E' una delle grandi opere sulle spalle della quale il governo Berlusconi vorrebbe salvare la faccia. Ma rischia di diventare un boomerang. Gli smottamenti non si fermano, alcune case sono state evacuate. E i magistrati potrebbero mettere i sigilli ai cantieri.
Disastro colposo contro ignoti. È questo il reato ipotizzato dalla Procura di Bologna, che indaga sugli scavi per realizzare la Variante di valicodella Bologna e Firenze che stanno facendo franare il paesino di Ripoli-Santa Maria Maddalena, frazione di San Benedetto Val di Sambro. I residenti avevano presentato un esposto per i danni alle case, causati dagli smottamenti del terreno per i lavori della doppia galleria e ora, dopo che nelle ultime settimane i movimenti si sono fatti più consistenti, la magistratura si muove spedita. Il fascicolo, aperto ai primi giorni di maggio, era solo conoscitivo. Poi, dieci giorni fa, la svolta: per la Procura il reato è un altro.
Non si tratta quindi di danneggiamento, reato perseguibile solo a titolo di dolo, né di attentato alla sicurezza dei trasporti, come era trapelato la scorsa settimana. Il pubblico ministero Morena Plazzi e i carabinieri hanno già sentito alcune persone e stanno acquisendo la documentazione per valutare i profili tecnici dell’opera. Questo probabilmente porterà poi all’affidamento di una perizia che dovrà accertare le cause della frana, e di conseguenza trovare le eventuali soluzioni e, se ci saranno, i possibili rimedi.
Questo paese di 400 abitanti, che da decenni convive anche con i disagi di avere l’Autostrada del sole a monte e la Direttissima ferroviaria a valle, da qualche mese è costretto a sopportare anche gli sgomberi delle case e lo spauracchio di una frana da 2 milioni di metri cubi di terra. Per ora di abitazioni ne sono state sgomberate sette, ma si teme, ogni giorno che passa, che nuove famiglie saranno costrette a lasciare la casa dove magari da decenni hanno vissuto i loro padri o forse anche i loro nonni.
Mano mano che gli scavi delle due gallerie gemelle vengono avanti, infatti, è come se venisse tolta alla frana la terra sotto i piedi, e lei piano piano scivola giù proprio verso la ferrovia che passa lì sotto. La scorsa settimana il consigliere regionale Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle, aveva per primo dato voce alle paure dei cittadini. “Nelle settimane precedenti la frana si muoveva di un centimetro al mese. Ora invece, secondo le rilevazioni degli inclinometri, un centimetro è stato lo spostamento negli ultimi 12 giorni”, aveva detto il consigliere grillino.
La scorsa settimana era arrivata al sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Gianluca Stefanini, la lettera dell’assessorato alla Protezione Civile della Regione Emilia Romagna che si diceva molto preoccupata riguardo alle ultime rilevazioni sulla stabilità della valle. “L’analisi dei monitoraggi evidenzia una stretta dipendenza tra l’avanzamento della galleria e gli spostamenti. Nel periodo di agosto la sospensione dei lavori ha prodotto un rallentamento degli spostamenti significativo misurato in molti punti di monitoraggio. Con la ripresa dei lavori – scriveva ancora la nota dei tecnici della Protezione civile regionale – la velocità degli spostamenti è ripresa con entità simile al periodo pre-Agosto”. Il ragionamento poi terminava con una frase raggelante: “Le incognite sul comportamento complessivo della massa mobilizzata restano alte”. E anche se nei giorni successivi a quella lettera la Regione ha cercato di tranquillizzare, dicendo che è tutto “sotto controllo”, quella missiva di dieci giorni fa ha segnalato che qualcosa di grosso sta succedendo.
Intanto, alle accuse di immobilismo rivoltegli dai cittadini, il sindaco Gianluca Stefanini ribatte: “Da gennaio, appena la prima casa era stata lesionata, chiesi e ottenni l’utilizzo di sistemi di scavo diversi. Da allora sono riuscito a mettere il paese sotto controllo praticamente al 100 %”. Già, ma di questo passo con l’avanzamento dei lavori si potrebbe arrivare a svuotare per precauzione il paese? “I lavori della Variante io non li posso bloccare, ci vuole un motivo forte e anche la lettera della Regione non mi chiedeva il blocco. Senza un motivazione forte fare un’ordinanza è inutile, i lavori riprenderebbero dopo poco. Peraltro al momento i lavori nella canna nord del tunnel sono fermi per accertamenti”, spiega Stefanini.
I rapporti tra il primo cittadino e i residenti della piccola frazione, guidati dal combattivo Dino Ricci(un geometra in pensione che costruiva strade), si sono deteriorati. Venerdì sera, durante un fuori-onda di una diretta con l’emittente locale è-tv, il sindaco aveva apostrofato i suoi concittadini: “Se io blocco i lavori, vi mandano a vivere nei container e poi magari viene la polizia a manganellarvi come in Val di Susa”. Il sindaco spiega questa sua reazione. “Devo stare calmo, non devo perdere le staffe, perché devo tutelare queste persone, anche se il peso per lo stress che stanno subendo e per l’abbandono delle case si sente e si trasmette anche a noi”. I cittadini dal canto loro non ci stanno a passare per un fronte del No,per i “No Tav” dell’appennino: “Noi la variante non vogliamo bloccarla, vogliamo solo cambiare il tragitto di questo tunnel di 4 chilometri”.
