domenica 5 gennaio 2020

L’autorequisitoria - Marco Travaglio

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Come previsto, la memoria difensiva di Salvini sul caso Gregoretti ha sortito l’effetto opposto a quello sperato: ha rafforzato l’accusa. Doveva essere un’arringa: gli è uscita una requisitoria. Se fosse stato zitto e avesse spedito al Senato una risma di fogli bianchi, forse l’avrebbe scampata. Invece ha scritto 9 pagine più allegati e s’è impiccato da solo. Convincendo persino i renziani – il che è tutto dire – a dare l’autorizzazione a procedere. E meritandosi la difesa d’ufficio di Sansonetti sul Riformatorio, le cui dichiarazioni innocentiste sono letali per ogni inquisito. Se ti difende Sansonetti, è peggio di Taormina: vuol dire che sei colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Se poi hai pure la Bongiorno come avvocato, sei spacciato. Dev’essere stata la volpe del foro a suggerirgli di ignorare totalmente il capo d’imputazione: cioè il presunto sequestro di 131 migranti bloccati per 6 giorni su una nave militare italiana in un porto italiano. Uno normale ci avrebbe dedicato almeno due parole: lui manco una sillaba.

Per tutte e 9 le pagine, il Cazzaro tenta di dimostrare (peraltro invano) che non decise lui, ma Conte e tutto il governo: come se un tizio accusato di omicidio, anziché negare di averlo commesso e fornire un alibi, si difendesse dicendo che aveva dei complici. Purtroppo non ha trovato una sola frase scritta o detta da Conte o da un ministro che condividesse o anche solo commentasse il blocco della Gregoretti. A parte le sue, pronunciate dalla spiaggia del Papeete, che però si guarda bene dal citare. Per un motivo semplice: Salvini non parlava più con Conte né con Di Maio e rivendicava l’altolà alla nave militare come una sua decisione esclusiva. Non diceva mai “noi” o “il governo”, ma sempre “io”, per farsi bello con i fan. “Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Io non mollo”, “Ho dato disposizione che non venga assegnato nessun porto prima che ci sia sulla carta una redistribuzione in Europa di tutti i 140 migranti” (Ansa, 26.7). “Nelle prossime ore darò l’autorizzazione allo sbarco perché abbiamo la certezza che i migranti non saranno a carico degli italiani” (Ansa, 31.7). Ora che rischia il processo, ripassa al “noi”. Come Gigi Proietti nello sketch dell’avvocato azzeccagarbugli che esamina la posizione del cliente villico: “Qua se li inculamo noi… qui se li stra-inculamo… qua invece che m’hai combinato? Qui te se inculano. E pure qua te se inculano a te!”. E l’altro: “Avvoca’, ma quando se li inculamo semo sempre in due e quando lo devo pijà in culo son sempre solo? No, per sapere, che me regolo”.


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Soleimani: in Iran per i funerali del generale una marea umana invade le strade di Ahvaz.


Aftermath of Top Iranian General Qasem Soleimani killed in US airstrike in Baghdad EPA/HOSSEIN MERSADI. Copyright ANSA/EPA

Sventolano bandiere rosse (il 'sangue dei martiri') e si grida: 'Morte all'America'.


Una marea umana ha invaso le strade di Ahvaz per il primo corteo funebre in memoria del generale Qassem Soleimani, ucciso venerdì in un raid americano in Iraq, nel primo di tre giorni di lutto proclamati in Iran. Al corteo la gente sventolava bandiere rosse, (il colore del "sangue dei martiri"), verdi (il colore dell'Islam) e bandiere bianche decorate con slogan religiosi, oltre a ritratti del generale, piangendo e gridando "Morte all'America". La televisione di Stato ha trasmesso una diretta del corteo con lo schermo listato a lutto.
Un camion ornato di fiori e coperto da un telo con disegnata la cupola della Roccia di Gerusalemme trasportava le bare di Soleimani e Abu Mehdi al-Mouhandis, capo militare iracheno filo-iraniano ucciso nella stessa azione, facendosi strada molto lentamente attraverso la folla venuta a piangere nel centro di Ahvaz, anche dalle città vicine, il comandante militare più amato dal popolo. Molti i ritratti, alzati dalla folla, del generale che comandava la forza Quds, l'unità delle Guardie rivoluzionarie per le operazioni all'estero. L'agenzia semi-ufficiale Isna parla di una quantità di partecipanti "innumerevole", l'agenzia Mehr, vicino agli ultra-conservatori, di un "numero incredibile" e la tv di Stato di una "folla gloriosa".
Città nel sud-ovest dell'Iran con una folta minoranza araba, Ahvaz è la capitale del Khuzestan, una provincia martire della guerra Iran-Iraq (1980-1988), durante la quale la stella del generale iniziò a brillare. L'omaggio a Soleimani si ripeterà a Machhad, nel nord-est, a Teheran, domenica e lunedì, poi a Qom (nel centro del Paese), prima della sepoltura in programma per martedì nella città natale del generale, Kerman, nel sudest.
Il ministro iraniano della Difesa Amir Hatami, citato dall'Irna, ha chiesto a tutti i paesi del mondo "di prendere posizione appropriata contro le mosse terroristiche degli Usa, se vogliono evitare che si ripetano atti odiosi e senza precedenti come l'uccisione del generale"
Intanto, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg, l'Iran ha annunciato che entro questa notte deciderà se avviare una nuova fase della sua uscita dall'accordo sul nucleare: lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri. 

