(DI DANIELA RANIERI – ilfattoquotidiano.it) – La voce che la maggioranza assoluta degli italiani è contraria all’invio di armi in Ucraina e spera in un negoziato deve essere arrivata a chi governa e ai media conseguenti; così sabato, per la visita di Zelensky a Roma, le tv pubblica e privata hanno imbastito una giornata di propaganda ad alto impatto, una specie di Saturnalia zelenskiani culminati con l’ospitata del presidente ucraino in uno speciale Porta a Porta. Alcune cose serie sono state dette, ma anche molte ridicole o false. Vespa è supportato da giornalisti di vaglia, ciascuno dei quali fa una domanda a Zelensky. Siamo nel nel pre-serale, l’ora de L’eredità, per acchiappare il pubblico generalista. Location sobria: una balconata del Vittoriano, simbolo della liberazione dell’Italia dalla dominazione austro-ungarica e del sacrificio per la Patria.
Zelensky parte con un concetto che ribadirà più volte durante il monologo intervallato da domande detto intervista: “Putin ha eserciti pagati e quindi soldati non motivati”, mentre il popolo ucraino è pieno di fervore patriottico e sta al 100% col governo. Se fosse vero, Zelensky non avrebbe avuto bisogno di mettere fuori legge gli 11 partiti di opposizione, oscurare tre reti tv critiche col governo, istituire la legge marziale (reclutamento obbligatorio, potere giudiziario in mano ai tribunali militari, abolizione di leggi ordinarie). Putin “è un piccolo leader che uccide per difendere la poltrona”. Tutte buone ragioni per la Nato per protrarre una guerra per interposta Ucraina e destituirlo: l’ex premier israeliano Bennett ha rivelato che nel marzo ‘22 un tentativo di tregua fallì per il veto di Johnson e Biden, che volevano “to smash Putin”, distruggerlo.
Mentana, direttore Tg7: “Una corrente minoritaria aiutata dalla propaganda social crede che c’è stato un colpo di Stato nel 2014 e un eccidio nel Donbass”, una fake news su cui chiede a Zelensky “parole definitive”. Zelensky parla di Putin: “Non credo che grandi società continuino a fidarsi di questa persona, si è confuso, non c’ero nel 2014 come presidente, non mantiene gli accordi”. In realtà i crimini di guerra commessi in Donbass da truppe regolari ucraine e milizie neonaziste contro le popolazioni russofone sotto i governi Poroshenko e Zelensky, in violazione dei due accordi di Minsk su cessate il fuoco e autonomia di Lugansk e Donetsk, sono stati documentati per 9 anni da Onu, Osce, Amnesty, Unhcr, Human Rights Watch etc., a proposito di fake news. Zelensky aggiunge: “Ringraziamo voi giornalisti che mostrare la verità”.
Ci avverte che “il passo successivo è la Moldova, i Paesi del Baltico… sono Paesi Nato”, “dovete capire che è meglio aiutare l’Ucraina che mandare in guerra i vostri figli”. Pura propaganda di guerra. E sta ammettendo che non c’è scritto in nessun trattato che dobbiamo armare un Paese non Ue e non Nato.
Maggioni, direttrice Tg1: “Quand’è che si rimette la giacca?”. Vespa: “E la cravatta che gli ho regalato io!”. Zelensky pensa che è meglio tornare sotto le bombe: “Quando ci sarà la vittoria. Putin è come un grande animale feroce, cerca di aggirare le sanzioni con altri Paesi”. Così da una domanda sciocca esce una verità, cioè che le sanzioni non funzionano (economia russa: crescita superiore all’Europa; Ucraina: fallita).
