I periti dimostrano l’autenticità del documento, scritto dall’ex sindaco tra il ’96 e il 2000. Massimo Ciancimino annuncia querela per i diffamatori.
di Silvia Cordella - 18 ottobre 2010 - ALL'INTERNO L'AUDIO DI RADIO RADICALE!
La lettera che Vito Ciancimino scrisse all’on. Berlusconi per “mettere a disposizione una delle sue reti televisive” è assolutamente autentica.
Prive di fondamento risultano quindi le accuse di Mori e dei suoi sostenitori. Gli stessi che, con teorie approssimative e fantasiose hanno preso come buone le dichiarazioni di un imputato di mafia piuttosto che il responso scientifico. Per questo motivo Ciancimino jr. ha dato mandato al suo legale di querelare i giornalisti de “La Stampa”, “Il Giornale”, “Il Giornale di Sicilia” e altri pseudo articolisti che, affermando il falso, hanno dichiarato come certa la contraffazione del documento, danneggiando così anche l’immagine del teste. Nel complesso quindi le perizie dei funzionari della polizia scientifica sui documenti consegnati da Massimo Ciancimino ai procuratori di Palermo e Caltanissetta, sono risultati compatibili con quanto dichiarato dallo stesso testimone negli interrogatori in Procura. Su 55 fogli uno solo è risultato “alterato” ma si tratta, come lo stesso Ciancimino ha spiegato ai pm Lari e Di Matteo il 1° dicembre 2009, di “appunti misti” fotocopiati in vista della stesura di un libro che aveva in programma di realizzare tra il 2000 e il 2002 con suo padre. Un foglio fotocopiato in A4 in cui vi si trovano appunti dei due Ciancimino in merito ad alcuni argomenti da trattare: “Berlusconi-Ciancimino”, “Milano truffa assicurazioni”, “Milano-Gelli-Bono-Calvi”. Ed è lo stesso teste che ai magistrati aveva spiegato: “Guardando il foglio alla mia sinistra è la mia grafia, alla mia destra è la grafia di mio padre. Gli appunti più chiari sono scritti a matita da mio padre, infatti li ho fotocopiati per evidenziarli meglio. Quelli più scuri... è la mia grafia. Erano argomenti che mi ripromettevo di approfondire con mio padre”. A questo punto il pm chiedeva: “Quindi è un foglio misto?”. Ciancimino: “Sì, è un figlio misto”. Il Pm: “Quindi è un collage?”. Ancora Ciancimino: “Esatto”. Ed ancora l’inquirente: “Ridotto in fotocopia?”. E il dichiarante: “Sì”.
Perciò nessun fotomontaggio è stato scovato, né da parte di Massimo Ciancimino è emersa alcuna prova di manipolazione con lo scopo di rafforzare le dichiarazioni del padre. Solo ora quindi si può affermare l’autenticità dei manoscritti di don Vito portati a processo, come quello in originale scritto a matita su carta messa in commercio dall'ottobre '96 al febbraio 2001, acquisito durante l’ultima udienza. Un appunto attribuito anche questo, dai periti, a Vito Ciancimino in cui lo stesso, rifiutandosi di parlare in udienza a Firenze nel processo sulle stragi, affermava che Mori e De Donno in dibattimento avevano reso falsa testimonianza.
AUDIO Processo a Mauro Obinu e Mario Mori del 12 ottobre 2010
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