martedì 21 maggio 2024

Tempio Kailasa, Ellora, India

 

Numero di architettura storica
L'inspiegabile tempio di Kailasa: una costruzione ricavata da un'unica roccia

L'India è una terra di misteri, e uno dei suoi grandi enigmi è il tempio Kailasa, situato nella città di Ellora, nella provincia del Maharashtra. Il tempio sorge un imponente 30 metri di altezza, 33 metri di larghezza e 53 metri di profondità, ma la cosa più impressionante è che sia stato ricavato da un'unica roccia.

Si stima che il tempio Kailasa, dedicato al dio Shiva, sia stato costruito intorno al 300 a.C., richiedendo la rimozione di oltre 3mila tonnellate di roccia. Secondo la leggenda, un re indù commissionò il tempio dopo aver pregato Shiva per salvare sua moglie dalla malattia. Gli storici indiani suggeriscono che il tempio sia stato costruito in soli 18 anni, utilizzando solo strumenti di base come martelli e scalpelli. Se fosse vero, questo significherebbe che sono state rimosse 5 tonnellate di roccia al giorno, impresa notevole anche per gli standard odierni con le tecnologie più avanzate.

Il tempio è venerato come la più grande opera d'arte monolitica a livello mondiale, perfettamente allineata con i quattro punti cardinali. Tuttavia, custodisce molti segreti. Gli archeologi stimano che ci siano oltre 30 milioni di incisioni sanscrito ancora da tradurre. Se gli esperti riuscissero a decifrare i significati nascosti all'interno della lingua, il Tempio Kailasa diventerebbe uno dei più preziosi artefatti storici sulla Terra. 

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domenica 19 maggio 2024

La portulaca. Wikipedia

La portulaca (Portulaca oleracea L.), detta anche porcellana[2] o porcacchia,[3] o erba fratesca, è una 
pianta appartenente alla famiglia Portulacaceae[4]. Commestibile, viene usata in cucina fin dall'antichità.

Descrizione

In estate sbocciano piccoli fiori gialli che si aprono solo quando c'è il sole per poi chiudersi di notte, seguiti da moltissimi semi. Ha foglie e fusti carnosi. I fiori sono bottinati dalle api, le quali raccolgono discrete quantità di nettare e polline. La portulaca è una erbacea annuale, raccolta perché commestibile e contenente molto omega-3 e vitamine A e C.

Distribuzione e habitat

Di probabili origini asiatiche, nella medicina dell'antico Egitto era utilizzata come erba medicinale, mentre era coltivata durante il Medioevo nei Paesi Arabi e nel Bacino del Mediterraneo, soprattutto in Spagna. In Arabia SauditaEmirati Arabi e Yemen, sono coltivate diverse varietà di portulaca della sottospecie sativa.

La portulaca è un'erba molto comune in orti e campi, alcuni la considerano infestante, ma oltre a queste zone è raramente presente, cioè dove non vien lavorato il terreno, perché cresce solo in suoli sciolti e permeabili.

Denominazione

È nota nelle diverse regioni con diversa denominazione: in italiano come porcellana, procaccia, purselana (Liguria)[5], erba grassa (Lombardia)[5], barzellana (Sardegna)[5], purcacchia o purcacc (Lazio), procacchia (Umbria), porcacchia (Marche), precacchia (Abruzzo[5]), perchiacchia o purcuacchia (Molise)[5], porcacchia o perchiacca (Basilicata)[5], pucchiacchèlla, purchiacchèlla, chiaccunella[5] (Campania) o picchiacchella (in alcune zone del Sannio viene chiamata, eufemisticamente, erba vasciulella per evitare il diretto riferimento dialettale alla pucchiacca, l'organo genitale femminile in napoletano), perchiazza, sportellecchia (Toscana)[5], andraca, purchiacca, purchiazzë, grassulida (Calabria)[5], purciaca, purciddana o pucciddana (Sicilia)[5], perchiazza o spurchiazza (Puglia), prugghiazza (Brindisi), prichiazzo (Bisceglie), prechiazze[6] (Taranto) e precchiacche[7][8] (Foggia), mbrucacchia, brucacchia o purbacchia (Salento). In inglese come purslane, purslave, pursley, pusley; in spagnolo e catalano come verdolaga, verdalaga, buglosa, hierba grasa, porcelana, tarfela, peplide (Spagna), colchón de niño (Salvador), flor de las once (Colombia), flor de un día, lega (Argentina); in portoghese e galiziano come beldroega, bredo-femea, baldroaga; in basco come ketozki, ketorki, getozca; in francese come pourpier, portulache; in còrso come erba fratesca; in curdo come par-par; in cinese come ma-chi-xian[9].

