lunedì 31 ottobre 2011

"Rivendico il diritto ad esprimermi per difendere la Costituzione". - di Giuseppe Pipitone

Dopo gli attacchi di Cicchitto e Gasparri, le censure del segretario dell'Anm e addirittura gl'inviti a smettere la toga da parte del consigliere laico del Csm Bartolomeo Romano,  il procuratore aggiunto della Dda di Palermo difende il suo diritto all'espressione e alla difesa della Costituzione. Diritto condiviso dal collega Di Matteo:"Ingroia ha ragione, abbiamo il diritto - dovere di difendere la Costituzione".

Nelle ultime dodici ore è stato travolto da una pletora di attacchi di ogni tipo. Un polemico fuoco incrociato  orchestrato da esponenti politici del centro destra e membri laici del Csm, fino a rapide censure del segretario dell'Associazione Nazionale Magistrati.

Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Dda di Palermo, è finito sotto accusa per essersi definito un "partigiano della Costituzione" al congresso nazionale del Pdci di Oliviero Diliberto. I colonnelli del Pdl si sono attivati immediatamente. A partire dal presidente dei senatori del partito di maggioranza , Maurizio Gasparri che ha definito le parole di Ingroia addirittura come "gravi e inquietanti". A ruota si sono uniti subito Fabrizio Cicchitto - che è arrivato a teorizzare un'improbabile violazione della Costituzione dello stesso Ingroia - e il direttore de Il GiornaleAlessandro Sallustisecondo il quale le dichiarazioni del giudice palermitano permettono addirittura "di rileggere, e riscrivere, la recente storia dei rapporti tra politica e giustizia". Al leit motiv si sono subito aggiunti i membri non togati del Csm come Bartolomeo Romano che ha subito alzato il tiro proponendo che "se un magistrato vuole fare politica, si tolga la toga, magari per sempre".

Una vera e propria "sparatoria mediatica" a cui il procuratore aggiunto era però preparato. "Immaginavo che si sarebbe scatenato tutto questo. Sapevo che intervenendo al congresso di Diliberto per difendere la Costituzione suonava come una provocazione, ma io rivendico nonostante tutto il mio legittimo diritto all'espressione".

Dottore Ingroia, negli anni 70 e 80 capitava spesso che i magistrati intervenissero a convegni di partito - come quelli della Democrazia Cristiana per esempio - senza che scoppiasse alcuna polemica. Oggi succede che  esponenti politici siano presenti alle inaugurazioni dell'anno giudiziario e nessuno ha niente da ridire. Perchè invece appena lei interviene e congressi o manifestazioni e osa parlare di Costituzione scoppia un putiferio?

"Immagino che derivi tutto dall'imbarbarimento dello scontro politico. Un arretramento del dibattito complessivo che blocca il diritto ad esprimersi su temi assolutamenti normali per un magistrato, come d'altra parte è il rispetto della Costituzione. Sapevo che sarebbe successo, ma io ho giurato sulla Costituzione democratica, la difendo e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche”.

Sapeva che sarebbe successo questo putiferio. Perchè lo ha provocato?

"Appunto per rivendicare il mio diritto ad esprimermi su temi politici che devono essere cari a tutti noi. E' con questo spirito che sono intervenuto, e con questo spirito che interverrò. E' un diritto legittimo quello che rivendico:quello didifendere la Costituzione, il che equivale a difendere la legalità."

Anche a costo da essere investito da questa sequela di polemiche?
"Si, certo che si. Continuerò a rivendicare il mio diritto all'espressione, il mio diritto e dovere ad onorare la Costituzione,  augurandomi che si sviluppi in futuro un dibattito politico legittimo e serio."

Andrebbe a parlare di Costituzione ad un congresso del Pdl?

"Certo che ci andrei, solo che loro non mi hanno mai invitato. Ed è un errore pensare che io vada ai convegni di una sola parte politica. Sono stato anche ospite di  Futuro e Libertà per ben due volte, parlando degli stessi argomenti di ieri - Fabio Granata lo ricordava in un suo comunicato - senza che nessuno avesse niente da ridire".



http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=703

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