Amenità.





Tutto e il contrario di tutto. - Massimo Erbetti


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La "bestia" colpisce ancora e stavolta per avere visibilità, per far parlare di sé, la "bestia" comunicativa di Salvini, non si limita ad attaccare la Nutella, o i tortellini, o ancora, scimmiottare il Papa, no stavolta si va oltre, molto oltre...troppo oltre, stavolta si osanna Trump, per un atto sconsiderato, assurdo e vergognoso: con un drone ha ucciso all’aeroporto di Baghdad, in Iraq, Qassem Soleimani, il potentissimo capo delle Guardie rivoluzionarie iraniane.
“Donne e uomini liberi devono ringraziare il presidente Trump e la democrazia americana per aver eliminato uno degli uomini più pericolosi e spietati al mondo, un terrorista islamico, un nemico dell’Occidente, di Israele, dei diritti e delle libertà”. Queste le parole di Salvini, i più attenti però ricorderanno che anni fa, lo stesso leader della Lega per un atto simile, attaccò pesantemente, l'allora presidente USA Obama:
“Altro che “primavera araba”, quel genio di Obama ha alimentato una nuova, pazzesca “guerra santa” contro di noi! Pensiamo a casa nostra, invece di incasinare il mondo“
Siamo abituati ormai ad un Salvini che dice tutto e poi il contrario di tutto, ma stavolta, la questione è veramente grave. Quel gran genio di Salvini, dovrebbe sapere che se scoppiasse una guerra, ci sarebbero milioni di persone che scapperebbero da quella guerra...e il grandissimo genio, lo sa dove andrebbero quelle persone? Beh glielo dico io dove andrebbero: da noi...e caro genio, lo sai che chi scappa dalla guerra, ha diritto di asilo?... Ma certo che lo sai...lo hai detto tu stesso: "chi scappa dalla guerra è mio fratello".. Beh caro genio, tralasciando il fatto che non è mai esistita, non esiste e mai esisterà una guerra giusta e che la guerra, non è mai la soluzione, ma un problema, una eventuale guerra porterebbe in Italia, centinaia di migliaia di esuli...questo è il tuo modo di pensare ai tuoi concittadini? Questo è il tuo modo di dire "prima gli italiani"?
"Tutto e il contrario di tutto", solo per far parlare di se... e poco importa se di mezzo ci sono delle vite umane...la "Bestia"...non ha emozioni...la "bestia" è spietata, la "bestia" si nutre anche di sangue.


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Milazzo, discarica in riva al mare: 20 ettari di immondizia interrata. - Manuela Modica

Milazzo, discarica in riva al mare: 20 ettari di immondizia interrata


Plastica, vetro, pneumatici, scarti edili e rifiuti solidi urbani. C'è di tutto nella discarica di rifiuti sotterrata da strati di spiaggia e riportata alla luce dalle mareggiate sul litorale di Milazzo: "Ci troviamo di fronte ad un’enorme discarica interrata in area demaniale risalente agli anni ‘70", ha spiegato il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, che oggi ha fatto un sopralluogo assieme all'ammiraglio inviato dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Costa, infatti, "ha inviato immediatamente sul posto per una verifica ispettiva il capo del reparto Ambientale marino, l'ammiraglio Aurelio Caligiore - si legge in una nota del ministero - affiancato dal suo staff, che sta effettuando gli accertamenti del caso". La discarica si trova esattamente nel litorale di ponente, in prossimità della foce del torrente Mela, ed era stata scovata già nel gennaio del 2019 dalla Guardia di Costiera di Milazzo, poi messa sotto sequestro dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Quest'anno le mareggiate hanno restituito, però, un'altra ampia porzione. Dopo il sopralluogo di sindaco e ammiraglio la stima è adesso di 20 ettari di immondizia interrata nella spiaggia mentre l'area sequestrata l'anno scorso era di appena 8mila mq. "È evidente che si tratta di un problema col quale si devono misurare governo nazionale e regionale - ha continuato Formica -. Noi abbiamo dato piena disponibilità a fare la nostra parte. Ci aspettiamo un provvedimento d’urgenza che stanzi le risorse necessarie alla bonifica. Non è immaginabile che simile quantità di rifiuti si possa riversare in mare. Milazzo ne uscirebbe con le ossa rotte proprio adesso che l’area marina protetta è una realtà. Nel litorale di ponente di Milazzo, in prossimità della foce del torrente Mela".  "Stiamo monitorando con attenzione - ha assicurato, Costa -. Un fatto davvero sconcertante. Stiamo attivando tutti gli attori istituzionali competenti sul territorio, dal Comune alla Regione, affinché si scongiuri il pericolo che i rifiuti finiscano in mare e affinché vengano prontamente rimossi. Il nostro obiettivo prioritario è salvare il mare da un eventuale inquinamento, agevolare un rapido ripristino ambientale dell'area e proteggere la popolazione da eventuali rischi sanitari".