Usi

Uso alimentare e culinario

Raccolta allo stato spontaneo, o talvolta coltivata, viene consumata da tempi remoti come erba aromatica nelle regioni mediterranee[10]. La cultura medievale attribuiva alla pianta un valore apotropaico, il potere di tenere lontani gli spiriti maligni[10]. Se ne riporta l'uso culinario alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, ma nel tempo l'ingrediente è caduto nel dimenticatoio, prima di una nuova riscoperta nel tempo[10]. Negli Emirati Arabi la varietà coltivata è reperibile in molti negozi di ortaggi per essere utilizzata come insalata. Nelle regioni dell'Italia meridionale la portulaca, raccolta negli orti come spontanea, veniva venduta alla rinfusa da ambulanti durante gli anni 1950 – 1960.

Sono di interesse alimentare e culinario i germogli e le foglie crude, carnosette e dal sapore acidulo, da consumarsi in insalate[5][10], alle quali conferiscono (in modo simile alla rucola) un superiore mordente[10]. Sono utilizzate anche per preparare minestre[5] saporite e rinfrescanti e si possono conservare sottaceto. Entrano anche come ingredienti di frittate e ripieni[5].

Cucina regionale italiana

Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella costituivano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell'insalata.

Nella cucina toscana, la portulaca viene utilizzata per fare un tipico piatto povero estivo, la panzanella.

Nella cucina romana la portulaca, o porcacchia, appartiene a quel misto di varie verdure, domestiche e selvatiche, che sono consumate crude in insalata sotto il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l'obolo alle famiglie: in Corsica, la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.

Nella cucina siciliana, 'a purciddana è usata per la preparazione di insalate, come l'Insalata ferragostana con pomodori, cetrioli, cipolle stemperate in olio, aceto e sale; oppure nell'insalata con verdure lesse, dove le foglie e i giovani germogli sono usati con patate bollite e cipolle al forno. Altro uso è quello di preparare piccola frittelle di Purciddana, in cui le cime della pianta - intinte in una pastella di acqua e farina - sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come stuzzichini o antipasti.

Nella cucina pugliese, in particolare nella tradizione contadina di Bisceglie, viene usata come insalata insieme ai pomodorini tipici, condita con olio e aceto, talvolta per accompagnare il pane raffermo bagnato chiamato cialda o cialdella (cialdidde).

Uso interno

La portulaca è un'erba officinale e un'erba medicinale. Al consumo della portulaca sono ascritte proprietà depurative, dissetanti[5] e diuretiche[5][10] e antidiabetiche[10].

Viene consigliata per curare diarrea, vomito, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post partum.

Negli anni, sono state scoperte notevoli proprietà nutritive e medicinali: è una fonte vegetale di acidi grassi polinsaturi del tipo omega-3[10] (che svolgono un ruolo nella prevenzione delle malattie cardiovascolari) di cui contiene modeste quantità, e di acido α-linolenico; possiede un elevato contenuto di proteina cruda e di polisaccaridi idrosolubili, una buona tolleranza alla salinità e una discreta capacità di accumulo di metalli pesanti.

Uso esterno

Un impacco di foglie è usato in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema.[11]


https://it.wikipedia.org/wiki/Portulaca_oleracea

Misteri delle Piramidi: Le Prove di una Tecnologia Nucleare Cambiano Tutto!

