procedere per produrre il cambio di segno a fine anno” sulla disoccupazione italiana. I valori del primo trimestre, secondo Poletti, risentono “degli esiti riferiti al trimestre in cui il Pil è sceso dello 0,1%”. “E’ chiaro che l’occupazione parte se c’è uno scatto forte nella capacità produttiva”, ha detto il ministro, “perché l’industria ha prima l’esigenza di saturare gli impianti e poi di produrre nuovi posti di lavoro”. Poletti ha poi affermato che il piano “Garanzia Giovani con l’Unione Europea sta andando bene, siamo sopra ai 60mila giovani già registrati”. Resta da risolvere invece il problema della cassa integrazione in deroga, in quanto “il governo dovrà intervenire integrando le risorse. Ce ne sono ancora di disponibili, ma sappiamo che non sono sufficienti per coprire completamente il fabbisogno nell’arco dell’anno”. Un fabbisogno che il ministro stima “nell’ordine di un miliardo, che costituisce lo sbilancio tra la previsione del 2013 e l’obiettivo del 2014″.
Squinzi: “Stiamo strisciando sul fondo” – “Il dato veramente preoccupante è l’aumento della disoccupazione dello 0,8% su base annua: stiamo strisciando sul fondo, non raccontiamoci storielle”, ha detto invece il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Noi come imprenditori “stiamo resistendo drammaticamente, dal 2007 ad oggi il nostro Pil cresce a livelli inferiori dell’1% rispetto alla media Ue, non ci sono più i consumi interni, dobbiamo lottare su questo fronte”, ribadendo l’apprezzamento per quanto fatto dal Governo su questo fronte.

Obama richiama gli alleati europei: “Dovete aumentare la spesa militare”.

Obama richiama gli alleati europei: “Dovete aumentare la spesa militare”


Da Varsavia, il presidente americano critica i tagli che gli alleati hanno dovuto effettuare per colpa della crisi economica. Da parte loro gli Usa garantiscono "il sacrosanto impegno per mantenere la pace nell'Est Europa".

Gli Stati Uniti richiamano l’Europa per lo scarso contributo economico stanziato nella spesa militare. Il presidente americano Barack Obama in persona ha invitato gli alleati europei ad aumentare gli sforzi nonostante la crisi economica che ha colpito il Vecchio Continente, e ha provocato una drastica riduzione della spesa. “Noi vediamo un declino continuo, questo deve cambiare”, ha detto il comandante in capo delle Forze Armate Usa al termine di un incontro con il presidente polacco Bronislaw Komorowski a Varsavia, prima tappa del suo tour europeo.
Insomma, gli Stati Uniti chiedono un cambio di rotta immediato agli alleati. Soprattutto in un momento così delicato, con i venti di guerra che non accennano a placarsi in Ucraina. Anche perché, da parte loro, gli Usa hanno proposto un piano fino a 1 miliardo di dollari per nuove forze americane di terra, mare ed aria, in Europa orientale. Un’iniziativa – ha dichiarato Obama – per “rassicurare l’Europa” che deve però “ancora essere approvata dal Congresso”.
“Il nostro impegno per la sicurezza della Polonia e dei nostri alleati in Europa centrale e orientale è una pietra angolare della nostra sicurezza ed è sacrosanto”, ha ribadito Obama. Poi l’invito al presidente russo Vladimir Putin ad incontrare il presidente ucraino eletto Petro Poroshenko, riconoscendo la “leggitimità” del risultato elettorale in Ucraina e precisando che trasmetterà il messaggio direttamente a Putin quando lo incontrerà alle celebrazioni per il D-Day in Francia.

Ventimila creature sotto i mari.



È grande quanto un pugno chiuso, ha la faccia schiacciata e “passeggia” sul fondo del mare. Ma la caratteristica più sorprendente di questo buffo pesce, è lo sguardo: ha gli occhi posti davanti alla testa, e non ai lati come gli altri pesci. E sembra che questo gli permetta di mettere a fuoco proprio come facciamo noi.
Avvistato per la prima volta lo scorso gennaio intorno all’Isola di Ambon (in Indonesia), il nuovo pesce non ha ancora un nome. A prima vista assomiglia a un pesce rana striato, anche se gli mancano alcune caratteristiche come la cosiddetta “esca” (scopri che cos’è). Potrebbe trattarsi tuttavia di un “cugino” alla lontana del pesce rana.
In attesa che i risultati dell’analisi del Dna rivelino la sua vera identità, lo “sconosciuto” fa di tutto per sfuggire, sfruttando la sua capacità di infilarsi nelle fessure della barriera corallina, dove nessuno riesce a raggiungerlo.
[E.I.]
Foto: © Mark Snyder, starknakedfish.com/divingmaluku.com

http://www.focus.it/ambiente/animali/Ventimila_creature_sotto_i_mari_C9.aspx


            Il pesce con l'esca incorporata

Sembrerebbe un innocuo ciuffo d’alghe, ma in realtà è un pesce e non proprio innocuo. È un esemplare di pesce rana striato (Antennarius striatus), uno dei più veloci cacciatori tra i vertebrati. 
Per attirare le sue prede, l’astuto animale rimane schiacciato sul fondo, completamente immobile, agitando solamente la sua arma segreta: una propaggine che ricorda un verme, o un crostaceo, posizionata in bella vista proprio sopra la sua enorme bocca. 
L’ignara vittima, solitamente piccoli pesci, si avvicina all’esca per vedere di che cosa si tratta; solo allora il pesce rana spalanca rapidamente la bocca e risucchia la preda. Tutto ciò accade così rapidamente che, anche se si riuscisse a riprendere il processo con una videocamera subacquea, sarebbe possibile rivederlo distintamente solo al rallentatore!


http://www.focus.it/ambiente/animali/Il_pesce_con_l_esca_incorporata_C38.aspx

lunedì 2 giugno 2014

Felice come un calamaro.


