Grillo sul ddl intercettazioni: “Pronto a non rispettarlo. Governo e Parlamento non rappresentano nessuno”
“Possono fare tutte le leggi che vogliono, ma se io non ci credo non le rispetto.
Io sono già al di fuori.
Se imbrigliano la stampa, non mi fermo e nemmeno la gente della Rete.
Poi ci saranno conseguenze per me, ma anche per chi fa queste leggi. Lo dico senza rabbia, con serenità.
Se pago le tasse, se rispetto la legge, non è perché mi obbligano o per paura.
Lo faccio perché mi sembra moralmente giusto. Mettiamola così… e se introducessero le leggi
razziali, voi che cosa fareste?”.
Grillo disobbedirà alla legge bavaglio?
“Bondi, Matteoli, Lunardi... la gente che fa le leggi non rappresenta più nessuno.
Lo Stato resiste perché ci sono questi medium che fanno da intermediari con l’aldilà.
Ma io non faccio parte del loro Stato.
Ma ci pensate? In America Obama sta facendo la riforma della finanza e noi abbiamo ancora Ligresti, Colaninno, Tronchetti Provera che siedono in dieci società contemporaneamente.
Sono comeWil Coyote, il personaggio dei fumetti che cammina nel vuoto e non si accorge che gli è finita la terra sotto i piedi”.
Beppe Grillo prima lancia un messaggio ai suoi amici della Rete: non ci faremo mettere il bavaglio.
Poi sfiora toni catastrofici: “Il virus italiano si sta diffondendo”.
Poi lancia una sfida continentale: “Metteremo in piedi una rete dei blog europei”.
Grillo è appena tornato da Londra, sta lanciando il nuovo dvd (“Un grillo mannaro a Londra”) che racconta gli incontri con politici, economisti, professori universitari d’Oltremanica. E sprizza entusiasmo da tutti i pori, come un adolescente che ha scoperto la città dalle mille luci. “Ma vi rendete conto: abbiamo fatto i nostri incontri nei parchi. Così si fa: la città è di tutti. Ci sedevamo lì e parlavamo. Più di cento persone… che spettacolo Londra… genti diverse, culture che si incontrano, poi colori, profumi. Altro che da noi”.
Grillo in Inghilterra, proviamo a importare un po’ di civiltà anglosassone?
“No, macché. Saremo noi a contagiarli. Siamo noi i più pericolosi. Basta guardare indietro: è Mussolini che ha inventato Hitler, mica il contrario. E le mafie che dominano la criminalità organizzata in giro per il mondo di chi sono… nostre. Siamo contagiosi, basta che uno stia una settimana in Italia e resta fregato. Guardate che cosa è successo al povero presidente Topolanek. A casa sua era una persona seria, poi è venuto in Italia e zac… l’hanno fotografato nudo in mezzo alle ragazzine”.
L’Europa berlusconizzata… è andato a Londra per mettere in guardia gli inglesi?
“Mi sono trasformato nel ‘Grillo M a n n a ro ’, ma in fondo sono buono, non divoro nessuno. Ululo alla luna nella City di Londra. Voglio fare paura ai politici e agli economisti inglesi con un racconto agghiacciante…una storia horror con personaggi come Berlusconi, Napolitano e Geronzi”. Il Cavaliere fa più paura del Mastino dei Baskerville? “No, non mi credono. Roba da matti, se gli racconto l’Italia di oggi non si spaventa nessuno perché sembra una storia troppo incredibile. Metafisica. Berlusconi, Napolitano e Geronzi… all’estero nessuno crede alla loro esistenza. Entità che mettono a repentaglio la cultura occidentale.
Ora può succedere anche a Parigi. Il virus si sta spargendo, Cameron lo troveranno con una pensionata di ottant’anni, la Merkel con un quindicenne palestrato, Sarkozy con trans”.
Qualcuno la rimprovera di disfattismo, di parlare sempre male dell’Italia…
“G u a rd i … sono arrivato a Oxford e ho scoperto che l’insegnante di letteratura inglese è una signora di Napoli. Una con delle palle esagonali. E poi architetti, scienziati, economisti. No, io non parlo male degli italiani, anzi, noi abbiamo una fantasia che gli altri si sognano. Noi abbiamo delle marce in più. Poi, però, i nostri ragazzi devono lasciare il Paese e non tornano più. Qui devi vivere con 2.000 euro al mese. Qui ti spegni come una fiamma senza ossigeno, mentre all’estero puoi fare quello che hai studiato e sognato…”.
Perché in Italia no? Colpa di Berlusconi?
“No, non è soltanto lo psiconano. Non diamo tutte le colpe a lui, troppo facile. È il Paese che è fallito. Abbiamo 100 miliardi di interessi per il debito pubblico, un terzo delle industrie chiuse.
Qui viviamo di opere e di cemento. L’economia sta su sulla sabbia impastata, come i castelli della spiaggia. Qui devi delinquere per sopravvivere, ma tanti italiani non se la sentono più”.
Va bene, ma se lei fosse al governo che cosa farebbe?
“Tante riforme: tanto per cominciare le leggi tre mesi prima di entrare in vigore devono andare su Internet, poi vogliamo referendum propositivi validi anche senza quorum. E ancora: via le province, addio doppi incarichi. In economia via le stock option e introduzione di un tetto massimo e minimo per i salari di manager e operai. Ma devo continuare…?
Perché qui non si finisce più, riforma della scuola, obbligo per tutti di studiare la Costituzione”.
Basta così. Ma cambiare adesso, con la crisi, non è poi così facile…
“E invece è proprio questa la grande occasione, il fallimento dell’economia che ci permette di riscrivere le regole”.
Intanto cominciate con la rete europea. Ma il blog di Beppe Grillo è davvero esportabile? Sta per nascere Joseph Cricket e Joseph Grillon?
“Sono stato in Francia, Olanda, Germania, Austria. Dappertutto ci hanno chiesto di raccontare
come sono nate le nostre liste Cinque Stelle. C’è un comico, Mark Thomas, che è un Grillo
inglese: chi entra ai suoi spettacoli vota sui problemi della città.
Mark ha un blog con il suo pubblico, prende posizione, ha scritto un manifesto politico”.
Ma quali problemi abbiamo in comune? Pensa che un tedesco si mobiliterebbe per noi?
“Non ci conosciamo, i tedeschi non sanno niente di noi. E i bulgari? Sappiamo appena che esistono. Manca un’identità. Eppure ci sono tante battaglie da fare insieme. Prendete la Slovacchia dove l’Enel vuole costruire due centrali nucleari. Ci stiamo lavorando.
Ancora: siamo in contatto con blogger indiani e serbi. Stiamo mettendo su un programma
da condividere con la rete del resto d’E u ro p a ”.
Così è nato “Il grillo mannaro a Londra”, un viaggio in Europa, chissà che idea si faranno
gli altri di noi…
“Non è uno spot su Londra, né una denigrazione dell’Italia. È un modo per raccontare che i sogni
si possono realizzare. E poi le soluzioni si condividono, diventano patrimonio di tutti, grazie alla
rete. Preparatevi, adesso dopo l’Italia puntiamo all’Europa. Insieme potremo affrontare tante
battaglie, come quella sulla legge bavaglio.
Da: "Il Fatto Quotidiano del 23 maggio 2010
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