https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/01/03/foto/milazzo_discarica_in_riva_al_mare_200_mila_metri_cubi_di_immondizia_interrata-244911071/1/#2

Cavolfiori: antiossidanti, antitumorali, antinfiammatori, prevengono ictus e Alzheimer.


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Il cavolfiore è un ortaggio che appartiene alla stessa famiglia dei broccoli e dei cavoli ed è ugualmente ricco di nutrienti e benefici per la salute. Povero di calorie e ricco di proprietà terapeutiche, il cavolfiore andrebbe aggiunto alla nostra dieta.
Il cavolfiore è un alimento con un profilo nutrizionale completo, e contiene numerose vitamine e minerali fondamentali per l’organismo, come vitamine C e K, folati, potassio, manganese, magnesio e fosforo.
La fibra del cavolfiore lo rende un alimento eccellente per favorire la digestione e trattare stitichezza e infiammazioni, così come diverticolite e diarrea. La fibra aiuta anche a regolare il colesterolo.
Il cavolfiore contiene glucosinolati e isotiocianati, due antiossidanti ai quali è stata associata la capacità di contrastare lo sviluppo di cellule tumorali. Carotenoidi e flavonoidi del cavolfiore sono eccellenti per contrastare i danni causati dai radicali liberi.
Un altro interessante nutriente contenuto nel cavolfiore è la colina, una sostanza necessaria che, assieme a vitamina C e calcio, favorisce l’espulsione del grasso dal fegato.
I sulforafani del cavolfiore, infine, sono antiossidanti che evitano lo sviluppo di cellule tumorali e favoriscono la rigenerazione cellulare. I sulforafani aiutano, inoltre, anche a prevenire le malattie coronarie, abbassare la pressione e prevenire il diabete.

https://www.rimedio-naturale.it/cavolfiori-antiossidanti-antitumorali-antinfiammatori-prevengono-ictus-e-alzheimer.html?fbclid=IwAR1r6ppwhtwfXsrTxsBKYewVPSlqe6MDFaWudvI29tipCLC4ZNb-9zT2xBg

