Molti materiali di origine terrestre nella composizione del nostro satellite.
MILANO
Uno studio dell’università di Chicago pubblicato su Nature Geoscience ha rivelato una “parentela” tra Luna e Terra molto più stretta di quanto si pensasse fino ad oggi. Gran parte dei materiali che costituiscono la luna sarebbe infatti di origine terrestre, e sarebbe stata strappata dalla Terra ancora “bambina”.
Come in un test del Dna per corpi celesti, i ricercatori guidati da Junjun Zhang hanno messo a confronto le diverse forme assunte dagli atomi di titanio (ovvero gli isotopi) sulla Terra e sulla Luna. Hanno così scoperto che, da questo punto di vista, i due corpi celesti sarebbero quasi “gemelli”: il rapporto fra i vari isotopi del titanio presenti sulla Terra è infatti praticamente identico a quello lunare.
Quello che apparentemente potrebbe sembrare una cosa di poco conto, rischia in realtà di riscrivere almeno in parte la storia della nascita della Luna. La teoria più accreditata, quella del cosiddetto “impatto gigante”, vorrebbe il nostro satellite nato da un grande scontro avvenuto 4,5 miliardi di anni fa tra la Terra ancora bambina e un corpo celeste delle dimensioni di Marte chiamato Theia.
Le simulazioni di questo impatto hanno finora dimostrato più volte che dal mantello della Terra primordiale sarebbe derivato non più del 60% del materiale che avrebbe poi formato la Luna: la parte restante sarebbe arrivata invece da questo misterioso Theia che, secondo l’ipotesi più diffusa, avrebbe dovuto avere una composizione chimica diversa da quella del mantello terrestre. Questo nuovo studio dimostra invece che questa ipotetica “impronta” chimica lasciata da Theia non sarebbe rilevabile, lasciando agli astronomi ancora un difficile rompicapo da risolvere.
«Non stupisce che oggi si discuta ancora della formazione della Luna, perché negli anni si sono susseguite molte ipotesi che poi, alla prova dei fatti, sono tramontate», commenta Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.
«Inizialmente abbiamo avuto la teoria della fissione, che voleva la Luna come una “costola” distaccata della Terra, poi quella della cattura, secondo cui la Luna sarebbe stata un corpo di passaggio catturato dalla forza di gravità terrestre, e ancora la teoria dell’accrescimento, secondo cui Terra e la Luna si sarebbero formate assieme nello stesso periodo. Al momento - aggiunge l’esperto - la teoria dell’impatto è quella più credibile, l’unica a giustificare l’età della Luna (più giovane della Terra) e la particolare inclinazione della sua orbita. La “ricetta” è ancora quella giusta - conclude Masi - bisogna solo capire la giusta quantità degli ingredienti».
Come in un test del Dna per corpi celesti, i ricercatori guidati da Junjun Zhang hanno messo a confronto le diverse forme assunte dagli atomi di titanio (ovvero gli isotopi) sulla Terra e sulla Luna. Hanno così scoperto che, da questo punto di vista, i due corpi celesti sarebbero quasi “gemelli”: il rapporto fra i vari isotopi del titanio presenti sulla Terra è infatti praticamente identico a quello lunare.
Quello che apparentemente potrebbe sembrare una cosa di poco conto, rischia in realtà di riscrivere almeno in parte la storia della nascita della Luna. La teoria più accreditata, quella del cosiddetto “impatto gigante”, vorrebbe il nostro satellite nato da un grande scontro avvenuto 4,5 miliardi di anni fa tra la Terra ancora bambina e un corpo celeste delle dimensioni di Marte chiamato Theia.
Le simulazioni di questo impatto hanno finora dimostrato più volte che dal mantello della Terra primordiale sarebbe derivato non più del 60% del materiale che avrebbe poi formato la Luna: la parte restante sarebbe arrivata invece da questo misterioso Theia che, secondo l’ipotesi più diffusa, avrebbe dovuto avere una composizione chimica diversa da quella del mantello terrestre. Questo nuovo studio dimostra invece che questa ipotetica “impronta” chimica lasciata da Theia non sarebbe rilevabile, lasciando agli astronomi ancora un difficile rompicapo da risolvere.
«Non stupisce che oggi si discuta ancora della formazione della Luna, perché negli anni si sono susseguite molte ipotesi che poi, alla prova dei fatti, sono tramontate», commenta Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma e responsabile del Virtual Telescope.
«Inizialmente abbiamo avuto la teoria della fissione, che voleva la Luna come una “costola” distaccata della Terra, poi quella della cattura, secondo cui la Luna sarebbe stata un corpo di passaggio catturato dalla forza di gravità terrestre, e ancora la teoria dell’accrescimento, secondo cui Terra e la Luna si sarebbero formate assieme nello stesso periodo. Al momento - aggiunge l’esperto - la teoria dell’impatto è quella più credibile, l’unica a giustificare l’età della Luna (più giovane della Terra) e la particolare inclinazione della sua orbita. La “ricetta” è ancora quella giusta - conclude Masi - bisogna solo capire la giusta quantità degli ingredienti».
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