mercoledì 3 aprile 2024

L’INSPIEGABILE MISTERO DI “PUMA PUNKU”. -

 

Per “Puma Punku” normalmente si intende un’area lunga circa 167 metri, e ampia 117 metri. Su questa zona si trova una piattaforma in pietra che misura 6,75 × 38,72 metri. Su di essa si trovano dei blocchi di andesite e arenaria rossa. Diversi di questi blocchi hanno una mole mastodontica. Uno di questi blocchi misura 7,81 metri x 5,17 metri x 1,07 metri. Questo masso dovrebbe pesare almeno 131 tonnellate. Ci sono altri quattro blocchi di grandezza simile sulla piattaforma. Anche se sono state localizzate le cave da cui probabilmente questi blocchi megalitici sono stati tratti, non si ha idea di come i costruttori siano riusciti a portarli fin lì, ad una distanza di diversi chilometri, e in alta montagna, a 3.800 metri di altezza!

Nel perimetro di Puma Punku si trovano anche altri blocchi, più piccoli, ma con delle caratteristiche che li rendono unici. Si possono descrivere come blocchi quadrangolari con una facciata a forma di “H”. Tra le caratteristiche che li rendono unici c’è senza dubbio l’estrema precisione del loro taglio. Gli angoli interni ed esterni dei blocchi, gli spigoli e ogni altro dettaglio sono realizzati con una precisione millimetrica, in modo tale che possono aderire perfettamente l’uno all’altro.
Secondo praticamente tutti gli studiosi, chi ha realizzato quei blocchi doveva possedere un qualche tipo di strumentazione ad altissima precisione. L’incredibile accuratezza del taglio delle pietre di Puma Punku richiama da vicino la precisione con cui è stata realizzata in Egitto la “Camera del Re” e l’interno dei parallelepipedi del Serapeo di Saqqara. In molti di questi blocchi si vede il simbolo che viene ripetuto anche nelle piramidi di Giza, che dà la forma alla Grande Galleria e alla nicchia della Camera della Regina. Si tratta di una “V” rovesciata a gradoni.

Un’altra caratteristica unica di questi blocchi è che si presentano come “blocchi modulari”, che si possono incastrare tra loro in diversi modi, come una sorta di “gigantesco lego”. Inoltre, questi “enormi pezzi di lego” vengono tenuti insieme da un ingegnoso sistema di staffe interne, composte da una lega di rame-arsenico-nichel-bronzo. Sono stati trovati anche due blocchi di diorite che erano uniti insieme con un sistema simile. La precisione con cui sono stati realizzati tutti questi blocchi lascia sconcertati gli osservatori. Non sembra affatto di vedere oggetti del passato.

Questi blocchi di roccia un tempo componevano qualche tipo di edificio, mentre oggi sono sparsi per terra in maniera disordinata. Sembra come se una gigantesca mazza da baseball abbia colpito improvvisamente una costruzione fatta con dei lego, sparpagliandoli disordinatamente sul pavimento. Questo indica che, anche in questo caso, una gigantesca “onda d’urto” ha colpito violentemente questa zona, come sembra sia avvenuto anche a Sacsayhuamán. Sembra che questa gigantesca onda d’urto, di una violenza terribile, abbia buttato tutto gambe all’aria.

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HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

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Esperti hanno scoperto qualcosa di incredibile su antica tavoletta sumera. - Lucia Petrone

 

La Terra fu colpita da un asteroide 5mila anni fa e lo
sappiamo grazie a questa tavoletta.