sabato 4 gennaio 2020

Lo studente ripetente - Marco Travaglio

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L’altro giorno, usando un verbo a lui piuttosto ostico, Salvini annunciava a Libero: “Sto studiando da premier”. Probabilmente per corrispondenza. Non conosciamo i testi né gli esiti di uno sforzo tanto vano. Ma la sua memoria presentata ieri alla Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato sul caso della nave Gregoretti fa temere il peggio. A meno che non sia stata scritta prima che il nostro prendesse in mano quegli oggetti misteriosi detti comunemente “libri”. Il Tribunale dei ministri chiede l’autorizzazione a processarlo per un reato ministeriale, cioè commesso nelle funzioni di ministro dell’Interno: il sequestro di persona, per aver costretto per sei giorni a bordo della nave della Guardia Costiera 131 migranti soccorsi nel Mediterraneo il 25 luglio di quest’anno prima di autorizzarne lo sbarco il 31. Reato arduo da dimostrare, ma questo è affare dei giudici, non del Senato. Salvini risponde che: 
1) il suo fu un “intervento di competenza”, cioè agì in qualità di ministro dell’Interno;
2)la decisione fu di tutto il “governo in modo collegiale”, frutto della “attività di tutta la compagine governativa in modo del tutto sovrapponibile a quanto avvenuto per la nave Diciotti” (per cui il Senato negò l’autorizzazione a procedere); 
3)l’obiettivo non era politico o propagandistico, ma il “preminente interesse pubblico, rappresentato dalla salvaguardia dell’ordine e della sicurezza, che sarebbero messi a repentaglio da un incontrollato accesso di migranti nel territorio dello Stato”. 
E allega e-mail di funzionari del ministero e di Palazzo Chigi e due dichiarazioni dei ministri Di Maio e Bonafede che dovrebbero dimostrare il loro pieno accordo con lui. Ora, purtroppo per il nostro studente ripetente, il punto 1 non smentisce, ma anzi conferma la necessità di autorizzare il processo: lo sanno pure i giudici che Salvini agì da ministro, altrimenti non avrebbero chiesto l’autorizzazione a procedere al Parlamento, prevista solo per i reati ministeriali. 
Il punto 2 non sposterebbe di un millimetro la questione neppure se fosse vero: non tutti gli atti collegiali di un governo sono di per sé leciti (altrimenti non esisterebbero i reati ministeriali) e di essi, anche se sono tutti d’accordo, risponde penalmente solo il ministro competente (altrimenti, per ogni reato ministeriale, si processerebbe l’intero governo). 
In ogni caso il punto 2 è falso perché – diversamente dal caso Diciotti – il caso Gregoretti non fu mai affrontato collegialmente nell’unica sede deputata, il Consiglio dei ministri, ma fu gestito in solitaria da Salvini dalla spiaggia del Papeete. Il punto 3 è una frase a caso che Salvini non tenta neppure di dimostrare: per sottrarre un ministro al Tribunale, in base alla Costituzione, il Parlamento deve avere la certezza che abbia agito per un “interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” e un “preminente interesse pubblico”. E come fa Salvini a sostenere che, se i 131 migranti fossero sbarcati dalla Gregoretti il 25 anziché il 31 luglio, avrebbero compromesso “l’ordine e la sicurezza” nazionali? 
Non c’era alcun “interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” da tutelare. Quanto al presunto “interesse pubblico”, non era certo “preminente” sul dovere di far sbarcare in Italia una nave militare italiana (che ne aveva diritto, diversamente da quelle private e straniere delle Ong). Gli allegati che, come strombazzava Salvini, dovevano dimostrare il coinvolgimento di Conte sono un misero bluff: il premier non scrisse né disse una sillaba sul blocco della nave, mentre si attivò come sempre per ricollocare i migranti nell’Ue. E quelli che dovevano incastrare Bonafede e Di Maio sono addirittura un autogol: Bonafede commentava lo sbarco già avvenuto, non il precedente divieto di Salvini; e Di Maio, dopo aver ripetuto che dei migranti doveva farsi carico l’Europa, criticava proprio il no di Salvini alla Guardia Costiera: “Non si tràttino i nostri militari su quella nave come pirati. Pieno rispetto per le forze dell’ordine”. Il guaio è che lo studente ripetente non ha ancora capito perché i giudici vogliono processarlo: infatti, le nove pagine della memoria sono dedicate alla pratica per ricollocare i 131 migranti in Europa e in Vaticano. Ma l’accusa riguarda il rifiuto da lui opposto per 6 giorni alla Guardia Costiera di indicare un porto sicuro (Pos): su quel diniego, che è il cuore dell’accusa, non scrive una parola. Perché sa benissimo che per la Gregoretti, diversamente che per la Diciotti, spettava all’Italia indicare il Pos e che i due casi sono molto diversi. Per quattro motivi. 
1) La Diciotti rilevò i naufraghi dopo un’operazione di salvataggio coordinata da Malta, cui spettava l’obbligo del Pos, mentre la Gregoretti ospitava migranti “salvati” in un’operazione tutta italiana. 
2) La Diciotti è una nave adibita ai soccorsi in mare, dunque può ospitare decine di persone sottocoperta, mentre la Gregoretti è destinata alla vigilanza sulla pesca e non garantisce un’adeguata sistemazione, infatti i migranti restarono per quasi una settimana sul ponte, sotto la canicola. 
3) Dalla Diciotti furono subito fatti sbarcare dal governo donne e bambini; dalla Gregoretti la gran parte dei minori poterono scendere solo per ordine della Procura minorile. 4) L’attesa della Diciotti in porto (agosto 2018) fu decisa perché prima Malta sul Pos e poi la Ue sui ricollocamenti facevano le gnorri; quella della Gregoretti (luglio 2019) fu decisa quando il meccanismo dei ricollocamenti Ue era oliato e non c’erano più dubbi sulla distribuzione dei migranti. Di tutto questo, nella memoria smemorata di Salvini, non c’è traccia. Lo studente non si applica o non capisce. Però ha un’attenuante formidabile: prende lezioni da Giulia Bongiorno.