Intanto, come riportato dalla pagina bolognese de la Repubblica, anche il prefetto di Bologna,Angelo Tranfaglia, chiederà chiarimenti ad Autostrade, Anas e a tutti i soggetti interessati. Insomma tutti sembrano muoversi, finalmente. Speriamo che, al contrario, la frana, si fermi un po’.
di David Marceddu e Nicola Lillo.
Non si tratta quindi di danneggiamento, reato perseguibile solo a titolo di dolo, né di attentato alla sicurezza dei trasporti, come era trapelato la scorsa settimana. Il pubblico ministero Morena Plazzi e i carabinieri hanno già sentito alcune persone e stanno acquisendo la documentazione per valutare i profili tecnici dell’opera. Questo probabilmente porterà poi all’affidamento di una perizia che dovrà accertare le cause della frana, e di conseguenza trovare le eventuali soluzioni e, se ci saranno, i possibili rimedi.
Questo paese di 400 abitanti, che da decenni convive anche con i disagi di avere l’Autostrada del sole a monte e la Direttissima ferroviaria a valle, da qualche mese è costretto a sopportare anche gli sgomberi delle case e lo spauracchio di una frana da 2 milioni di metri cubi di terra. Per ora di abitazioni ne sono state sgomberate sette, ma si teme, ogni giorno che passa, che nuove famiglie saranno costrette a lasciare la casa dove magari da decenni hanno vissuto i loro padri o forse anche i loro nonni.
Mano mano che gli scavi delle due gallerie gemelle vengono avanti, infatti, è come se venisse tolta alla frana la terra sotto i piedi, e lei piano piano scivola giù proprio verso la ferrovia che passa lì sotto. La scorsa settimana il consigliere regionale Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle, aveva per primo dato voce alle paure dei cittadini. “Nelle settimane precedenti la frana si muoveva di un centimetro al mese. Ora invece, secondo le rilevazioni degli inclinometri, un centimetro è stato lo spostamento negli ultimi 12 giorni”, aveva detto il consigliere grillino.
La scorsa settimana era arrivata al sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Gianluca Stefanini, la lettera dell’assessorato alla Protezione Civile della Regione Emilia Romagna che si diceva molto preoccupata riguardo alle ultime rilevazioni sulla stabilità della valle. “L’analisi dei monitoraggi evidenzia una stretta dipendenza tra l’avanzamento della galleria e gli spostamenti. Nel periodo di agosto la sospensione dei lavori ha prodotto un rallentamento degli spostamenti significativo misurato in molti punti di monitoraggio. Con la ripresa dei lavori – scriveva ancora la nota dei tecnici della Protezione civile regionale – la velocità degli spostamenti è ripresa con entità simile al periodo pre-Agosto”. Il ragionamento poi terminava con una frase raggelante: “Le incognite sul comportamento complessivo della massa mobilizzata restano alte”. E anche se nei giorni successivi a quella lettera la Regione ha cercato di tranquillizzare, dicendo che è tutto “sotto controllo”, quella missiva di dieci giorni fa ha segnalato che qualcosa di grosso sta succedendo.
Intanto, alle accuse di immobilismo rivoltegli dai cittadini, il sindaco Gianluca Stefanini ribatte: “Da gennaio, appena la prima casa era stata lesionata, chiesi e ottenni l’utilizzo di sistemi di scavo diversi. Da allora sono riuscito a mettere il paese sotto controllo praticamente al 100 %”. Già, ma di questo passo con l’avanzamento dei lavori si potrebbe arrivare a svuotare per precauzione il paese? “I lavori della Variante io non li posso bloccare, ci vuole un motivo forte e anche la lettera della Regione non mi chiedeva il blocco. Senza un motivazione forte fare un’ordinanza è inutile, i lavori riprenderebbero dopo poco. Peraltro al momento i lavori nella canna nord del tunnel sono fermi per accertamenti”, spiega Stefanini.
I rapporti tra il primo cittadino e i residenti della piccola frazione, guidati dal combattivo Dino Ricci(un geometra in pensione che costruiva strade), si sono deteriorati. Venerdì sera, durante un fuori-onda di una diretta con l’emittente locale è-tv, il sindaco aveva apostrofato i suoi concittadini: “Se io blocco i lavori, vi mandano a vivere nei container e poi magari viene la polizia a manganellarvi come in Val di Susa”. Il sindaco spiega questa sua reazione. “Devo stare calmo, non devo perdere le staffe, perché devo tutelare queste persone, anche se il peso per lo stress che stanno subendo e per l’abbandono delle case si sente e si trasmette anche a noi”. I cittadini dal canto loro non ci stanno a passare per un fronte del No,per i “No Tav” dell’appennino: “Noi la variante non vogliamo bloccarla, vogliamo solo cambiare il tragitto di questo tunnel di 4 chilometri”.
Intanto, come riportato dalla pagina bolognese de la Repubblica, anche il prefetto di Bologna,Angelo Tranfaglia, chiederà chiarimenti ad Autostrade, Anas e a tutti i soggetti interessati. Insomma tutti sembrano muoversi, finalmente. Speriamo che, al contrario, la frana, si fermi un po’.
di David Marceddu e Nicola Lillo.
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