In quali casi il garante può togliersi da un prestito.

Il garante di un prestito è una figura di notevole importanza nell'erogazione di un finanziamento, di conseguenza chi accetta di essere garante nei confronti di una persona che ottiene un prestito si assume una responsabilità non da poco. Essere garante di qualcuno non deve essere inteso come un mero gesto di cortesia, ma è una responsabilità che espone la persona al rischio di dover attingere al proprio patrimonio per porre rimedio ad eventuali inadempienze da parte del titolare del prestito.

Chi è il garante del prestito.

Per ben comprendere cosa si intende per garante di prestito si può sottolineare che gli istituti bancari, quando concedono un prestito, possono tutelarsi da eventuali inadempienze in due diversi modi: ipotecando un immobile intestato a chi beneficia del finanziamento oppure eseguendo una fideiussione. La fideiussione prevede la nomina di un garante, tecnicamente definito fideiussore, ovvero una persona che accetta che l'istituto bancario possa attingere alle sue risorse economiche nel caso in cui il titolare del finanziamento si riveli insolvente. La responsabilità non è da poco, dunque, per tale motivo è molto importante che il garante abbia piena consapevolezza del passo che sta compiendo.

Nella grande maggioranza dei casi il garante di un prestito è uno stretto parente della persona che ha ottenuto il finanziamento, d'altronde è difficile immaginare che qualcuno accetti di essere garante di una persona con cui non ha una rapporto molto stretto, ad ogni modo per l'istituto bancario è del tutto irrilevante l'eventuale grado di parentela che lega il cliente con il garante: l'unico aspetto che viene valutato è la consistenza patrimoniale del soggetto che sceglie di fare da fideiussore.

Come liberarsi dal ruolo di garante.

Come si può ben immaginare togliersi da garante di un prestito non è semplice, o meglio è una cosa che non può essere ritenuta fattibile, se non in determinati casi. Anzitutto è interessante sottolineare che dal momento che per la banca i rapporti tra titolare del prestito e il suo garante sono del tutto irrilevanti, non vi sono circostanze giuridiche che possono, in tal senso, far pensare ad un decadimento automatico della figura del garante: immaginando ad esempio che il garante sia stato coniuge del soggetto beneficiario del prestito e che la coppia abbia in seguito divorziato, la responsabilità fideiussoria rimane comunque attiva.

I casi in cui il fideiussore può pretendere di liberarsi da questa responsabilità riguardano principalmente circostanze in cui il soggetto si è ritrovato a ricoprire tale carica contro la sua volontà, oppure senza la dovuta consapevolezza. Può accadere ad esempio che il garante sia stato costretto a prendersi questa responsabilità, magari attraverso minacce o altro tipo di manipolazioni, allo stesso modo la firma del garante sul contratto può essere stata ottenuta attraverso l'inganno. Un garante può liberarsi da tale responsabilità anche nel caso di firma falsificata, ma oltre a tali situazioni profondamente spiacevoli vi sono anche dei casi in cui il soggetto interessato può togliersi da garante di un prestito anche qualora non siano stati commessi raggiri e reati quali quelli menzionati.

Una persona può togliersi da garante nel caso in cui si individui un nuovo soggetto disposto a sostituirlo, ovviamente a condizione che anch'egli sia pienamente consapevole della responsabilità a cui va incontro e che non sia indotto a firmare tramite costrizione o raggiro. La procedura di sostituzione del garante deve avvenire con il placet del titolare del titolare del finanziamento, e ad ogni modo non è da considerarsi automatica: per quanto sia vero che per la banca è del tutto irrilevante il rapporto che lega il soggetto titolare di finanziamento e il suo garante, laddove venga richiesta la sostituzione del garante l'istituto bancario esegue le sue canoniche analisi per accertarsi che la persona abbia le risorse economiche necessarie per poter ricoprire tale ruolo.

