Alessandro Alfano, attuale Segretario generale della Camera di Commercio di Trapani, sarebbe accusato di frode informatica. Il fratello dell'ex guardasigilli del governo Berlusconi si è laureato in economia nel 2009, ma ora il suo titolo di studio sarebbe a rischio. I legali: "Confidiamo in un rapido accertamento".
C'è anche il fratello dell'ex guardasigilli e attuale segretario Pdl Angelino Alfano, il 36enne Alessandro, tra i 32 indagati nell'ambito dell'indagine della procura di Palermo sugli esami fantasma all'università del capoluogo siciliano.
C'è anche il fratello dell'ex guardasigilli e attuale segretario Pdl Angelino Alfano, il 36enne Alessandro, tra i 32 indagati nell'ambito dell'indagine della procura di Palermo sugli esami fantasma all'università del capoluogo siciliano.
L'accusa per l'attuale Segretario generale della Camera di Commercio di Trapani sarebbe di frode informatica, mentre gli altri 29 sono indagati per reati più gravi, quali concorso in falso, truffa e corruzione.
L'inizio dell'indagine risale al 2009 e parte da una denuncia del rettore Roberto Lagalla. Da un controllo di routine, prima della discussione della tesi di una laureanda in Economia, fu scoperto infatti che nel fascicolo riguardante studentessa mancavano i verbali e gli statini di alcuni esami che invece risultavano regolarmente registrati nel database del computer della segreteria. Da qui l'esposto alla magistratura, vengono sentiti testimoni, la polizia analizza e incrocia i verbali cartacei degli esami con le informazioni riportate sui computer, con la conseguente scoperta di altri casi. Gli inquirenti scoprono anche che da un terminale della facoltà di economia era possibile accedere anche ai sistemi di altre facoltà.
Sotto inchiesta finirono tre dipendenti, due dei quali furono sospesi e una terza invece licenziata, dopo aver confessato di aver registrato alcuni esami in realtà mai sostenuti.
Secondo l'accusa esisteva un vero e proprio tariffario: tre mila euro per un esame di economia, mille per uno di Scienze Politiche, mentre per la facoltà di ingegneria il pagamento poteva avvenire anche a rate.
La laurea di Alfano risale al 2009 e il suo titolo di studio ora potrebbe essere a rischio. I suoi legali Grazia Voloe Nino Caleca confidano "in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura. Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo".
L'inizio dell'indagine risale al 2009 e parte da una denuncia del rettore Roberto Lagalla. Da un controllo di routine, prima della discussione della tesi di una laureanda in Economia, fu scoperto infatti che nel fascicolo riguardante studentessa mancavano i verbali e gli statini di alcuni esami che invece risultavano regolarmente registrati nel database del computer della segreteria. Da qui l'esposto alla magistratura, vengono sentiti testimoni, la polizia analizza e incrocia i verbali cartacei degli esami con le informazioni riportate sui computer, con la conseguente scoperta di altri casi. Gli inquirenti scoprono anche che da un terminale della facoltà di economia era possibile accedere anche ai sistemi di altre facoltà.
Sotto inchiesta finirono tre dipendenti, due dei quali furono sospesi e una terza invece licenziata, dopo aver confessato di aver registrato alcuni esami in realtà mai sostenuti.
Secondo l'accusa esisteva un vero e proprio tariffario: tre mila euro per un esame di economia, mille per uno di Scienze Politiche, mentre per la facoltà di ingegneria il pagamento poteva avvenire anche a rate.
La laurea di Alfano risale al 2009 e il suo titolo di studio ora potrebbe essere a rischio. I suoi legali Grazia Voloe Nino Caleca confidano "in un rapido accertamento della verità da parte della magistratura. Il nostro assistito ha effettuato regolarmente tutti gli esami, lo dimostreremo".
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