venerdì 4 agosto 2023

Cascate di sangue in Antartide: finalmente svelata l’origine?

Le cascate di sangue, in Antartide, sono così chiamate per il colore rosso dell'acqua che sgorga dalla base del ghiacciaio. National Science Foundation | Peter Rejcek

 Dalla base del ghiacciaio Taylor, in Antartide, sgorgano le cosiddette cascate di sangue: il fenomeno è un mistero da oltre 100 anni – ma forse ora ne è stata scoperta l'origine.

Era il 1911 quando il geologo britannico Thomas Griffith Taylor fece un'incredibile scoperta durante la famosa spedizione Terra Nova in Antartide: alla base di un ghiacciaio − poi battezzato Taylor in onore del suo scopritore − sgorgava una cascata di acqua rossa simile al sangue. Per oltre un secolo ricercatori e scienziati hanno cercato i motivi dietro a quest'incredibile fenomeno, avanzando varie teorie.

MINI SFERE OSSIDATE. Ora un gruppo di studiosi ha utilizzato un potente microscopico elettronico a trasmissione per esaminare dei campioni di nanosfere solide ritrovate in abbondanza nelle acque delle cascate di sangue: l'analisi ha rivelato che sarebbero proprio queste minuscole palline ricche di ferro (grandi, sembra incredibile, appena un centesimo di un globulo rosso umano) a tingere di rosso l'acqua ossidandosi: «Oltre al ferro contengono un sacco di altri elementi, come silicome, calcio, alluminio e sodio», spiega Ken Livi, uno degli autori.

PERCHÉ NON LE ABBIAMO VISTE FINORA? La natura delle nanosfere non è stata chiara fino ad ora non solo perché sono minuscole, ma anche perché i gruppi di ricerca che avevano indagato in precedenza credevano che fosse un minerale a tingere di rosso l'acqua, mentre in realtà le nanosfere non sono minerali. In altre parole, cercavano la prova sbagliata: «Per essere minerali, gli atomi devono avere una struttura molto specifica e cristallina: queste nanosfere non sono cristalline, quindi i metodi utilizzati in precedenza per esaminare i solidi trovati non le avevano rilevate», spiega Livi.

IDEE MARZIANE. Sono state le recenti missioni su Marte a dare l'idea a Livi, esperto in materiali planetari, di indagare sull'origine delle cascate di sangue: «Con l'avvento delle missioni su Marte è sorto un interesse attorno all'analisi dei solidi presenti nelle acque delle cascate di sangue, come se si trattasse di un sito di atterraggio marziano», spiega Livi. Gli scienziati credono infatti che capire l'ambiente antartico − così inusuale − e le forme di vita che lo abitano potrebbe aiutare la ricerca della vita in altri Pianeti con ambienti altrettanto inospitali.

Lo studio, oltre ad aver risolto – sostiene Livi – il mistero delle cascate di sangue, ha messo in luce un altro problema sul quale focalizzarsi: «La nostra ricerca rivela che l'analisi condotta dai rover non è riuscita a determinare la vera natura dei materiali trovati su altri pianeti: questo è vero in particolare per i pianeti più freddi come Marte, dove i materiali che si formano possono essere nanoscopici e non cristallini».

Per capire davvero la natura dei materiali che compongono la superficie dei pianeti rocciosi, conclude Livi, potrebbe essere necessario un microscopio elettronico a trasmissione – ma al momento non è fattibile utilizzarne uno su Marte.


https://www.focus.it/cultura/curiosita/cascate-di-sangue-in-antartide-ne-abbiamo-finalmente-svelato-l-origine?fbclid=IwAR0d9Qa8sxtVLBWBndvatkofXbDAuR0dP0TiwqqClbbB84WO5Am04MxmeHE

Gli scienziati hanno sviluppato una pillola che potrebbe eliminare tutti i tipi di tumori.

 

La nuova molecola - nome in codice AOH1996 - prende di mira una proteina presente nella maggior parte delle neoplasie che le aiuta a crescere e moltiplicarsi nel corpo. E significativo perché questa proteina - l'antigene nucleare cellulare proliferante (PCNA) - era precedentemente ritenuta "non controllabile".

Il farmaco è stato testato in laboratorio su 70 diverse cellule tumorali, comprese quelle derivate dal cancro al seno, alla prostata, al cervello, alle ovaie, al collo dell'utero, alla pelle e ai polmoni. Ed è risultato efficace contro tutte.

