Concussione e abuso d’ufficio: analizzando le telefonate di Augusto Minzolini con Gianni Letta eGianni Alemanno, il gip di Trani, Roberto Oliveri del Castillo, s’è convinto che il direttore del Tg1 potrebbe aver commesso dei reati. Se così fosse, questi reati avrebbero inciso anche sulla conduzione del telegiornale e, di conseguenza, sulla qualità dell’informazione pubblica.
Nelle conversazioni intercettate – per quanto risulta al Fatto Quotidiano – due, in particolare, hanno suscitato l’attenzione del gip. Nella prima, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si lamenta con Minzolini per un’inchiesta, condotta dai cronisti Rai, sulla vita notturna nella capitale. Il “direttorissimo”, a sua volta, viene intercettato mentre rintraccia il cronista che l’ha realizzata. E lo redarguisce con toni piuttosto bruschi. Se la procura dovesse decidere d’aprire un fascicolo, dopo aver iscritto Minzolini nel registro degli indagati, dovrebbe poi verificare se, in seguito alle telefonate, il servizio sulla movida a Roma sia stato mai trasmesso. Nella conversazione con Letta, invece, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, s’interessa ad alcuni giornalisti e discute, sempre con Minzolini, della loro posizione in Rai.
Il provvedimento del gip – che descrive un Minzolini ossequiosamente assediato dal Pdl – è ora all’attenzione del pool di magistrati che, nel marzo 2010, istruì il fascicolo – aperto all’epoca dal pmMichele Ruggiero – sulle pressioni esercitate da Silvio Berlusconi per silenziare Annozero. Le intercettazioni che riguardano Minzolini, Letta e Alemanno, infatti, furono registrate nel 2009 durante quella stessa inchiesta. E lo stesso pool, guidato dal procuratore capo Carlo Maria Capristo, ora dovrà decidere se iscrivere nel registro degli indagati Minzolini e – se lo riterrà opportuno – anche Letta e Alemanno. Il contenuto delle telefonate è comunque “top secret”, ma il quadro emerso, durante l’ascolto delle intercettazioni, rischia di far saltare gli equilibri dell’informazione in Rai: in alcune intercettazioni, le pressioni esercitate dal Pdl, sono infatti piuttosto esplicite. Andrebbe verificato, a questo punto, se e come, il direttore del Tg1 le abbia mai assecondate. Se queste telefonate saranno rese note, inoltre, toccherà ancora una volta alla Procura di Trani raccontare i retroscena – e con essi i meccanismi – dell’informazione pubblica, svelando i rapporti tra il Pdl e il direttore del telegiornale Rai più influente.
Il gip non ha usato toni morbidi, la sua analisi è impietosa, proprio per la funzione pubblica esercitata da Minzolini: la sua sollecitazione, indirizzata alla procura, per verificare se il direttore ha commesso dei reati è piuttosto netta. E così, le indagini della magistratura sull’informazione in Rai, si spostano da Annozero al Tg1. In pochi giorni sono stati aperti due fronti.
Il primo è quello della Procura di Roma: nel registro degli indagati, con l’accusa di abuso d’ufficio, sono stati iscritti Silvio Berlusconi, l’ex dg della Rai Mauro Masi e l’ex commissario dell’AgcomGiancarlo Innocenzi. La storia è nota: il premier fu intercettato mentre interveniva su Innocenzi per ostacolare le inchieste di Annozero. Il pm Ruggiero ipotizzò, per il premier, i reattori di concussione e minaccia, mentre ritenne Innocenzi parte offesa (salvo indagarlo per favoreggiamento, quando negò di aver ricevuto pressioni) e Masi rimase estraneo all’indagine. Trasmesso il fascicolo alla Procura di Roma, l’indagine passò poi al Tribunale dei ministri che soltanto una settimana fa, dopo ben 15 mesi, ha chiesto ai pm capitolini di mutare l’ipotesi di reato, trasformandola in abuso d’ufficio, sia per Berlusconi, sia per Masi e Innocenzi. Richiesta che la Procura di Roma, tre giorni fa, ha accolto effettuando l’iscrizione per i tre nel registro degli indagati. Il secondo fronte, quello che riguarda Minzolini, nasce dallo stesso filone d’indagine. Nel marzo 2010 – quando la Procura di Trani decide d’indagare su Berlusconi – il pool guidato da Capristo scrive al gip una richiesta: nel fascicolo ci sono centinaia di telefonate tra politici – parlamentari e non – con il “direttorissimo”. La procura chiede di sapere se devono essere distrutte, perché penalmente irrilevanti, oppure no.
La risposta è arrivata in queste ore. Alcune telefonate non vanno distrutte perché, secondo Oliveri del Castillo, hanno una rilevanza penale – per così dire – “diretta”. Altre – che secondo i gip, allo stesso modo, non meritano d’essere distrutte – hanno invece una rilevanza “indiretta”: aiutano a comprendere lo scenario, il contesto dell’eventuale reato, sono quindi utili per inquadrare penalmente la posizione di Minzolini. Al di là della vicenda penale, però, sarebbero utili anche a comprendere la correttezza della sua direzione al Tg1. E nelle conversazioni da “scenario”, tra le più significative, ci sono quelle con Maurizio Gasparri e Paolo Bonaiuti. Nei prossimi giorni, il pool della Procura di Trani e il suo capo, Nicola Maria Capristo, valuteranno le considerazioni del gip. Se dovessero poi aprire un fascicolo – eventualmente anche su Letta e Alemanno – l’indagine potrebbe essere trasferita a Roma.
