Mentre in Europa si discute la proposta de ''Il Fatto Quotidiano''
di Aaron Pettinari - 19 ottobre 2010
Alle risorse pubbliche, talvolta comunitarie, sono legati «fenomeni di corruzione e dissipazione». Fenomeni che «persistono e preoccupano i cittadini, ma anche le istituzioni, il cui prestigio ed affidabilità sono messi a dura prova da condotte individuali riprovevoli».
A denunciarlo è il nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, durante il discorso di insediamento, indicando anche una via da seguire per ritornare a quel senso etico, spesso dimenticato: “La soluzione è il retaggio di valori dei quali la Corte dei Conti è depositaria: l'onestà degli intenti e dei comportamenti, l'etica del servizio, il corretto agire delle Pubbliche amministrazioni, il perseguimento del bene dell'uomo e della collettività". Valori che "hanno conosciuto e verosimilmente sempre conosceranno offese ed offuscamenti, ma hanno sempre finito e sempre finiranno per rifulgere di un loro proprio, nitido splendore".
Una denuncia che per il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, richiama Governo ed Istituzioni: “Il monito lanciato dalla Corte dei Conti – ha detto - certifica l'esistenza di un sistema di malaffare che blocca lo sviluppo del Paese. Da tempo siamo in attesa che il governo porti in Parlamento la legge anticorruzione annunciata diversi mesi fa e già insabbiata il giorno dopo per dare spazio a norme salva cricche. Bisogna affrontare il problema a viso aperto a cominciare dalla questione morale, che attraversa in modo dirompente il governo e la sua maggioranza. La politica tutta deve avere il coraggio di fare scelte nette che diano credibilità ai partiti e alle istituzioni. La legge anticorruzione potrebbe essere un buon punto di partenza, ma servono comportamenti e decisioni coerenti”.
Il ddl a suo tempo era stato presentato dalla maggioranza come la risposta agli scandali continui esplosi sin dai primi mesi dell'anno (vedi Protezione Civile, Fastweb, e poi ancora caso Scajola e affaire P3), a cui si aggiungevano i dati forniti dalla Banca Mondiale e poi dalla Corte dei Conti, secondo cui le tangenti, con tutto l’indotto, impongono ai cittadini italiani una tassa occulta di 50-60 miliardi di euro all’anno. Ma il testo, scritto dal ministro Angelino Alfano, nonostante i continui propositi di rilancio si è arenato in commissione al Senato dallo scorso marzo e appare comunuqe inadeguato contro il malaffare.
Lo scorso settembre “Il Fatto Quotidiano”, in collaborazione con alcuni giuristi, ha presentato un nuovo testo decisamente più rigoroso che, diversamente da quanto accade in Italia, verrà presentato ufficialmente domani, alla sede di Strasburgo del Parlamento Europeo.
La legge promossa dal giornale di Antonio Padellaro, tra gli altri punti tratta il recepimento della Convenzione penale del Consiglio d’Europa sulla corruzione, il ripristino del reato di falso in bilancio e l’introduzione di nuove fattispecie di reato per la sanzione dei nuovi crimini in questo mondo sempre pià globalizzato. Una proposta che è stata accolta dai membri del Pd al Parlamento Europeo, Sassoli e Crocetta, e che verrà presentata e discussa con l'apporto dello stesso Padellaro, di Marco Travaglio, della vice presidente del Parlamento Europeo Roberta Angelilli e l'eurodeputato dell'Idv, Luigi de Magistris.
Leggi la proposta di legge (http://www.ilfattoquotidiano.it)
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