La pillola innovativa è il culmine di 20 anni di ricerca e sviluppo da parte del City of Hope Hospital di Los Angeles, uno dei più grandi centri oncologici d'America.

[#IlMessaggero] #cancro #tumore #cura 

https://www.facebook.com/photo/?fbid=668243375329948&set=a.602503655237254

mercoledì 2 agosto 2023

Gli antichi acquedotti mantengono fertili i deserti peruviani. - ROBBIE MITCHELL

 

Per oltre 1.700 anni, gli antichi acquedotti della regione peruviana di Nazca hanno sostenuto la vita nel deserto. Costruiti dal popolo preispanico di Nazca sin dal IV secolo d.C., questi acquedotti formano un'intricata rete che fornisce acqua alle valli, trasformando la terra arida in fertili oasi. La loro brillantezza ingegneristica mette in mostra la comprensione avanzata che il popolo di Nazca aveva dell'idrologia e dei sistemi idraulici . Al di là dei loro benefici agricoli, questi acquedotti hanno svolto un ruolo fondamentale nel sostenere la fiorente civiltà di Nazca.

Le terre fertili hanno permesso loro di coltivare raccolti come mais, fagioli e cotone, contribuendo alla loro vivace società e ai notevoli risultati culturali, come le famose Linee di Nazca incise nel deserto. Riconoscendo il loro significato, l'UNESCO ha considerato di dichiarare gli acquedotti di Nazca Patrimonio dell'Umanità. Preservare queste antiche strutture è fondamentale per mantenere un legame con il nostro passato e imparare dalla saggezza di questi ingegnosi ingegneri. Gli acquedotti rappresentano un ricordo senza tempo dell'innovazione e dell'adattamento umano, mostrando come è possibile creare ambienti sostenibili anche nei paesaggi più difficili.

https://www.ancient-origins.net/videos/peru-desert-aqueducts-0018973?fbclid=IwAR2C13g6tuhJ9l4Vk0lTSatoWl7iMnUwi0UgHHbZXKCrWx85qjDyzkVmX9w

E voi, cosa state leggendo in questi giorni? - Professor X G. Middei

 

Non lasciate che nessuno vi dica cosa potete leggere! Non permettete a nessuno di farvi credere che ci sono libri difficili.
Se Shakespeare, Dante e Dostoevskij potessero parlare, vi direbbero: «Leggeteci, leggeteci voi stessi». Leggete e non abbiate pregiudizi. Se qualcuno vi dice che gli scrittori russi sono pericolosi, che studiare Shakespeare non serve a nulla, che leggere Dante significa essere antiquati, non credetegli. «Ogni volta che vedete un cartello che dice VIETATO L'INGRESSO, entrate subito».
È sapete una cosa? La letteratura è l’esperienza più democratica di tutte! Perché in letteratura tu puoi essere un principe o un re o un popolano, ma quando sei davanti a un libro, non conta più chi sei, quanto possiedi o che lavoro fai, ci sei soltanto tu e la pagina che ti sta davanti e la voglia di capire e di conoscere. Non ci sono né regole né leggi né frontiere, perché quando tutti dicono «questo è giusto, questo è sbagliato», c’è uno scrittore che ti spinge ad andare oltre la superficie e a domandarvi: perché Raskolnikov uccide? Perché Elisabeth Bennet è incapace di accettare l’amore di Mr Darcy? Perché Thomas Buddenbrook odia il fratello?
E se vi chiedete a cosa serve la letteratura, sappiate che essa non serve a nulla. Non ha un’utilità pratica. Non serve per fare carriera, per diventare ricchi o avere successo in società. «Serve però a nuocere alla stupidità, fa delle generalizzazioni e dei pregiudizi qualcosa di vergognoso.» Ma la cosa più importante di tutte è una sola: leggere da piacere.
Io ogni volta che guardo i miei libri mi sento bene. Perché? Perché so che mi aspettano delle meravigliose ore di lettura. E questo è un piacere che appartiene a me, a me soltanto e nessuno può portarmelo via. Quando leggo non mi accorgo più di nulla. Sono letteralmente in un altro mondo. E posso dimenticare i problemi, le incombenze, i fastidi quotidiani. Leggo e mi sento finalmente a casa.
E voi, cosa state leggendo in questi giorni?
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #letteratura #istruzione #scuola#cultura

"NOI CAPI DI STATO AFRICANI DOBBIAMO SMETTERE DI ESSERE LE MARIONETTE DELL'IMPERIALISMO".