Scorrono foto di lui che bacia Meloni. Dice: “Stiamo combattendo per i valori europei”, è una “guerra per i valori per la libertà di parola”, che Putin conculca in Russia. I nostri cari valori europei di libertà di parola, per i quali si prova a escludere il fisico Rovelli dalla Fiera del libro di Francoforte per aver criticato il ministro delle Armi Crosetto e invocato la pace. L’intellettuale Galimberti a In onda: Rovelli “non deve usare la sua posizione di scienziato per dire il contrario di quanto dice il presidente della Repubblica se invitato a rappresentare l’Italia”, come se non si potesse rappresentare il proprio Paese criticando le autorità. Una posizione che sarebbe piaciuta molto a Pavolini. E a Putin. È abolito l’art. 21, siamo alla caccia ai traditori della Patria.
Zelensky: “Non tutti sanno cosa succede all’informazione in Russia, Putin è riuscito a raccontare alla sua società che in Ucraina ci sono i nazisti”. Veramente risulta da rapporti Osce e da inchieste di Guardian e Bbc. Soprannominati “Uomini in nero”, dopo le denunce di Amnesty nel 2016 sono indicati in un rapporto Osce come “responsabili dell’uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni e uso sistematico di tecniche di tortura”. Il capo è Andrij Biletsky, membro del Parlamento ucraino dal 2014 al ’19 e cofondatore dell’Assemblea Social-nazionale, i cui obiettivi sono “la protezione della razza bianca”, l’eradicazione di “capitale speculativo sionista internazionale” e “guidare le razze bianche del mondo in una crociata finale contro gli Untermenschen (popoli inferiori, ndr)”. Sono quelli che i nostri giornali hanno chiamato “eroi kantiani” e “partigiani”.
Molinari: “L’arma atomica per difendere la Crimea è realistica?”. Zelensky: “Io credo che Putin non utilizzerà le armi nucleari, però nessuno può sapere cosa ha nella testa; se decide di usarle lui, il giorno dopo non sarà più vivo. Sta seduto al tavolo lungo, ha paura di ammalarsi di Covid: ha voglia di vivere, ho questa impressione, non dobbiamo avere paura”. Quindi ci fidiamo, contiamo sulla voglia di vivere di Putin percepita da Zelensky.
Dice che la Russia “non sarà invitata” al negoziato e “non si può fare la mediazione con Putin” (e con chi la fa, con Meloni e Vespa?), “avevamo una piattaforma di mediazione, gli accordi di Minsk”, che però sono stati violati anche da Zelensky. Minsk-2 prevedeva un Donbass sotto controllo di Kiev in cambio dell’autonomia speciale a Lugansk e Donetsk, dove Zelensky ha vietato la lingua russa e continuato la guerra civile anzichè cessare il fuoco.
De Bortoli gli domanda dei droni sul Cremlino. Zelensky: “Sicuramente non è stato un drone nostro. Putin inventa le cose, non so chi l’ha lanciato, altrimenti l’avremmo detto, non abbiano nulla da nascondere”. Certo, come quando un missile cadde in Polonia e Zelensky lo fece passare per russo pur sapendo che era ucraino e chiese l’intervento della Nato.
“Quando Putin vede sé stesso diventare più debole, potrebbe fare passi diplomatici, ma un anno dopo tornerebbe a uccidere”. I giornalisti annuiscono. Quindi finirà quando Putin muore? Al ponentino di Roma, all’ora dell’aperitivo sull’Altare della Patria, sembra stiano lì lì per deliberare di giustiziarlo.
Maggioni: “Ha mai pensato non ce la posso fare?”. Zelensky: “Ma ce l’ho fatta!”. Ridono. Vespa: “Non voglio un passaggio, voglio le armi!”, dice citandolo. Zelensky: “Posso ripeterlo, se aiuta il governo italiano!”. Vespa: “Oggi ne abbiamo avuto rassicurazione dal governo italiano”, sempre sia lodato. Sporge le mani verso la terrazza, gli mostra Roma: “Quanto bene le vogliamo, noi italiani”. Amen.
https://infosannio.com/2023/05/15/i-saturnalia-di-zelensky-in-tv-fra-propaganda-e-fake-news/?fbclid=IwAR244-9hp5wSKsJmX-cU9J7S5x4ZxzYIAzvyPk3pL-YDCg8f70_k-sDHZI4