mercoledì 31 marzo 2010

Il “Movimento 5 stelle” e il successo alle Regionali - Peter Gomez


Beppe Grillo cosa è successo in Piemonte?

Dicono che avete fatto perdere al centrosinistra la regione.


“Guardi, la verità è un’altra: Mercedes Bresso ci ha tolto un sacco di voti”. Se si volesse trattare il Movimento 5 Stelle come una sorta di fenomeno pop, nato al seguito di un comico famoso, si potrebbe chiudere l’intervista qui. Con una battuta. Ma la realtà è un’altra. E va ben oltre i risultati elettorali che hanno sancito expot dei ragazzi di Grillo in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Piemonte, con percentuali che variano tra il 3 e il 7 per cento. Perché ormai da anni, mentre tutti li accusavano di anti-politica, decine di migliaia di giovani in Italia facevano politica.Grazie alla Rete e radunati nei meetup (un milione e mezzo di iscritti) discutevano di problemi del territorio, di termo-valorizzatori, di biomasse, di economia e sviluppo. Organizzavano incontri con esperti e premi Nobel, mettevano in calendario dibattiti e conferenze.


Tutto bello, Grillo, però la morale è che Berlusconi, lo psiconano, ora può sostenere di aver vinto. E Bersani dice che il vostro è stato un cupio dissolvi...


“Con Bersani non parlo, è un dipendente. Io parlo solo con D'Alema. E poi il loro gioco è proprio quello dei bari. Fanno come le squadre di calcio, si vendono le partite prima”.


Vuol dire che il risultato delle Regionali era stato deciso a tavolino?

“Registro ciò che vedo. Funziona così: io ti metto Loriero in Calabria - e so già che non prendo un voto - se mi dai un pezzo di Veneto. Io metto De Luca in Campania, se tu mi dai qualcosa d’altro. Solo che nel Lazio, con la storia della lista della Polverini, gli è andata male. Ma candidare in Lombardia una salma come Penati vuol dire sapere già che si perde. Queste sono spartizioni che la gente ha capito. Ecco perché si astiene”.


E se invece quella del Pd fosse solo stupidità?


“Se lo è, è ancora peggio. Se fosse così non avrebbero nemmeno il diritto di gestire un condominio”.


Però il Pd ha ancora milioni di voti. Ai loro elettori cosa dice?.


“Guardi, questa estate, quando avevo fatto la provocazione di candidarmi a segretario del partito, avevo detto: prendetevi il nostro programma, non potete avere lo stesso del Pdl. Prendete il nostro programma sull'acqua pubblica, sul wi-fi gratuito, sui trasporti, sulcemento zero. Lì dentro c’era tutto: dalle leggi, proposte, con centinaia di migliaia di firme sul ritorno al voto di preferenza, sino all’ineleggibilità dopo due legislature, all’abolizione della legge Gasparri e all’informazione e al Parlamento pulito. Così alle primarie non mi hanno fatto partecipare. E sa perché?.”


No.


“Del loro elettorato non si fidano. D’Alema dovrebbe per una volta uscire allo scoperto e fare la prova canotto...”


Canotto? Io credevo che andasse in barca a vela...


“No, lui e gli altri devono usare il canotto, se davvero hanno consenso. Radunino una folla e poi prendano un canotto e si facciano trasportare dalla gente. Loro devono fidarsi del loro elettorato. Io l’ho fatto due volte, durante la campagna per le Regionali, e garantisco che è davvero un atto di fiducia mettersi in mano alla gente”.


Potrebbe anche essere populismo. I bagni di folla piacciono soprattutto a Berlusconi...


“Non mi pare proprio. Perché il percorso che ci ha portato al successo di oggi è cominciato dal basso. Non dall’alto. È democrazia partecipativa partita dai social network. Dai risultati delle primarie che consegnammo a Romano Prodi. Il quale non comprese assolutamente che cosa erano. Eppure si trattava della sintesi di otto mesi di dibattito tra 800.000 persone. Una discussione a cui avevano partecipato premi nobel e idraulici, elettricisti e ingegneri dell’energia, su temi come la salute, i trasporti, la borsa, la Telecom. Ci eravamo messi d’accordo su otto punti. Ma visto che non ci hanno nemmeno preso in considerazione vuol dire che anche a lui interessavano solo i comitati di affari”.


O forse era semplicemente troppo vecchio per capire...


“Il fatto è che, anche se non se ne sono accorti, tutto sta cambiando. Ma oggi, a parte le nostre liste, l’unica nota vera è la Lega che è un movimento basato sul territorio. Eppure tra un anno noi, grazie al Web avremo più di 100.000 iscritti al Movimento e tutti allora ci dovranno considerare. Anche i tg, di cui peraltro ci importa molto poco. Anche se, visto il digital divide, adesso può succedere che in Campania, dove c’è forse il più bel meetup d’Italia con 4000 iscritti, ci siano delle difficoltà a farci conoscere”.


Diceva della Lega. Grillo ma non è che anche lei e il suo movimento state diventando federalisti?


“Non è una questione di ideologie. I nostri eletti sono laici e rispondono solo ai social network. Sono dei terminali dei social network. Nelle regioni si prendono decisioni importanti: si decide sulla salute, sull’acqua, sulla vita della gente. Ma i cittadini non sanno nulla. I nostri consiglieri saranno così dei terminali per svelare che cosa succede e per portare nelle regioni dei progetti elaborati dalla rete”


Progetti?


“Ne abbiamo migliaia e molti li abbiamo proposti e attuati nei piccoli comuni dove siamo già presenti. Abbiamo, per esempio, fatto risparmiare migliaia di euro alle amministrazioni passando alla luce fredda, alla raccolta differenziata spinta o riaprendo le piccole centrali elettriche. Se nel mondo ci sono cose che funzionano bisogna copiarle”.


E il federalismo?


“Come per tutto il resto sarà la rete a doverlo discutere. Io ho provato a leggere quello proposto dalla Lega, non si capisce niente. Ma se loro saranno furbi e cercheranno di illustrarlo in maniera comprensibile, si potrà iniziare un dibattito. Perché, per esempio, il federalismo sulla scuola non funziona. Esiste in Svizzera ma lì oggi tentano di uniformare il servizio scolastico. Lo stesso vale probabilmente per la sanità. Molto va ripensato, ma il servizio sanitario nazionale resta interessante”.


Intanto però la Lega è alleata di Berlusconi che controlla tv, informazione e vuole controllare pure la giustizia...


“Ma lui non ha vinto le elezioni. Lo psiconano è scomparso. E lo ha capito. Perché lo si può considerare come si vuole, ma non è stupido. Sa che il Pdl non c’è più, come non c’è più il Pd. Ormai è un anziano di 75 anni con attorno una serie di scarafaggi che si stanno preparando a sostituirlo. Perché qui non è più un problema di destra o di sinistra. Di Berlusconi o non di Berlusconi. Noi siamo un Paese economicamente fallito e tra pochi mesi, purtroppo, sarà chiaro a tutti”.


Da: "il Fatto Quotidiano" del 31 marzo 2010


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