Vi è anche un'ulteriore via che può essere perseguita dalla persona che intende togliersi da garante di un prestito, ovvero quella di estinguere la metà del debito residuo. Se ci si vuol togliere da garante di un prestito in questa modalità, è importante che una volta eseguita l'estinzione di metà del debito residuo ci si faccia rilasciare una liberatoria ufficiale da parte dell'istituto di credito.


https://www.prestiti.it/guide/come-togliersi-da-garante-di-un-prestito#:~:text=Una%20persona%20pu%C3%B2%20togliersi%20da,firmare%20tramite%20costrizione%20o%20raggiro

Scultura umana gigante di Karhan Tepe. - Nazmul Alam Emon

 

Si è scoperto che l'insediamento di Karahantepe a 30 chilometri da Gobekelli Tepe è iniziato 11.500 anni fa. Ci sono molte informazioni su architettura, tecnologia, arte e vita quotidiana.
Il lavoro svolto a Karahantep nel 2023 è andato oltre ogni aspettativa. “Si è capito che, nell’ultima fase della sistemazione, quando gli edifici iniziarono a essere costruiti su piano quadri anziché su piano rotondo, si continuava a costruire edifici speciali. In uno di questi edifici è stata trovata 'una statua umana seduta su una panchina' a 2 metri e 45 cm di altezza. "La strategia costruttiva e la ricerca all'interno di questa struttura scoperta a Karahantep e l'insediamento contemporaneo dimostrano che le persone preistoriche vivevano vite molto complesse. "
Continuano le ricerche archeologiche in 10 località a Sunliurfa con il progetto Stone Hills dal 2021 a Karahantep e poi. Le ricerche condotte a Karahantepe sono uno dei pulsanti degli studi archeologici moderni. Quali dita indicano che... 12mila anni fa l'umano dovrebbe essere definito in modo diverso da quello che sappiamo.
Gobeklitepe - Presidente del Comitato Scavo e Dr. Dipartimento di Archeologia Preistorica presso l'Università di Istanbul, il Dr. Necmi Karul afferma: "Karhantep è l'area in cui ci avviciniamo a come le persone preistoriche hanno beneficiato del loro ambiente, delle loro strategie di sostentamento e soprattutto del mondo simbolico delle persone 12mila anni fa. " Siamo in grado di accedere a molti dati... Specialmente sull'architettura, la tecnologia, l'arte e la vita quotidiana. "
"A Carhantep ci sono edifici costruiti per scopi speciali e diversi dagli aspetti pubblici. Inoltre ci sono molte capanne intorno che si trovano all'interno dell'edificio privato, sappiamo da Gobeclitep, ci sono obelisco a forma di T attrezzati. Sopra di loro, compresi dipinti di animali, animali e statue umane, ecc. "Si sa che la struttura costruita nel buco, alcune all'interno della roccia e qualche vecchio riempimento..... Le stesse persone riempiono e seppelliscono questi dopo che hanno finito. "
"Le prime comunità di insediamenti non solo costruirono architettura, produzione artistica e tecnologie necessarie per la loro vita, ma istituirono anche una "disciplina sociale", che attuava il suo piano in modo organizzato. "L'enorme numero di statue umane e animali ed edifici speciali che le prime comunità insediate non erano gruppi che cercavano solo di sopravvivere e vivere una vita normale.... Piuttosto, questo dimostra che sono state sviluppate comunità con uno stile artistico e senso del gusto. "
Fonte notizie: Hurriet, 6. 1. 2024
@everyone
Storia cuneiforme - Storia cuneiforme

mercoledì 15 maggio 2024

LISTE D’ATTESA BLOCCATE? IL GRIMALDELLO PER ACCEDERE ALLE CURE NEI TEMPI E SENZA PAGARE. - Raffaele Varvara

 

Sta esplodendo la piaga sociale delle liste d'attesa con migliaia di italiani che rinunciano alle cure: la soluzione per ripristinare la salute del Paese è nella nostra azione decisa e consapevole.


