Dal caso Caldoro al Lodo, ecco le telefonate che portano al "capo supremo". Spesso il Cavaliere viene chiamato Cesare. Nelle 66 mila pagine di inchiesta gli indagati dicono di comunicare con lui regolarmente.
ROMA - È il convitato di pietra di ogni pranzo organizzato dalla P3. L'uomo "ombra" evocato in centinaia di conversazioni intercettate. A volte è "Cesare". Altre volte è "l'uomo più importante d'Italia", il "capo supremo". E non c'è affare, decisione o azione della cosiddetta loggia P3 - dalle pressioni sui giudici alla assegnazione delle poltrone - nella quale a un certo punto i protagonisti non sentano l'esigenza di avere l'approvazione del premier, di chiamarlo.
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Questo raccontano le migliaia di telefonate contenute nei faldoni dell'inchiesta: 66 mila pagine depositate dai magistrati romani all'inizio di agosto, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio dei venti indagati.
Silvio Berlusconi, per i protagonisti di quella che i pm Giancarlo Capaldo e Rodolfo Sabelli hanno definito "una loggia segreta", è più di un'ossessione. Viene citato centinaia di volte, nascosto goffamente dietro nomignoli persino troppo scontati. Pasquale Lombardi, Arcangelo Martino e Flavio Carboni, i principali indagati insieme agli uomini di partito Denis Verdini e Marcello Dell'Utri, non sembrano leader autonomi. Dicono di comunicare con Berlusconi regolarmente. La P3 non si muove, se "Cesare" non vuole. E il riferimento al premier è presente negli "affari" sporchi dell'associazione.
CANDIDATO COSENTINO
In un'intercettazione del primo marzo 2010 il faccendiere Flavio Carboni e l'ex assessore campano Arcangelo Martino parlano della candidatura di Cosentino alle Regionali. Carboni sostiene che Verdini sia favorevole al coordinatore regionale del Pdl. Ma il parere di Berlusconi è fondamentale. "E poi chiamo anche Cesare d'accordo?", dice Carboni. Il giorno dopo Lombardi al telefono con Cosentino è contento. "Uè, habemus papam, lo sai? Allora ieri abbiamo tenuto una riunione con i tuoi vertici dove abbiamo consolidato la tua candidatura a cons... Presidente, ne abbiamo parlato, perché ieri abbiamo fatto un lungo discorso proprio con il vertice, ci mancava solo Silvio e poi stavano tutti là". Dopo poco Carboni chiamerà Martino e nell'appunto della finanza che precede la trascrizione della conversazione tra i due si legge: "Martino chiede se Cesare è rimasto contento e Carboni risponde di sì".
Il 3 giugno Cosentino e Martino parlano ancora delle candidature per le elezioni regionali. Martino: "M'ha chiamato il gran capo". Cosentino: "Quando quando?" "Il gran capo m'ha chiamato oggi. E mi detto "ti abbiamo accontentato"". Lo stesso giorno Arcangelo Martino avverte anche Lombardi: "Eh eh... mi ha chiamato il grande capo... ha detto "wow, siete una potenza". Ho detto no, siamo gente seria". Nonostante le rassicurazioni di Berlusconi, la candidatura di Cosentino però sfumerà a vantaggio di Caldoro.
L'EOLICO
Per l'affare sull'energia eolica in Sardegna Flavio Carboni riesce a farsi dare 6 milioni di euro da due imprenditori forlivesi, Alessandro Fornari e Fabio Porcellini. Secondo i pm Carboni girerà poi 800 mila euro ai deputati toscani Verdini e Parisi, mentre 100 mila euro finiscono nelle tasche di Dell'Utri. Durante l'operazione, però, ancora una volta i protagonisti si pongono il problema - stando alle carte - di sapere cosa ne pensa il premier.
A marzo del 2010 Carboni e Martino si parlano per mettere a punto gli ultimi passaggi dell'affare. "Ecco - dice al telefono Carboni - io vado (in Sardegna, ndr) stasera per quel contratto importante. Col "supremo" non faccio nessuna chiamata per il momento". "No, no, no - risponde Martino - non serve".
IL LODO ALFANO
La P3 cerca di pilotare il verdetto dei giudici che dovranno decidere sul lodo Alfano. Prova ad avvicinare alcuni magistrati. Il verdetto è previsto inizialmente per il 6 ottobre, poi slitterà al 7 e sarà negativo: il lodo è illegittimo. Settimane prima però, in un incontro a pranzo del 23 settembre, Lombardi aggiorna gli altri sulla conta dei voti favorevoli e contrari. "Abbiamo fissato che ogni giorno, ogni settimana bisogna che ci incontriamo per discutere tra di noi e vedere ando stà o' buono e ando sta o' malamente - spiega - e poi ammo vedè Cesare quanto prima".
Il 2 ottobre, è ancora Berlusconi il protagonista delle chiacchierate della P3. E' importante sapere se approva o no l'azione nei confronti della Corte Costituzionale. "Io la settimana prossima mi incontro con Cesare - rivela Nicola Cosentino a Lombardi - lui è rimasto contento per quello che gli stiamo facendo per il 6 e allora giustamente ci deve dare qualche cosa e ci deve dare te e non m'ha scassà o' cazz'".
Chissà perchè...
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