            Un

Non è un fotomontaggio. Questo calamaro "sorride" davvero e il suo simpatico faccione sta facendo il giro del mondo. A rendere l'animale - un esemplare di Helicocranchia pfefferi grande come un’arancia - così allegro non è una scena particolarmente esilarante, ma una striscia di pigmenti colorati disposta a forma di smile. 
Sulle abitudini del calamaro "maialino", chiamato così per la forma tondeggiante e il buffo ciuffetto di tentacoli, non si sa ancora molto. Secondo gli esperti del Cabrillo Marine Aquarium di San Pedro (California) dove è custodito, non è un gran nuotatore e si aggira per i fondali oceanici a più di 100 metri di profondità, facendosi luce con due organi bioluminescenti posti dietro agli occhi. 

[E. I.]
Foto: © Gary Florin, Cabrillo Marine Aquarium 

Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente.

Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente

Questo pesce, rimasto pressoché identico ai suoi antenati di 300 milioni di anni fa e a lungo ritenuto estinto già nel Cretaceo, è uno dei parenti più prossimi dei vertebrati terrestri, ma a differenza di questi il suo patrimonio genetico muta con estrema lentezza grazie alla stabilità dell'ambiente in cui vive. L'analisi dei suoi geni permetterà di chiarire i passaggi fondamentali della colonizzazione della terraferma da parte degli animali marini.

Un gruppo internazionale di ricercatori ha sequenziato il genoma del celacanto africano, un pesce dotato di quattro pinne lobate che ricordano rudimentali arti, che è rimasto quasi identico ai suoi antenati di 300 milioni di anni fa. Il celacanto rappresenta quindi una testimonianza vivente delle specie ancestrali di pesci che hanno dato origine alle prime creature anfibie dotate di quattro zampe in grado di conciliare la vita acquatica con quella terrestre. 

Come è ricordato nell'articolo su “Nature” che illustra la ricerca, il celacanto (Latimeria chalumnae) era ritenuto estinto da almeno 70 milioni di anni, finché, nel 1938, Marjorie Courtenay-Latimer, curatrice del Museo di storia naturale di East London, in Sudafrica, ne scoprì un esemplare sulle bancarelle del locale mercato del pesce. Un secondo celacanto fu trovato solo 15 anni dopo, e oggi, a 75 anni di distanza, sono appena 309 gli esemplari noti, ivi compresi quelli di una specie strettamente imparentata, Latimeria menadoensis, scoperta nel mare indonesiano prospiciente l'isola di Sulawesi nel 1997. 


Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente
Un esemplare di celacanto africano (L. chalumnae) fotografato al largo della costa della Tanzania: questa rarissima immagine è stata ottenuta usando un ROV, un veicolo sottomarino telecomandato. 

Sotto, Latimeria menadoensis, l'unica altra specie di celacanto conosciuta. Anche questa immagine, ripresa al largo dell'Indonesia, è stata catturata grazie a un ROV (Credit: Aquamarine Fukushima/Nature)
Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente

L'analisi genetica ha confermato il sospetto che i geni di L. chalumnaestiano evolvendo molto più lentamente di quanto non accada negli altri organismi, verosimilmente perché questa specie vive in un ambiente – le acque profonde al largo della costa sudafricana - che è mutato pochissimo nel corso delle ultime ere geologiche. 

Il confronto fra il genoma del celacanto e quello di una ventina di altre specie di vertebrati ha permesso inoltre di identificare le sequenze genetiche interessate da significativi cambiamenti nel passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre. In particolare, i ricercatori hanno scoperto numerose alterazioni a carico dei geni che controllano l'olfatto, verosimilmente per poter percepire in modo efficiente le sostanze volatili presenti nell'aria e non nell'acqua. 

Numerose modificazioni hanno interessato anche i geni che controllano il sistema immunitario, intervenute per rispondere ai nuovi agenti patogeni incontrati sulla terraferma. Il terzo grande cambiamento osservato riguarda il ciclo dell'urea: mentre i pesci eliminano i prodotti del catabolismo delle proteine sotto forma di ammoniaca, gli animali terrestri convertono rapidamente questa sostanza altamente tossica in urea. 

Infine i ricercatori hanno anche identificato diverse regioni genetiche chiave che sono state “reclutate” dall'evoluzione per lo sviluppo delle grandi “innovazioni” rappresentate dagli arti, dalle dita e, successivamente, dalla placenta dei mammiferi.


Il genoma immutabile (o quasi) del celacanto, fossile vivente
La ricostruzione dell'albero filogenetico basata sulle nuove scoperte indica che il parente più prossimo di tutti i tetrapodi è il pesce polmonato Protopterus annectens e non il celacanto. (Cortesia C.T. Amemiya et al./Nature)

Il confronto con parte del trascrittoma (relativo all'RNA) di un altro pesce

dalle pinne lobate, il pesce polmonato Protopterus annectens, ha peraltro mostrato che è quest'ultimo – e non il celacanto – il parente più prossimo dei tetrapodi. Purtroppo, osservano i ricercatori, mentre il genoma del celacanto è di dimensioni paragonabili a quello dell'uomo, fra i due e tre miliardi di basi, quello di P. annectens, con i suoi 139 miliardi di basi, rappresenta una sfida ancora quasi insormontabile.

http://www.lescienze.it/news/2013/04/18/news/pelacanto_latimeria_fossile_vivente_evoluzione_zampe-1619537/