Nelle conversazioni intercettate – per quanto risulta al Fatto Quotidiano – due, in particolare, hanno suscitato l’attenzione del gip. Nella prima, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, si lamenta con Minzolini per un’inchiesta, condotta dai cronisti Rai, sulla vita notturna nella capitale. Il “direttorissimo”, a sua volta, viene intercettato mentre rintraccia il cronista che l’ha realizzata. E lo redarguisce con toni piuttosto bruschi. Se la procura dovesse decidere d’aprire un fascicolo, dopo aver iscritto Minzolini nel registro degli indagati, dovrebbe poi verificare se, in seguito alle telefonate, il servizio sulla movida a Roma sia stato mai trasmesso. Nella conversazione con Letta, invece, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, s’interessa ad alcuni giornalisti e discute, sempre con Minzolini, della loro posizione in Rai.
Il provvedimento del gip – che descrive un Minzolini ossequiosamente assediato dal Pdl – è ora all’attenzione del pool di magistrati che, nel marzo 2010, istruì il fascicolo – aperto all’epoca dal pmMichele Ruggiero – sulle pressioni esercitate da Silvio Berlusconi per silenziare Annozero. Le intercettazioni che riguardano Minzolini, Letta e Alemanno, infatti, furono registrate nel 2009 durante quella stessa inchiesta. E lo stesso pool, guidato dal procuratore capo Carlo Maria Capristo, ora dovrà decidere se iscrivere nel registro degli indagati Minzolini e – se lo riterrà opportuno – anche Letta e Alemanno. Il contenuto delle telefonate è comunque “top secret”, ma il quadro emerso, durante l’ascolto delle intercettazioni, rischia di far saltare gli equilibri dell’informazione in Rai: in alcune intercettazioni, le pressioni esercitate dal Pdl, sono infatti piuttosto esplicite. Andrebbe verificato, a questo punto, se e come, il direttore del Tg1 le abbia mai assecondate. Se queste telefonate saranno rese note, inoltre, toccherà ancora una volta alla Procura di Trani raccontare i retroscena – e con essi i meccanismi – dell’informazione pubblica, svelando i rapporti tra il Pdl e il direttore del telegiornale Rai più influente.
Il gip non ha usato toni morbidi, la sua analisi è impietosa, proprio per la funzione pubblica esercitata da Minzolini: la sua sollecitazione, indirizzata alla procura, per verificare se il direttore ha commesso dei reati è piuttosto netta. E così, le indagini della magistratura sull’informazione in Rai, si spostano da Annozero al Tg1. In pochi giorni sono stati aperti due fronti.
Il primo è quello della Procura di Roma: nel registro degli indagati, con l’accusa di abuso d’ufficio, sono stati iscritti Silvio Berlusconi, l’ex dg della Rai Mauro Masi e l’ex commissario dell’AgcomGiancarlo Innocenzi. La storia è nota: il premier fu intercettato mentre interveniva su Innocenzi per ostacolare le inchieste di Annozero. Il pm Ruggiero ipotizzò, per il premier, i reattori di concussione e minaccia, mentre ritenne Innocenzi parte offesa (salvo indagarlo per favoreggiamento, quando negò di aver ricevuto pressioni) e Masi rimase estraneo all’indagine. Trasmesso il fascicolo alla Procura di Roma, l’indagine passò poi al Tribunale dei ministri che soltanto una settimana fa, dopo ben 15 mesi, ha chiesto ai pm capitolini di mutare l’ipotesi di reato, trasformandola in abuso d’ufficio, sia per Berlusconi, sia per Masi e Innocenzi. Richiesta che la Procura di Roma, tre giorni fa, ha accolto effettuando l’iscrizione per i tre nel registro degli indagati. Il secondo fronte, quello che riguarda Minzolini, nasce dallo stesso filone d’indagine. Nel marzo 2010 – quando la Procura di Trani decide d’indagare su Berlusconi – il pool guidato da Capristo scrive al gip una richiesta: nel fascicolo ci sono centinaia di telefonate tra politici – parlamentari e non – con il “direttorissimo”. La procura chiede di sapere se devono essere distrutte, perché penalmente irrilevanti, oppure no.
La risposta è arrivata in queste ore. Alcune telefonate non vanno distrutte perché, secondo Oliveri del Castillo, hanno una rilevanza penale – per così dire – “diretta”. Altre – che secondo i gip, allo stesso modo, non meritano d’essere distrutte – hanno invece una rilevanza “indiretta”: aiutano a comprendere lo scenario, il contesto dell’eventuale reato, sono quindi utili per inquadrare penalmente la posizione di Minzolini. Al di là della vicenda penale, però, sarebbero utili anche a comprendere la correttezza della sua direzione al Tg1. E nelle conversazioni da “scenario”, tra le più significative, ci sono quelle con Maurizio Gasparri e Paolo Bonaiuti. Nei prossimi giorni, il pool della Procura di Trani e il suo capo, Nicola Maria Capristo, valuteranno le considerazioni del gip. Se dovessero poi aprire un fascicolo – eventualmente anche su Letta e Alemanno – l’indagine potrebbe essere trasferita a Roma.
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