Le liste sono bloccate e le agende chiuse per tutto il 2024“, “Mi spiace, non c’è posto“: sono sempre più frequenti queste risposte dagli operatori dei Centri Unici di Prenotazione (CUP); l’interfaccia del Servizio Sanitario Nazionale che accoglie la domanda di salute dei cittadini e dovrebbe fornire una risposta certa, risponde invece che lo Stato non riesce a garantire il fondamentale diritto alla salute.

Un problema annoso con cui gli italiani fanno i conti da molto tempo, ma che adesso sta esplodendo in tutte le sue contraddizioni: proprio quel sistema che “per la nostra salute”, aveva prodotto quel propagandato vaccino-messia in pochi mesi e reso obbligatorio in meno di un batter d’occhio, oggi ti risponde che, invece, per una risonanza o una visita ortopedica devi aspettare anni perchè “le liste sono bloccate” e “le agende sono chiuse“; a meno che non paghi e l’esame o la visita la ricevi prontamente anche l’indomani.

Durante la cosiddetta emergenza sanitaria, interi reparti furono chiusi, sale operatorie dismesse con interventi rimandati e tutto il personale dirottato nei centri tampone, negli hub vaccinali o nelle terapie intensive da campo; tutto il SSN era concentrato nella cura del virus mentre si tralasciava il resto: oggi si sono accumulati oltre 400mila interventi chirurgici e altrettanti esami diagnostici e visite specialistiche. Con l’emorragia di personale sanitario che migra verso il privato o verso l’estero, le liste d’attesa ingolfate, il sistema sovraccaricato, lo Stato non riesce a garantire la sicurezza delle cure, parte integrante del diritto alla salute.

Fino a qualche anno fa, gli italiani attingevano ai risparmi privati per ovviare a queste deficienze ed accedere alle cure; l’aumento esponenziale della spesa sanitaria out of pocket ne è la dimostrazione: la spesa sanitaria a carico dei cittadini è passata dai 28,13 miliardi del 2016, ai 40,26 miliardi nel 2022 (1).

Dal 2023 ad oggi, l’impennata dell’inflazione e l’aumento del costo della vita, rappresentano un mix esplosivo del fenomeno della rinuncia alle cure: il 42% dei pazienti con redditi più bassi, fino a 15 mila euro, è stato costretto a procrastinare o a rinunciare alle cure sanitarie perché nell’impossibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale e non potendo sostenere i costi della sanità a pagamento. La quota di chi è costretto a procrastinare o rinunciare alle cure scende al  32,6% dei redditi tra i 15 mila e i 30 mila euro, il 22,2% di quelli tra i 30 mila e i 50 mila euro e il 14,7% di quelli oltre i 50 mila euro. L’indagine punta i riflettori anche su un altro fenomeno allarmante: “l’effetto erosivo” sulla ricchezza che, ovviamente, impatta in modo difforme sulle classi di reddito. Il 36,9% degli italiani ha infatti rinunciato ad altre spese per sostenere quelle sanitarie: è il 50,4% tra i redditi bassi, il 40,5% tra quelli medio-bassi, il 27,7% tra quelli medio-alti e il 22,6% tra quelli alti (2).

Per questi motivi, nel 2024 si sono moltiplicate le associazioni, che rivendicano la salute come diritto universale garantito da uno stato sociale perequativo delle diseguaglianze, non un bene di consumo fruibile da chi dispone di ingenti capitali. Il grimaldello di questa rivendicazione è il D.lgs 124/1998 che stabilisce la certezza delle cure entro tempi prestabiliti. Facendo appello a questa legge, le liste d’attesa magicamente si sbloccano e le agende si riaprono, poichè, dice la legge, se non c’è disponibilità di un esame o di una visita nei tempi stabiliti dalla classe di priorità indicata in ricetta dal medico prescrittore nella propria ASL di appartenenza, si ha diritto ad accedere alle cure in regime di intramoenia (privato), alle stesse condizioni del pubblico (ovvero pagando solo il ticket, ove previsto).