Una tavoletta di argilla cuneiforme che è stata recuperata dalla biblioteca sotterranea del re Assurbanipal a Ninive, in Iraq, da Sir. Henry Layard ha sconcertato gli scienziati. Secondo gli studiosi, questa incredibile ma controversa tavoletta indica che gli antichi Sumeri osservarono l’impatto di un asteroide di tipo Aten oltre 5000 anni fa. Gli asteroidi Aten sono un gruppo di asteroidi vicini alla Terra, in risonanza con l’orbita terrestre. Più precisamente si ritiene che questa tavoletta sia una copia di una serie di note fatte da un astronomo sumero che ha osservato i cieli riferendosi all’asteroide come una “ciotola di pietra bianca che si avvicina”. I ricercatori ora ritengono che le dimensioni e il percorso dell’asteroide tracciato da questa mappa stellare siano coerenti con l’asteroide che si è schiantato sulle Alpi austriache a Köfels creando un impatto cataclismico che uccide chiunque sul suo cammino con una forza equivalente a più di 1.000 tonnellate di TNT che esplodono. Il comunicato stampa dell’Università di Bristol spiega: “L’osservazione suggerisce che l’asteroide ha un diametro superiore a un chilometro e l’orbita originale attorno al Sole era di tipo Aten, una classe di asteroidi che orbitano vicino alla Terra, cioè in risonanza con l’orbita terrestre. “L’angolo in arrivo era molto basso (sei gradi) e significa che l’asteroide ha tagliato una montagna chiamata Gamskogel sopra la città di Längenfeld, a 11 chilometri da Köfels, e questo ha causato l’esplosione dell’asteroide prima che raggiungesse il suo punto di impatto finale. “Mentre percorreva la valle divenne una palla di fuoco, di circa cinque chilometri di diametro (le dimensioni della frana). Quando ha colpito Köfels, ha creato enormi pressioni che hanno polverizzato la roccia e causato la frana, ma poiché non era più un oggetto solido non ha creato un classico cratere da impatto” spiegano gli esperti. Secondo i ricercatori, questa tavoletta di argilla è un Astrolabio o per meglio dire uno dei primi strumenti astronomici ad essere stato scoperto in Mesopotamia. L’analisi al computer ha abbinato l’iscrizione sulla tavoletta al cielo sopra la Mesopotamia il 29 giugno dell’anno 3123 a.C.

https://www.scienzenotizie.it/2024/04/02/esperti-hanno-scoperto-qualcosa-di-incredibile-su-antica-tavoletta-sumera-5857081

La lumaca dalle zampe squamose: l'unico essere vivente con ferro nello scheletro - Hasan Jasim

 

Non importa quanta ricerca venga condotta sulla flora e sulla fauna del nostro mondo, ci sono sempre scoperte che ci lasciano a bocca aperta. Una di queste scoperte è la lumaca dalle zampe squamose, conosciuta anche come lumaca vulcanica. Questa straordinaria creatura è l'unico animale al mondo ad avere il ferro nel suo scheletro.

La lumaca dalle zampe squamose, o pangolino di mare, ha sviluppato un incredibile adattamento al suo ambiente. Utilizza il ferro per costruire il suo guscio e generare scaglie metalliche che ricoprono la sua carne, creando di fatto una lumaca con un'armatura metallica. Questo lo rende l’unico essere vivente sulla Terra con queste caratteristiche uniche.

La scoperta della lumaca dalle zampe squamose è stata fatta nel 1999 nel campo idrotermale di Kairei vicino al Giappone. È stato scoperto che la lumaca vive in condizioni estreme, dove le temperature raggiungono i 350°C e la pressione può superare 300 volte quella dell'atmosfera terrestre al livello del mare. Nonostante queste condizioni difficili, la lumaca dalle zampe squamose è riuscita a prosperare e ad adattarsi al suo ambiente.

Il ferro nel guscio della lumaca non è un ferro qualunque. È solfuro di ferro, noto anche come pirite o “oro degli stolti”. Questo solfuro di ferro si forma attraverso un processo complesso che prevede l'interazione di fluidi caldi e ricchi di minerali con l'acqua di mare. La lumaca poi estrae il solfuro di ferro dall'acqua di mare e lo incorpora nel suo guscio.

Anche le scaglie metalliche che ricoprono la carne della lumaca hanno uno scopo vitale. Aiutano la lumaca a regolare la temperatura corporea nelle condizioni estreme in cui vive. Le squame riflettono il calore proveniente dallo sfiato idrotermale, impedendo alla lumaca di surriscaldarsi e di disidratarsi.

La scoperta della lumaca dalle zampe squamose ha aperto nuove possibilità per lo studio della biomineralizzazione e ha sollevato interrogativi su come questa lumaca si sia evoluta per avere caratteristiche così uniche. La capacità della lumaca di incorporare ferro nel suo corpo potrebbe avere implicazioni anche nel campo della biotecnologia.

In conclusione, la Lumaca dalle zampe squamose è una creatura affascinante che continua a stupire scienziati e ricercatori. Il suo adattamento unico alle condizioni estreme e la capacità di incorporare ferro nel suo corpo lo rendono un argomento prezioso per ulteriori studi. Mentre continuiamo a esplorare e scoprire le meraviglie del nostro mondo, la Lumaca dalle zampe squamose ci ricorda che c'è ancora così tanto da scoprire.

https://hasanjasim.online/the-scaly-legged-snail-the-only-living-being-with-iron-in-its-skeleton/

Il problema dei tre corpi. - serie televisiva tratta dal romanzo di fantascienza di Liu Cixin. - Wikipedia

 


Nella Cina della rivoluzione culturale, un progetto militare segreto cerca di contattare intelligenze aliene inviando segnali nello spazio da una base denominata Costa Rossa. Una scienziata di nome Ye, epurata politicamente a causa delle sue idee, è a capo del progetto.