 

Discorso del capitano Ibrahim Traoré (Burkina Faso), presidente a interim del Burkina Faso, al Vertice Russia-Africa a San Pietroburgo, luglio 2023.

Compagno presidente Vladimir Putin, compagni presidenti e capi di Stato africani, compagni capi delegazione, buongiorno.
E’ un onore intervenire qui oggi. Vi porto il saluto del popolo del Burkina Faso, il paese degli integri. Ringrazio Dio che ci ha permesso di riunirsi qui stamattina in buona salute per parlare del futuro e del benessere dei nostri popoli.
Chiedo scusa ai presenti più anziani, africanité oblige, La mia generazione ha molte domande e non trova risposte. Qui possiamo però riflettere, perché ci sentiamo in famiglia. Anche la Russia infatti fa parte della famiglia, per l’Africa. Abbiamo la stessa storia. La Russia ha accettato enormi sacrifici per liberare il mondo dal nazismo nella seconda guerra mondiale. E anche molti africani, i nostri nonni, sono stati arruolati di forza per aiutare l’Europa a sbarazzarsi del nazismo. Condividiamo la stessa storia nel senso che siamo i popoli dimenticati del mondo. Nei libri di storia, nei documentari e nei film, si tenda ad accantonare il ruolo preponderante giocato dalla Russia, e il ruolo dell’Africa nella lotta contro il nazismo.
Adesso siamo insieme per parlare del futuro dei nostri popoli, di quello che accadrà domani, del mondo libero al quale aspiriamo. Un mondo senza ingerenze nei nostri affari interni. Abbiamo le stesse prospettive e auspico che questo vertice sia l’occasione per poter tessere ottime relazioni per il migliore avvenire possibile per i nostri popoli.
Le questioni che la mia generazione si pone sono le seguenti, per riassumerle. Non capiamo perché l’Africa con tante ricchezze nel sottosuolo, una natura generosa, sole in abbondanza, acqua, è oggi il continente con le popolazioni più povere. E’ un continente affamato. E come mai i capi di Stato vanno in giro per il mondo a mendicare. Non abbiamo risposte.
Abbiamo l’occasione di stringere nuove relazioni e spero che possano dare un futuro migliore ai nostri popoli.
I giovani della mia generazione mi incaricano anche di dire che a causa della povertà sono obbligati ad attraversare il mare per cercare di arrivare in Europa. Muoiono in mare. Ma presto non attraverseranno più. Andranno davanti ai palazzi governativi per cercare il necessario.
Quanto al Burkina Faso, da otto anni siamo costretti ad affrontare alla manifestazione più barbara e violenta del neocolonialismo, dell’imperialismo, la schiavitù che cercano ancora di imporci. E i nostri predecessori ci hanno insegnato una cosa: lo schiavo che non è capace di rivoltarsi contro la propria sorte non merita che si provi pietà per la sua sorte. Noi non ci commiseriamo e non chiediamo compassione: il popolo burkinabè ha deciso di lottare contro il terrorismo. In questa lotta, tanti volontari hanno preso le armi contro il terrorismo.
Siamo sorpresi vedendo che gli imperialisti definiscono questi volontari “milizie” e di delinquenti. Eppure, quando in Europa le popolazioni hanno imbracciato le armi per difendere la patria, sono stati definiti patrioti. I nostri nonni sono stati deportati per salvare l’Europa. Eppure al ritorno, quando hanno voluto difendere i loro diritti, sono stati massacrati.
Ed ecco che adesso chi cerca di difendersi è definito “milizia”. Ma non importa.
Il problema è piuttosto vedere capi di Stato africani che non aiutano in alcun modo i popoli che si battono, e che cantano lo stesso coro degli imperialisti e ci definiscono milizie e gruppi che non rispettano i diritti umani. Di quali diritti umani parliamo?
Occorre che noi, capi di Stato africani, smettiamo di comportarci come marionette che si muovono grazie ai fili del degli imperialisti.
Ieri il presidente Vladimir Putin ha annunciato l’invio dei cereali in Africa, ne siamo lieti e lo ringraziamo. Ma è anche un messaggio ai capi di Stato africani, perché al prossimo forum non dovremo venire qua senza aver assicurato l’autosufficienza alimentare dei nostri popoli. Dobbiamo assumere l’esperienza di quelli che ci sono già arrivati, in Africa; e approfondire le relazioni con la Federazione russa per arrivare a soddisfare le necessità delle nostre popolazioni.
Termino dicendo che dobbiamo rendere omaggio ai nostri popoli, i nostri popoli che si battono. Gloria ai nostri popoli. Dignità ai nostri popoli.
La patrie ou la mort nous vaincrons!