Anche il comitato Di Sana e Robusta Costituzione, dopo la consolidata esperienza con l’operazione “Riapriamo le porte” per rimuovere ostacoli all’accesso alle cure come tamponi e mascherine, ha inaugurato l’operazione “Cure si-cure”, un percorso di garanzia delle cure in 3 semplici passi che chiunque può compiere in autonomia seguendo le indicazioni contenute in QUESTO MODULO o chiedendo il supporto al difensore clinico del comitato.

Il comitato si muove contemporaneamente su un piano individuale, prendendo in carico ogni singolo caso e su un piano collettivo con l’obiettivo di determinare gli equilibri politici del governo, sollecitando la corrente sovranista a ripristinare lo stato di salute del Paese tramite rifinanziamento del fondo sanitario nazionale con la tassazione degli extraprofitti dei colossi farmaceutici.

Per slegare la spesa sanitaria dai vincoli di bilancio, pensavamo di farcela tramite la presenza e la forza dei partiti antisistema nelle istituzioni ma la loro frammentazione e gli ostacoli sempre più insormontabili per accedere e concorrere alle elezioni, ci hanno fatto capire che non può essere questa l’unica strada.

Le rigide organizzazioni partitiche antisistema, scegliendo di concentrare le proprie energie esclusivamente nel momento elettorale, col crescente fenomeno della diserzione delle elezioni, non riescono a spostare uno spillo nello scacchiere dei rapporti di forza attualmente dispiegati.

Le dinamiche organizzazioni associative, riescono, invece, ad abbattere le liste d’attesa e garantire il diritto alla salute dei cittadini, predisponendo gruppi di cittadini organizzati a condividere una strategia comune, consapevoli che la strada delle elezioni è al momento impercorribile perchè il nemico si è blindato nella sua fortezza ed ha alzato il ponte levatoio.

Oggi assume forza politica non l’organizzazione statica che conta migliaia di tesserati o vanta decine di simboli, che realizza congressi autoreferenziali per autoproclamarsi soggetto federativo, ma un’organizzazione dinamica che mobilita gli slogan contenuti nei programmi (uscita da UE), in percorsi di azione capaci di incidere e determinare le scelte politiche locali, nazionali e sovranazionali.

In tanti preconizzano una maxi-diserzione delle prossime europee che verosimilmente segnerà il capolinea dei partiti convenzionali. L’alternativa si configura unicamente nel rilanciare la partecipazione democratica e l’esercizio della sovranità in forme inedite, creative e innovative.

Di Raffaele Varvara, per ComeDonChisciotte.org

  1. https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2023-12-21/spesa-sanitaria-2022-italiani-hanno-pagato-tasca-propria-4026-miliardi-83percento-192355.php?uuid=AF7a5A9B
  2. https://www.repubblica.it/salute/2024/03/27/news/sanita_poverta_rinuncia_cure-422381005/


https://comedonchisciotte.org/liste-dattesa-bloccate-il-grimaldello-per-accedere-alle-cure-nei-tempi-e-senza-pagare/

La solidarietà salverà il mondo.

 















Il risentimento, quello assale chi ha dato e pretende di ricevere, non è una buona sensazione.
Si dà non per ricevere, ma per aiutare chi è in difficoltà, senza pretendere nulla in cambio, altrimenti sarebbe uno scambio, un mercimonio.
Chi dà è felice di aver fatto una buona cosa, è questa la vera ricompensa;
chi riceve nel momento di bisogno, sa bene che chi lo ha fatto è una persona positiva e non ha necessità di ricevere qualcosa in cambio, quindi, non si sente in dovere di sottomettersi ad esso.
Questo, l'atto di sottomissione, è un mercimonio abietto, utilizzato maggiormente da molti dei nostri politici, che rappresentano ciò che, chi dà per solidarietà e non per ottenere un riscontro, non vorrebbe mai essere.
Buona giornata a tutti, spero che vi capiti di fare qualcosa di buono per trarne soddisfazione morale e cominciare bene ogni giornata.

cetta