Nel presente, uno scienziato di nome Wang, che lavora sulle nanotecnologie, si ritrova ad avere strane visioni, tra cui un conto alla rovescia, che lui solo è in grado di vedere, visioni che lo portano a indagare su questo strano fenomeno. Durante le sue indagini si imbatte in un videogioco in realtà virtuale chiamato Tre Corpi in cui il giocatore deve trovare il modo di far sopravvivere una popolazione che vive in un mondo che alterna Ere dell'ordine in cui la civiltà può nascere e svilupparsi ed Ere del Caos in cui la vita viene quasi totalmente sterminata.

Otto anni dopo l'invio del segnale dalla base Costa Rossa viene captata una risposta. L'entità che ha risposto afferma di essere un pacifista in un pianeta bellicoso e avverte pertanto di non rispondere ulteriormente se si vuole evitare di essere identificati e invasi. Ye tuttavia, disgustata dal genere umano, decide di rispondere invitando l'alieno a invadere la Terra, affinché possano in questo modo risolvere i problemi umani.

Wang, dopo aver proposto diverse teorie fallimentari nel gioco Tre Corpi, riesce ad arrivare alla soluzione corretta: il pianeta in cui è ambientata la simulazione è situato in un sistema a tre stelle, e i continui cambiamenti sono dovuti al movimento del pianeta influenzato dalla gravità dei tre soli.

Scoperta la verità, Wang viene messo al corrente dell'esistenza dei trisolariani e apprende che il gioco era in realtà un sistema di reclutamento.

Scopre così che l'esistenza dei trisolariani è nota ai governi di tutto il mondo e che, così come le forze armate e i governi mondiali si preparano ad affrontarli in battaglia, c'è anche un nutrito gruppo di terrestri, guidati da Ye, che collabora con gli alieni per sostenere l'invasione.


https://it.wikipedia.org/wiki/Il_problema_dei_tre_corpi

UNA CIVILTA’ SCOMPARSA 30.000 ANNI FA.

 

Chi è stato il primo popolo a colonizzare le Americhe? Fino a pochissimi anni fa, si riteneva che la prima cultura americana sia stata quella dei Clovis, gli antenati dei Nativi del Nord America. Inoltre, si pensava che gli umani fossero arrivati in quel continente non prima di 14.000 anni fa circa. Quindi, in questa “ricostruzione” della storia, le prime civiltà sarebbero state quelle NordAmericane, mentre Aztechi, Maya e Incas sarebbero venuti molto tempo dopo.
Recenti scoperte, compresa l’analisi del DNA, hanno invece evidenziato come ancora una volta l’archeologia si era sbagliata. Le prime civiltà delle Americhe sono stati i popoli Centro e Sud America, almeno 15.000 – 20.000 anni prima di quanto si credesse. E queste popolazioni provenivano VIA MARE (si, avete letto bene, “via mare”), dalla Siberia e da Sundaland (il continente scomparso a causa del disgelo, che corrisponde all’ attuale Indonesia e isole circostanti).
Infatti, verso il 2020 alcuni ricercatori hanno pubblicato i risultati del ritrovamento di resti umani nella grotta di Chiquihuite, in Messico. Gli scavi sono stati avviati nel 2012. Scavi più estesi sono stati effettuati nel 2016 e nel 2017. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista Nature. Quello che è stato trovato nella grotta ha rivoluzionato completamente l’opinione degli archeologi. Lo studio, presentato da Ciprian Ardelean, archeologo dell'Università Autonoma di Zacatecas (Messico), e dai suoi colleghi, suggerisce che le persone vivevano nel Messico centrale almeno 26.500 anni fa. Il professore dice: “Ci vogliono secoli, o millenni, perché le persone attraversino la Beringia e arrivino nel mezzo del Messico”. In seguito, aggiunge: “Ci vogliono molti anni di presenza precedente per farli arrivare lì se sono venuti via mare o via terra”. Questo vuol dire che gli umani erano verosimilmente in America Centrale molto prima di 30.000 anni fa.
Ma non è tutto. Un altro centro di ricerca ha scoperto che le popolazioni dei nativi del Centro-Sud America non hanno solo un progenitore, ma ne hanno due. Per così dire, hanno un “popolo madre”, che viene identificato come “popolazione Y”, e che sono gli abitanti originari di Sundaland del lontano passato, all’incirca al tempo del Disgelo. Ma hanno anche un “popolo padre”, che sono gli Iñupiat, provenienti dalla Siberia.
Queste scoperte rivoluzionano dalle fondamenta tutte le credenze archeologiche sul passato delle Americhe. A chi appartenevano allore le rovine più antiche ritrovate in quelle terre? Quale civiltà del passato riusciva a creare geopolimeri in cima alle Ande? Chi ha creato i giganteschi disegni dei Nazca, e soprattutto a che scopo? E soprattutto: se 30.000 anni fa la gente era in grado di viaggiare dall’Australia in Centro America, cosa impediva loro di andare dal Centro America in Egitto, come sembrano indicare ormai diverse evidenze? Vi diamo alcune risposte.
L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