Il giovane capitano Ibrahim Traorè (Burkina Faso), presidente a interim del Burkina Faso.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=10227967913014600&set=a.10206438682077282

Un popolo ha bisogno di tranquillità, di serenità.



A me decurtano la pensione - guadagnata in 37 anni e 4 mesi di lavoro - di un terzo ogni mese, oltre a ciò che pago di gabelle per possesso di qualcosa che ho pagato ed altre varie ed eventuali, senza darmi nulla in cambio, neanche ciò che dovrebbe spettarmi di diritto come, ad esempio, una visita specialistica per la quale mi fanno aspettare almeno 10 mesi, (il tempo giusto per morire)..

E mi fa rabbia sapere che una tizia, ministro del governo, che evade per milioni il fisco, non paga il TFR ai dipendenti che licenzia a discrezione personale, che gira in città infrangendo ogni articolo del codice stradale sommando più di 400 multe mai pagate... la faccia franca aiutata dai suoi sodali...

Penso sia disgustoso, sgradevole ed inaccettabile dover sopportare questi veri e propri soprusi, queste disparità di trattamento tra esseri umani e, quando ciò succede, vuol dire che nulla funziona come dovrebbe e si dovrebbe far un passo indietro e ripristinare quel senso di giustizia uguale per tutti.

Perché un popolo è felice e sereno quando sa di essere amministrato da persone esemplari che non ti vessano, ma ti coccolano come farebbe un bravo padre di famiglia.

cetta

I TIFOSI DEGLI SMS. - Rino Ingarozza

Ci sono riusciti.

Sono riusciti nel loro intento.
I loro lancieri hanno assolto il loro compito.
I loro segugi hanno cucinato le menti umane.
Li hanno convinti che il problema unico dell'Italia e degli italiani è solo e soltanto il reddito di cittadinanza.
Ho letto commenti (tanti, tantissimi) da far accapponare la pelle, commenti triviali, commenti feroci, indolenti, insensibili, inumani, disgustosi. E non commenti di quattro gatti, non di imprenditori, non di politici con dieci carte di credito e pulisci scarpe al seguito, non di banchieri, di proprietari di catene di alberghi, di catene di ristoranti, di supermercati.
No, commenti di operai, pensionati, lavoratori, lavoratori precari, piccole partite iva. Tantissimi commenti. Un fiume di fango. Un mare di veleno.
I loro giornali, le loro tivvù, la loro propaganda, il loro veleno sui poveri, la loro narrazione, la loro propaganda di regime, li ha convinti che esiste un unico nemico da annientare, da eliminare, da far sparire. Un unico nemico comune, da combattere, da abbattere, da soggiogare: il percettore del reddito di cittadinanza.
Hanno prima preparato il terreno. Lo hanno fatto parlando di vagabondi, di divanisti, di fannulloni, di parassiti, di truffaldini e poi hanno assestato il colpo decisivo, il colpo letale.
E il popolo anestesizzato esulta come dopo un gol, sfila per le città come si fa dopo aver vinto un mondiale.
Finalmente hanno vinto! Tirano fuori lo spumante (alcuni lo champagne) per brindare. Finalmente 169 mila famiglie, moriranno di fame. Chi se ne frega.
I miei soldi non li avranno più.
I miei soldi voglio che si usino per acquistare armi, per pagare i vitalizi a tutti, compreso i condannati, le paghe di parlamentari, consiglieri vari e amministratori. Sono contento quando se li aumentano, questi stipendi. Questi si che sono soldi spesi bene. Chi se ne frega della corruzione. Chi se ne frega dei 100 milardi di euro di evasione. Chi se ne frega dell'arricchimento di banche, compagnie assicurative e farmaceutiche. Questi non devono essere tassati. Non sono loro, i nemici del popolo. Il nemico del popolo è il povero. "L'ha detto la tivvù". Il povero è il mio nemico.
Solo un rammarico e un rimprovero per il governo, per la Meloni: avrebbe dovuto farlo inviare a noi l'SMS e non all'INPS.
Sai che soddisfazione sarebbe stata?
E poi ci si chiede chi li ha votati, chi li sostiene. Eccoli, sono usciti a galla, come in un giorno di pioggia, quando scoppiano le fogne.
Rino Ingarozza (FB 01/08/2023)