lunedì 1 aprile 2024

L'occhio di Smaug.

 

Lo sai che nelle profondità dell'Inghilterra c'è un occhio di drago?

Quello che può sembrare l'occhio di Smaug, in una scena del romanzo di J.R.R. Tolkien, in realtà non è altro che il prodotto dell'esfoliazione di una porzione di roccia presente nella miniera di Hall of Giants nel Lancashire, Regno Unito.

L'esfoliazione è un tipo di degradazione fisica che forma fogli di roccia. In particolare, l'esfoliazione sferoidale forma fogli concentrici di roccia.
Sono soggette a questo tipo di degrado rocce dure e fratturate, come ad esempio i graniti e i basalti.

📸 Underground Explorers C9C 

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L'astronauta di Palenque.

Su una pietra tombale maya ritrovata nel Tempio delle Iscrizioni di Palenque, nello stato messicano del Chiapas, è ritratta una figura umana in una posa che ricorda quella di un viaggiatore spaziale intento a pilotare un veicolo a razzo. L'uomo sembra impugnare i comandi di guida, e nella parte posteriore del veicolo compare una struttura (un motore?) da cui fuoriescono quelle che appaiono essere fiamme. Altri dettagli suggeriscono la presenza di un sedile, di un apparato di respirazione e di una struttura esterna affusolata che ben si concilia con l'aspetto di un veicolo a razzo.
L'immagine è stata portata all'attenzione del pubblico dallo scrittore svizzero Erich von Däniken che, a partire dal suo libro Ricordi del futuro (1968), l'ha interpretata come una testimonianza della visita all'umanità da parte di viaggiatori extraterrestri, avvenuta secondo l'autore in tempi remoti e della quale si sarebbe in seguito persa la memoria. Secondo le teorie dello scrittore, riprese ed ampliate anche in Italia da Peter Kolosimo, gli antichi contatti con civiltà aliene avrebbero tuttavia lasciato traccia in alcuni manufatti, dei quali la pietra di Palenque costituirebbe uno degli esempi più convincenti.
Nonostante l'aspetto dell'immagine tombale, in sé piuttosto sorprendente, von Däniken si ferma però all'interpretazione che deriva dalle prime sensazioni, tralasciando di approfondire aspetti decisivi fra cui - ad esempio - l'abbigliamento del "pilota", non certo adatto a un volo spaziale. Ma soprattutto altri studiosi, fra cui l'archeologo statunitense William H. Stiebing, documentano come nella stessa località di Palenque vi siano diverse pietre tombali maya (come nel Tempio della Croce e nel Tempio della Croce Fronzuta) sulle quali compaiono simboli che si ritrovano anche nell'immagine del cosiddetto astronauta. Nel contesto dell'arte maya, tali figure rappresentano il "Mostro della Terra" (un guardiano degli inferi), scambiato per la parte inferiore dell'astronave, un oggetto a forma di croce (che probabilmente raffigura una pianta di mais) un uccello quetzal (un simbolo solare ad indicare la sorgente della vita) e altro ancora. Si suppone quindi che la scena sulla pietra ritragga in realtà un sacerdote o un re raffigurato al momento della morte, durante il passaggio fra il mondo dei vivi e l'aldilà. Conosciamo invece la data della sepoltura, risalente alla fine del VII secolo d.C., che evidentemente non si concilia affatto con l'ipotesi della visita di antichi extraterrestri, sostenuta da von Däniken e dai suoi seguaci.
Fonte: CICAP di Marco Morocutti 

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